The Equalizer 3 – Senza Tregua, la recensione

Quando nel 2018 scorrevano i titoli di coda di The Equalizer 2 – Senza perdono eravamo sicuri che un terzo capitolo avrebbe approfondito il passato personale di dell’ex agente speciale Robert McCall: era praticamente annunciato. Eppure, a cinque anni di distanza, mentre si susseguono sullo schermo del cinema le immagini di The Equalizer 3 – Senza tregua, ci rendiamo conto che quelle sensazioni erano sbagliate e il regista Antoine Fuqua, tornato ancora una volta dietro la macchina da presa, ha deciso di prendere una strada molto più in linea con quella del primo film raccontandoci addirittura un’avventura “esotica” del coriaceo giustiziere interpretato da Denzel Washington.

Ritroviamo Robert in Sicilia, intento a sgominare un clan mafioso in una cascina dove si produce vino, si contrabbandano armi e si detiene droga. Ma un testimone imprevisto coglie di sorpresa il giustiziere, che rimane gravemente ferito prima di allontanarsi in auto. Robert viene ritrovato moribondo molti chilometri lontano, sul bordo della strada, e soccorso da un maresciallo dei carabinieri che lo porta dal medico del paese. Qui Robert si rimette in sesto, ospite del dottor Enzo, e si gode la convalescenza ad Altamonte, un paese sulla costiera campana, dove diventa amico di tutta la comunità. Ma c’è una piaga che minaccia gli abitanti di Altamonte, una gang camorristica capeggiata dal boss Vincent Quaranta. Nel frattempo, la CIA indaga su una cellula terroristica che sembra in qualche modo legata agli esponenti del clan mafioso trovati massacrati nella cascina siciliana.

The Equalizer 3 – Senza tregua, che potremmo tranquillamente ri-titolare Equalizer vs. Gomorra, riunisce il team al completo dei precedenti film che, oltre al protagonista Denzel Washington e al regista Antoine Fuqua, comprende anche lo sceneggiatore Richard Wenk, per un’avventura fuori dagli USA che è quasi una parentesi di passaggio verso nuove scorribande metropolitane.

È interessante notare l’estrema compattezza di questa storia che richiama la struttura del primo film piuttosto che la dispersività del secondo ed è caratterizzata da un anomalo “ostacolo” per la missione che Robert McCall stava conducendo. Ma di necessità il nostro protagonista fa virtù e questo ostacolo gli fa comprendere il piacere delle piccole cose quotidiane, una distrazione necessaria che possa portarlo a una pace interiore che da troppo tempo lui ha smarrito, anche se perfino la convalescenza offre nuove occasioni a Robert – anzi Roberto, questa volta – di mettere in atto le sue implacabili doti letali. E per questa idilliaca avventura viene scelto il Sud Italia che nella realtà è Amalfi, ma nella finzione filmica è il paese immaginario di Altamonte.

E nella gestione della quota culturale italiana, noi che italiani lo siamo davvero, troviamo tutte le ingenuità e la visione falsata dello sguardo americano per il quale camorra, ‘ndrangheta e mafia sono la stessa cosa, Palermo e Napoli distano pochi chilometri, è normale che un boss della camorra sia fratello di un esponente della ‘ndrangheta (che lavora per lui) e che un piatto tipico italiano sia il kebab. Insomma, se ci dovessimo attaccare a questi dettagli ci sarebbe da farsi grasse risate.

Ma The Equalizer 3 non è solo una carrellata di stereotipi (sbagliati) sull’Italia ma anche un dignitosissimo thriller d’azione che si affida al grande carisma del suo protagonista e al magnifico lavoro che ha fatto negli anni per costruire il personaggio di Robert McCall, personaggio che – vi ricordiamo – deriva da una serie tv degli anni ’80, Un giustiziere a New York, ma che Washington ha caratterizzato da zero rendendolo incredibilmente empatico.

Ad affiancare Denzel Washington c’è una ritrovata Dakota Fanning (i due avevano lavorato insieme quando lei era solo una bambina in Man on Fire – Il fuoco della vendetta di Tony Scott), nei panni di una centralinista della CIA che ha un ruolo chiave nel caso della cellula terroristica, e poi un cast tutto italiano nel quale spiccano Remo Girone, Gaia Scodellaro, Andrea Scarduzio, Eugenio Mastrandrea e Andrea Dodero.

Siamo lontani dalla qualità del primo film della saga, ma questo The Equalizer 3 comunque si assesta sui livelli di ampia sufficienza del secondo film, con un ritmo sempre equilibrato, un ottimo protagonista e scene d’azione di una violenza splatter che gli hanno fatto guadagnare negli USA anche stavolta una bella R da vietato ai minori (in Italia è comunque un 14+).

Insomma, se siete fan di Robert McCall sicuramente questo terzo Equalizer non vi deluderà.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • La grande presenza scenica e il carisma di Denzel Washington.
  • Antoine Fuqua confeziona anche stavolta un thriller d’azione violenta decisamente per un pubblico adulto.
  • I luoghi comuni sull’Italia a questo giro assumono un grado di ignoranza che fa quasi sorridere.
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The Equalizer 3 - Senza Tregua, la recensione, 6.5 out of 10 based on 2 ratings

4 Responses to The Equalizer 3 – Senza Tregua, la recensione

  1. fabio ha detto:

    Per me un bel filmozzo vecchia scuola, brutale e rozzo, di sti tempi che siamo invasi da filmacci patinati e farlocchi un film così ci serve come l’aria e la coppia Denzel/Fuqua funziona sempre.

    Detto ciò il primo resta il top, ma questo è meglio del 2

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    • Stefano ha detto:

      ho notato che l’attore viene invitato ad assaporare le prelibatezze locali presso un mercatino, gli viene offerto un kebab vi sembra normale un film che vedono nel mondo dire che il kebab è una pietanza locale

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  2. Achille ha detto:

    Ma da quando il Kebab è un piatto italiano?!

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    • DarksideCinema ha detto:

      Eh, noi italiani stiamo aspettando una risposta in effetti. 😀

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