The Plane, la recensione del film action con Gerard Butler

Gerard Butler è un attore estremamente versatile che, nella sua ormai venticinquennale carriera, ha attraversato un po’ tutti i generi cinematografici, dalla commedia al thriller, passando per il musical, la fantascienza, l’horror, il dramma e il crime. Ma negli ultimi anni si è specializzato nell’action muscolare, una tendenza che sembra ormai premiare soprattutto gli attori in su con gli anni, come la seconda giovinezza artistica di Liam Neeson ha insegnato. Con i suoi quasi 55 anni, l’attore scozzese non è ancora nella fase dell’action geriatrico, ma l’assetto produttivo che siede dietro i suoi recenti successi ricorda da vicino l’epoca d’oro dell’action di contaminazione europeo-statunitense che ha visto fiorire il successo dei vari Taken. Ma l’aspetto interessante è che lo stesso Butler è produttore dei suoi action, dalla saga di Attacco al potere al catastrofico Greenland, fino alla sua ultima fatica in ordine cronologico, The Plane, in uscita al cinema il 25 gennaio, che vanta la regia del talentuoso regista francese Jean-François Richet del dittico Nemico Pubblico N.1

Brodie Torrance è un pilota di aerei di linea con un passato militare: la sua “missione” è pilotare un volo diretto a Hong Kong e poi tornare in tempo a casa dalla figlia, per passare con lei il Capodanno. Una forte perturbazione, però, danneggia il velivolo sul quale viaggiano alcuni turisti e il detenuto con accusa di omicidio Louis Gaspare. Torrance e il suo copilota sono costretti a un atterraggio d’emergenza e la meta designata è una piccola isola nell’arcipelago delle Filippine. Torrance e i suoi passeggeri, però, non immaginano che l’isola è nella mani di una milizia separatista che appena individua l’aereo sequestra i passeggeri per chiedere un riscatto. La situazione è nelle mani dell’eroico pilota che, aiutato proprio dal detenuto Gaspare, dovrà liberare gli ostaggi e trovare un modo per fuggire dall’isola.

Come accadeva in Attacco al potere – Olympus Has Fallen, The Plane lavora su un uomo motivato dai suoi forti valori famigliari che è chiamato a risolvere una situazione straordinaria di pericolo, collaborando con un secondo personaggio contro una minaccia quasi indefinita. Il canovaccio è simile – anche se The Plane ha alle spalle un’opera originale del romanziere Charles Cumming – l’eroe forgiato nell’uomo qualsiasi anche, così come il punto di riferimento, ovvero il glorioso cinema action degli anni ’80 e ’90. In particolare, The Plane ricorda molto da vicino alcuni prodotti della Cannon Film, quelli che avevano per protagonista Chuck Norris, ad esempio, anche se la sceneggiatura di Charles Cumming e J.P. Davis è decisamente più attenta alla costruzione dei personaggi principali, al loro background e alle motivazioni che li muovono. In alcuni elementi si sente perfino una leggera eco carpeneteriana, tanto nel sodalizio che si viene a creare tra i due eroi improvvisati (uno decisamente anti-eroe) quanto nella minaccia quasi indefinita e disumanizzata, ma anche nella missione di salvataggio in un luogo ostile, dettagli che ricordano Distretto 13 – Le brigate della morte, 1997: Fuga da New York e Fantasmi da Marte.

Ovviamente siamo lontani dalla nobiltà del cinema di John Carpenter, ma Jean-François Richet sa come muovere la macchina da presa e dare il giusto ritmo a un film che già sulla carta concede davvero poco alla noia. L’azione è dosata senza strafare e inserita nei momenti giusti, con un selvaggio corpo a corpo in piano sequenza a dividere idealmente il film due tranche. Prima di questo c’era la lunga e spettacolare sequenza di volo e atterraggio, dopo ci sarà l’adrenalinico tentativo di salvataggio con abbondanza di sparatorie pronte a deflagrare i corpi e botte da orbi di contorno.

Nella sua essenzialità, The Plane trova una perfetta targetizzazione e offre al suo pubblico esattamente quello che promette, senza lungaggini di sorta e inutili orpelli che potrebbero appesantire la visione… che tra l’altro si compone di 105 onestissimi minuti, che non sono scontati in un periodo di bulimia nelle durate dei film come quello che stiamo vivendo.

Oltre a Gerard Butler, ormai rodatissimo action man, troviamo nel ruolo di co-protagonista Mike Colter, noto ai più per essere l’incarnazione del supereroe Luke Cage nella serie Marvel Studios: fisique du role perfetto e sufficientemente carismatico nel suo estremo dosaggio di battute.

Dunque, se gradite la piega action nella carriera di Gerard Butler e avete apprezzato la saga di Attacco al potere, Nella tana dei lupi, Greenland e Chase, The Plane è la sicurezza fatta film, un’opera gradevolissima che rievoca quel cinema un po’ ingenuo, essenziale ma genuino che proliferava 30-35 anni fa.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Gerard Butler è ormai garanzia di film d’azione.
  • Ritmo, tanto ritmo.
  • Essenziale, va diritto al punto.
  • Se siete quelli che cercate una dinamicità esasperata dal cinema d’azione, alla John Wick diciamo, sappiate che The Plane non è quel tipo di film lì.
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