Monthly Archives: Mag 2017

The Dinner, la recensione

Complesso, stratificato, estenuante, The Dinner, regia di Oren Moverman, è un film che vive di sprazzi, dell’intensità dei suoi (pochi) momenti riusciti e della frustrazione di un prodotto che è tanto affascinante quanto imperfetto.

The Dinner è l’adattamento cinematografico di un caso letterario tra i più caldi degli ultimi anni, La Cena, di Herman Koch, fonte dalla quale, peraltro, lo stesso Ivano De Matteo aveva attinto per trarre lo spunto de I Nostri Ragazzi in un passato non troppo lontano.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Napoli Comicon. I Peggiori, la recensione

È frequente imbattersi in articoli che periodicamente strombazzano una fantomatica rinascita del cinema italiano, che puntualmente si traduce in un nuovo ripiombare nella consueta monotonia fatta di commedie tutte uguali e drammi famigliari radical chic di dubbio interesse. “Falsi allarmi” spesso generati dall’uscita di un film “diverso” dalla massa che, purtroppo, non smuove di una virgola il sistema produttivo nostrano, confermandosi caso isolato. Però oggi, 2017, con l’uscita de I Peggiori, opera prima da regista del giovane attore Vincenzo Alfieri, forse quella “rinascita” sta avvenendo realmente perché siamo giunti al momento della conferma e questo film può essere visto come il primo sintomo di questa agognata rinascita.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La notte che mia madre ammazzò mio padre, la recensione

La notte che mia madre ammazzò mio padre è una commedia spagnola che fa qualcosa di inusuale. Gioca forte sul mix di generi e di influenze, non cerca necessariamente i suoi motivi scandagliando l’attualità, rifiuta l’estetica televisiva che tanto piace alla commedia italiana. È, nella sua essenza, un’esperienza di puro cinema. È diretto dalla regista e sceneggiatrice Inés Parìs, sullo spunto, debitamente deformato, di testimonianze di vita vissuta virate al farsesco.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Da Rob Zombie a Renny Harlin: 31 e Il passo del Diavolo in Limited Edition Blu-Ray

Procede senza alcuna sosta l’avanzata di Midnight Factory, etichetta di Koch Media che continua a regalare sorprese e gioie a tutti gli amanti del cinema horror. Ad aprile, lo spettacolo che ci ha offerto in home video è stato particolarmente ghiotto grazie a due film, da attribuire a due grandi firme, che finalmente arrivano in Italia. Primo titolo della lista è 31, l’ultima e folle fatica del rocker-regista Rob Zombie; mentre a seguire troviamo Il passo del diavolo, il mokumentary che segna il ritorno all’horror di Renny Harlin.

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Fuck You, prof! 2 e Fratelli d’Italia, il divertimento è in DVD!

Se è vero che ridere fa bene alla salute, allora dobbiamo senz’altro ringraziare Mustang Entertainment e CG Entertainment per alcune recentissime uscite in DVD che fanno della “risata” la loro missione primaria. Da una parte c’è la commedia campione d’incassi in Germania, Fuck you Prof! 2, mentre dall’altra troviamo Fratelli d’Italia, intramontabile cult tricolore firmato da uno dei maestri della comicità nostrana, Neri Parenti.

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Song to Song, la recensione

Recensire un film di Terrence Malick, mantenendo una sana credibilità dall’inizio alla fine, non è una cosa semplice. Parlare di un suo film, ormai, è un po’ come camminare sulle uova: puoi muoverti a passetti, ma tanto prima o poi sbagli. E già, perché Malick è ormai diventato un po’ come Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle, una sorta di “santone irraggiungibile” che professa da lontano e capace di crearsi una schiera di fedelissimi, una nuova tipologia di groupie, persone disposte a vedere “arte” in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni sua inquadratura. Se si elogia un suo film, dunque, significa che fai parte della “setta”; se lo si critica, applicando i parametri che si utilizzerebbero per qualunque altro film, allora significa che stai facendo il bastian contrario. Una bella impresa. Impossibile uscirne illesi.

