Archivio tag: mostra del cinema di venezia 2020
Venezia77. Dashte Khamoush (The Wasteland), la recensione

Iran, una fabbrica di mattoni. Il proprietario annuncia tristemente ai suoi dipendenti che l’azienda per cui lavorano sta fallendo. In un bianco e nero perfetto in formato quadrato Ahmad Bahrami ci porta nella vita quotidiana dei vari personaggi che abitano il microcosmo della fornace, mostrandoci via via il loro punto di vista, i loro sogni, le loro aspirazioni e le loro richieste al titolare, che vengono puntualmente scansate, posticipate o ignorate.
Venezia77. Crazy, Not Insane, la recensione

Crazy, Not Insane, fuori concorso alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia, è un documentario diretto e prodotto dall’americano Alex Gibney, che segue le vicende professionali della psichiatra Dr. Doroty Lewis.
La Lewis si è occupata per tutta la sua vita di analizzare serial killer che avessero problemi di salute mentale.
Venezia77. Spy no tsuma (La moglie della spia), la recensione

1940, Kobe. Satoko (Yū Aoi) e Yusaku Fukuhara (Issei Takahashi) sono una coppia felicemente sposata e molto legata per affari al modo di vivere occidentale. con il nipote Fumio i tre si divertono a produrre piccoli film da mostrare agli amici e vivono tranquilli in un Giappone che dopo la firma del patto tripartito con Italia e Germania sta diventando sempre più nazionalista e critico nei confronti dell’occidente, in particolare contro americani e inglesi.
Yusaku parte quindi per un viaggio di affari in Manciuria in cui vedrà e riprenderà i crimini di guerra di cui si è macchiato l’esercito giapponese.
Venezia77. Mainstream, la recensione

Gia Coppola, nipote del celebre Francis regista de Il Padrino, presenta alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia uno dei film con il cast più “in” di questa edizione della mostra: l’ormai ex Spider-Man Andrew Garfield; Maya Hawke, figlia di Uma Thurman e Ethan Hawke e già famosa grazie alla terza stagione di Stranger Things e a un ruolo minore in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino; Jason Schwartzman, attore che siamo abituati a vedere nei film di Wes Anderson. Ma più degli attori forse fanno notizia le comparse: nel film infatti ci sono molte apparizioni di youtuber famosi e con un grande seguito internazionale, da Juanpa a Jake Paul, passando per molti altri.
Venezia77. Le sorelle Macaluso, la recensione

In concorso per il Leone D’Oro Le sorelle Macaluso di Emma Dante finisce per sfigurare nella competizione più importante della Biennale.
Questo svantaggio si percepisce essenzialmente perché è un film di ispirazione teatrale, cui mancano alcuni elementi per trasmettere ciò che dal vivo, da un palco, sarebbe arrivato più facilmente. Molte riprese in soggettiva restituiscono il dramma di queste bambine senza madre né padre, ma sono perlopiù efficaci quando si tratta di litigi familiari. Quando è il momento di narrare il conflitto più profondo di queste bambine diventate donne, però, si avverte come la scelta di usare il linguaggio teatrale possa essere un’arma a doppio taglio. Viene a mancare il giusto pathos e l’assenza di un’adeguata fotografia in molte scene-chiave rimarca questo difetto.
Venezia77. The World to Come, la recensione

Tratto dal romanzo Il Mondo che Verrà di Jim Shepard, che è anche sceneggiatore del film, The World to Come è il diario di Abigail (Katherine Waterston), una donna americana di metà ‘800 che conduce una vita monotona e spenta con il marito Dyer (Casey Affleck), mantenendosi coltivando il proprio pezzo di terra. Dopo anni di vita condivisa assieme e una figlia persa in tenera età, i due sembrano infatti non avere più nulla da dirsi, annoiati e depressi nella propria solitudine e incomunicabilità. Tutto questo però è destinato a cambiare quando un’altra coppia va a vivere vicino a loro.
Venezia77. Dear Comrades!, la recensione

Come suggerisce il titolo “Cari Compagni!”, il regista russo Andrei Konchalovsky ci porta con quest’opera nell’Unione Sovietica, più precisamente nel 1962. Con un bellissimo bianco e nero in formato quadrato, la protagonista di Dear Comrades! è una donna convinta e fedele al partito, rimpiange l’epoca d’oro di Stalin ma nonostante questo crede fermamente nello stato socialista e che un giorno il comunismo sarà possibile.
È da questo punto di vista che vediamo i fatti reali accaduti il 2 Giugno 1962 a Novocherkassk. I lavoratori protestano contro i tagli dello stipendio da parte della fabbrica e gli aumenti di prezzo di latte e altri prodotti fondamentali. Questo porta una folla ad unirsi in piazza per manifestare. Per risolvere la situazione il governo sovietico spara sulla folla, disperdendo le persone, per poi attuare un’operazione di “pulizia”, sia politica che effettiva, per fare finta che nulla sia mai successo.
Venezia77. Salvatore – Shoemaker of Dreams, la recensione

Salvatore – Shoemaker of Dreams è un documentario che Luca Guadagnino ha confezionato senza grandi pretese. Un po’ perché si accontenta di narrare il genio di Salvatore Ferragamo adottando una narrazione che si addice di più a un servizio sulla botanica (forse è un caso che alla Mostra del Cinema di Venezia sia stato proiettato dopo un cortometraggio dello stesso regista, prodotto in quarantena, e intitolato Fiori?), un po’ perché il girato è così tanto (ma poco denso), da far perdere il ritmo all’intera vicenda.
Venezia77. The Man Who Sold His Skin, la recensione

Nei festival internazionali oltre ai grandi nomi acclamati ci sono anche molte perle di registi emergenti. Uno di questi, visto alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia, è sicuramente The Man Who Sold His Skin, diretto da Kaouther Ben Hania, in concorso nella sezione Orizzonti.
La storia inizia in Siria, Abeer (Dea Liane) e Sam Ali (Yhaya Mahay) sono una giovane coppia innamorata, ma Sam viene arrestato per futili motivi e deve quindi fuggire in Libano rinunciando al suo grande amore. Qui incontra Jeffrey Godefroi (Koen de Bouw), un artista internazionale in grado di trasformare in opera d’arte qualsiasi oggetto che tocchi, insieme alla sua collaboratrice Soraya, interpretata da una biondissima Monica Bellucci. E Jeffrey decide di toccare proprio la schiena di Sam, tatuandolo, trasformandolo in un simbolo e in una vera e propria opera d’arte vivente. La schiena di Sam viene esposta nei più grandi musei del mondo e diventa famoso e benestante, ma deve quel benessere e la possibilità di viaggiare ovunque nel mondo ad un contratto che lo considera non come un essere umano ma come una merce vendibile ed acquistabile.