Venezia77. Salvatore – Shoemaker of Dreams, la recensione

salvatore shoemaker of dreams

Salvatore – Shoemaker of Dreams è un documentario che Luca Guadagnino ha confezionato senza grandi pretese.  Un po’ perché si accontenta di narrare il genio di Salvatore Ferragamo adottando una narrazione che si addice di più a un servizio sulla botanica (forse è un caso che alla Mostra del Cinema di Venezia sia stato proiettato dopo un cortometraggio dello stesso regista, prodotto in quarantena, e intitolato Fiori?), un po’ perché il girato è così tanto (ma poco denso), da far perdere il ritmo all’intera vicenda.

Così come è stata impostata, la storia racconta le tappe di uno degli artigiani e uomini più brillanti che il nostro Paese abbia conosciuto: partito da Bonito, un piccolo paese vicino Napoli, e arrivato a Hollywood a calzare i piedi di personalità del calibro di Charlie Chaplin. Una vicenda che sicuramente necessitava di un ritmo più serrato.

salvatore shoemaker of dreams

Sono superflue le testimonianze della famiglia Ferragamo, che descrivono il padre, nonno o bisnonno come essenzialmente “una persona buona”, sono superflui gli elenchi dei clienti e amici “in” che ha avuto Ferragamo, anche perché non corredati da un aneddoto che possa fornirci più dettagli su una delle personalità più di spicco della moda italiana.

Non sono superflui, al contrario, gli interventi da parte di Martin Scorsese, che aggiungono humour alla definizione del personaggio e al suo modo di relazionarsi nel mondo della moda. Scorsese sembra essere stato designato come guida, accompagnatore dello spettatore in una storia che apparentemente è semplice e lineare, ma ha molti punti di svolta. Qui citerò solo il primo. Salvatore, già appassionato di piedi e di scarpe, a sette anni si trovò a dover letteralmente costruire le calzature per le due sorelle, rimaste senza per la Comunione.

Salvatore - shoemaker of dreams

Di qui l’inizio di un’avventura finita purtroppo ad appena sessanta anni.

Guadagnino decide di narrarla inscenando il punto di vista di Ferragamo stesso, con monologhi in prima persona che sono il primo filo narrativo. Gli altri sono come detto le testimonianze, alcune, a parere di scrive, addirittura patetiche. Ma patetiche come possono essere le esperienze di chi magari certe cose le ha vissute e le sente come personali, forti, ma non è in grado di comunicarle. Nell’ascoltarle si sente il finto, il recitato, e il risultato è quello di una narrazione fittizia.

Montaggio non eccezionale, ma che comunque prende la sufficienza.

Musiche che non lasciano il segno.

Sostanzialmente un documentario incapace di comunicare.

Roberto Zagarese

PRO CONTRO
  • La testimonianza di Scorsese.
  • Sceneggiatura.
  • Musiche.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 4.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Venezia77. Salvatore - Shoemaker of Dreams, la recensione, 4.5 out of 10 based on 2 ratings

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.