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William Bligh (La tragedia del Bounty)

Il Capitano William Bligh dell’Ammiragliato britannico è un vero e proprio genio della marina. La sua gestione della nave e delle potenzialità del vento lo rendono uno dei più apprezzati soldati del mare di sua Maestà Britannica. In passato del resto ha servito il capitano Cook, e con lui ha intrapreso numerosi viaggi alla scoperta dell’Oceano Pacifico.
Peccato che questa sua genialità nelle questioni marittime si accompagni ad una modalità di gestione dell’equipaggio il più delle volte controversa ed autoritaria.
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King Arthur – Il potere della Spada, la recensione

Considerato per lungo tempo un secolo buio dal punto di vista culturale e dello sviluppo scientifico, il medioevo negli ultimi anni sta vivendo una forte e decisa rivalutazione in tutti i campi anche e soprattutto grazie al cinema e alle serie tv che hanno saputo attingere a piene mani dall’immensa fonte di miti e leggende popolari, e non, sorte in questa epoca. Una delle più famose al pubblico è quella relativa al mito bretone di Re Artù, i Cavalieri della Tavola Rotonda e la magica spada Excalibur, che hanno ispirato registi di ogni epoca che vi hanno dedicato film di qualsiasi natura. Stavolta è il turno dell’inglese Guy Ritchie, uno degli autori più apprezzati del panorama internazionale, cimentarsi nel racconto di questo affascinante mito con il suo ultimo lavoro, King Arthur – Il potere della spada.

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Una settimana e un giorno, la recensione

Iniziamo col dire che Una settimana e un giorno (titolo originale Shavua Ve Yomè, senza troppi giri di parole, un film semplicemente bellissimo. È un’opera prima di rara coerenza e bellezza. Di cotanto calibro se ne vedono, davvero, molto poche.

La trama è tanto semplice quanto, immensamente, complessa. Eyal Spivak e sua moglie Vicky, interpretati magistralmente da Shai AviviJenya Dodina, hanno trascorso la rituale settimana di lutto, la Shiv’ah, prevista dalla religione ebraica (più avanti approfondiremo le regole di questo rituale), per la morte del giovane figlio, ed è giunto il momento di ritornare alla quotidianità. Eyal torna alla clinica per malati terminali per recuperare una coperta che apparteneva al figlio e trova nel cassetto della stanza, una confezione di marijuana per uso medico. Decide di portarla via e chiede al figlio del vicino di aiutarlo a rollare uno spinello.

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Alien: Covenant, la recensione

Nel 2012 la nave spaziale scientifica Prometheus portò un equipaggio di terrestri sulla luna LV-223, alla ricerca delle origini della vita umana e con essi viaggiò anche lo spettatore, impegnato a scoprire gli eventi che hanno narrativamente preceduto quelli di Alien, il cult indiscusso del genere fanta-horror. A ben 33 anni dall’uscita del primo film e a 15 dall’ultimo Alien “puro” (Alien: La conazione), Prometheus non solo aveva il pregio di aprire un vero universo attorno alle claustrofobiche mura della saga, ma la riconduceva anche nelle mani del suo creatore, Ridley Scott. Ma c’è un “ma”… Prometheus ai più non è piaciuto perché considerato troppo “estraneo” alle atmosfere e alle suggestioni della saga e al botteghino non ha performato così bene come la Fox aveva sperato. Ciò nonostante, Scott ha subito messo in cantiere un sequel, inizialmente intitolato Paradise, che la Fox ha portato avanti parallelamente all’idea di continuare la saga con un sequel che riportasse in scena Sigourney Weaver, aka Ellen Ripley. Da una parte c’era dunque il sequel del prequel sempre nelle mani dell’eminente Scott, dall’altra l’idea di un Alien 5, al cui sviluppo artistico si era auto-candidato il talentuoso regista di District 9 Neill Blomkamp.

Tra i due progetti solo uno si è concretizzato, indovinate quale?

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