Monthly Archives: Nov 2017

Happy End, la recensione

Cinque anni dopo l’indimenticabile Amour, il settantacinquenne Michael Haneke torna alla regia con Happy End, ritratto paradossalmente preciso di una realtà drammatica e sfuggente.

Siamo a Calais, nel Nord della Francia: mentre i rifugiati vagano per le strade in attesa di attraversare l’Eurotunnel, la ricca famiglia Laurent vive cullandosi tra bugie, ambizioni e frustrazione.

Il capo famiglia (Jean-Louis Trintignant) ha fondato un’azienda che si trova in serie difficoltà a causa di un brutto incidente in un cantiere che ha ridotto in fin di vita un operaio immigrato. Al tempo stesso, l’arrivo in casa della piccola e inquietante Eve (Fantine Harduin), affidata al padre Thomas (Mathieu Kassovitz) dopo il ricovero in ospedale delle madre, complica le cose tra l’uomo e la sua nuova mogliettina…

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Seven Sisters, la recensione

In un futuro non troppo lontano l’umanità è cresciuta al punto che il nostro stesso pianeta non riesce più a sostenerci: non c’è più cibo.

Una speranza arriva dagli scienziati che studiano speciali coltivazioni ogm che possano sfamare il crescente numero di esseri umani. Quella che viene applaudita come una soluzione salvavita ha però un terribile effetto collaterale: favorisce infatti parti pluri-gemellari complicando ulteriormente, come si può ben immaginare, la situazione mondiale.

È a questo punto che viene istituita, sotto consiglio della dottoressa Cayman, scienziata che da tempo studia il problema, la legge del figlio unico, che prevede l’ibernazione criogenica per tutti i fratelli e sorelle nella speranza di essere risvegliati in un futuro migliore. Un grandissimo passo avanti per la razza umana e un dramma quotidiano per le famiglie.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Gli eroi del Natale, la recensione

Non esiste uomo tanto codardo

che l’amore non renda coraggioso e trasformi in un eroe.

(Platone)

Anche quest’anno si avvicina il Natale e, come consuetudine, le sale cinematografiche iniziano ad aprire le porte ai film d’animazione. Mentre tutti gli amanti del genere sono in trepida attesa per il nuovo e promettente film Disney-Pixar, Coco, la Sony Pictures Animation (Hotel Transylvania, Piovono polpette) inaugura questo periodo natalizio con Gli eroi del Natale, film d’animazione pensato “ad hoc” per le festività e utile a raccontare il tema dell’Avvento nel miglior modo possibile. Ma non aspettatevi il solito film sulla Natività, con Gli eroi del Natale il regista Timothy Reckart, con esperienza nel settore dell’animazione (ha curato la stop-motion nel film Anomalisa di C. Kaufman e D. Johnson) e qui alla sua opera prima dietro la macchina da presa, ci fa vivere la nascita di Gesù da un punto di vista inedito, ovvero quello degli animali del presepe.

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TFF35. A fabrica de nada, la recensione

Deve essere questa l’opera più controversa del 35esimo Torino Film Festival. A fabrica de nada ha infatti in sacco di idee originali e una sfrenata ambizione al capolavoro, ma c’è forse da chiedersi se raggiunge effettivamente gli obiettivi che si era posto in partenza.

Pur avendo presupposti decisamente interessanti, il film fatica un po’ a partire e il centro viene individuato soltanto a circa trenta minuti dall’inizio del film.

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TFF35. Bamy, la recensione

Il titolo finora meno riuscito del concorso Torino 35 è la horror-tale giapponese Bamy di Jun Tanaka.

Il tema messo in scena dal film è così spiegato: “il filo rosso del destino – un mito dell’Asia orientale che lega i due amanti (di Bamy, n.d.r.) – non è altro che una maledizione”.

In un giorno qualsiasi la giovane Fumiko Tashiro riconosce in Ryota Saeki una sua vecchia conoscenza dei tempi del college. L’incontro tra i due non potrebbe essere meno romantico, marcato peraltro da un insolito evento: un ombrello piovuto dal cielo. Ben presto tra loro si instaura un rapporto sentimentale in cui i due riescono ad unire le rispettive solitudini.

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Notte Horror al TFF35

Notte Horror è l’appuntamento che tiene svegli centinaia di spettatori il primo weekend del Torino Film Festival, con tre proiezioni di film scelti nella sezione After Hours, la selezione horror e thriller del festival. Si inizia a mezzanotte e si va avanti finché il fisico regge, uscendo dalle porte del cinema con le prime luci dell’alba. Il cinema Massimo e il TFF – sempre siano lodati – forniscono cornetti e caffè fra una proiezione e l’altra per premiare i coraggiosi spettatori da maratona.

Scocca la mezzanotte. Le luci si spengono. Che lo spettacolo abbia inizio!

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TFF35. Kiss & Cry, la recensione

Le piccole rivalità sportive sono al centro di Kiss & Cry, il buon film diretto da Chloé Mahieu e Lila Pinell. L’argomento desta forse più interesse tenendo presente che parliamo pur sempre di una disciplina dal cinema poco esplorata: il pattinaggio sul ghiaccio.

La scelta di personaggi femminili minorenni fornisce alle due registe un pretesto per ritrarre in parte le inquietudini adolescenziali. Queste ultime emergono attraverso il centrale personaggio di Sarah, una ragazzina tanto ambiziosa quanto talentuosa e per questo spesso oggetto di invidie da parte delle sue compagne.

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TFF35. Beast, la recensione

Primo lungometraggio dell’inglese Michael Pearce, Beast è di certo un film che non lascia indifferenti, merito principalmente di una storia fuori dagli schemi di racconto a cui normalmente siamo abituati.

Lo scenario è quello di un’isola imprecisata dove un paesaggio campestre ospita una piccola comunità repressa e opprimente.

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Fantafestival 2017: i vincitori

Sono stati svelati i vincitori della 37^ edizione del Fantafestival (Mostra Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico), diretta da Alberto Ravaglioli. A decretare i vincitori del Pipistrello d’oro, una giuria di esperti del settore composta dal regista, sceneggiatore e critico Luigi Cozzi, il regista e critico Paolo Gaudio e il critico cinematografico e musicale Fabio Babini.

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TFF35. Barrage, la recensione

Prima opera in concorso al 35° Torino Film Festival, Barrage è un film completamente al femminile. A partire dalla mano di Laura Schroeder fino al confronto tra le tre generazioni di donne che la regista mette in scena.

Ma il rapporto tra le protagoniste del film è tutt’altro che felice e solidale. Ciascuna delle tre protagoniste infatti cerca di prevalere sull’altra, di disvelare coraggiosamente le proprie fragilità. Eppure ognuna di loro non fa che cercare di tenere in pugno l’altra utilizzando l’arma del ricatto morale. Ma quello che rende questo rapporto più complesso ed emblematico è il legame parentale da cui le tre sono unite.

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