Evangelion 3.0 + 1.0 Thrice Upon. Rebuild of Evangelion: nuovi angeli per i Centennials
Questo 13 agosto 2021 il carrozzone mediatico su Neon Genesis Evangelion è arrivato al capolinea grazie ad Amazon Prime Video che ha pubblicato in anteprima mondiale Evangelion 3.0 + 1.0 Thrice Upon, ultimo lungometraggio della tetralogia cinematografica Rebuild of Evangelion iniziata nell’ormai lontanissimo 2006.
Come detto in precedenza infatti, è dal 21 giugno 2019, ovvero dal giorno in cui Netflix Italia ha pubblicato la serie cult del ’95, che il popolo del Web non trovava pace: in principio fu la polemica contro il virtuosistico doppiaggio di Gualtiero Cannarsi, in seguito fu la notizia che ben presto sarebbe stato diffuso alle masse il succitato capitolo finale del nuovo adattamento dell’opera di Hideaki Anno. Dalla frettolosa quanto leggendaria chiusura dell’anime sono passati ben ventisei anni ma nonostante ciò tutti i nerds del mondo attendevano quel fulmen in clausola che avrebbe fatto di Evangelion l’opera imprescindibile per tutti gli appassionati di animazione.
A inizio millennio i super-sensi da otaku di Anno devono aver captato le potenzialità mediatiche, quindi distruttive, di internet tanto da indurre l’autore ad abbandonare lo studio Gainax per fondare la propria casa di produzione, la Khara, e dare libero sfogo alla propria creatività, certo che col passare del tempo tutte le “toppe” messe sbrigativamente dalla duologia The End of Evangelion sarebbero saltate.
Dunque, nel 2007, 2009 e nel 2021 uscirono le pellicole Evangelion 1.0 You Are Not Alone, Evangelion2.0 You Can Not Advance, Evangelion 3.0 You Can Not Redo, in Italia pubblicata dalla cara Dynit tramite DVD, e nel marzo del 2021 in anteprima mondiale e solo nelle sale nipponiche Evangelion 3.0 + 1.0 Thrice Upon a Time.
La serie Rebuild fu concepita come remake “fighetto” da servire al sempre più influente target di geeks ma col tempo ha preso le distanze dal plot tradizionale e ha assunto una forma propria: ad esempio tutti i fili narrativi che erano stati scoperti negli ultimi due episodi sono presentati fin dai primi momenti e hanno uno sviluppo più lineare.
Il primo lungometraggio ripercorre grossomodo la storyline dei primi sei episodi della serie: Shinji Ikari è un adolescente timido e impacciato che viene contattato dall’oscuro padre Gendo, capo della Nerv, per diventare un pilota di Eva e viene messo sotto la custodia della spumeggiante Misato Katsuragi; tra un combattimento e l’altro stringe amicizia con la misteriosa co-pilota Rei Ayanami che oltre a condividere la sua età ha il suo stesso numero di nevrosi irrisolte.
Il secondo capitolo ruota attorno alla figura di Asuka: in un primo tempo la focosa terza pilota di Eva si presenta come assoluta spacca-deretani-angelici ma l’incontro con un nemico celeste dalle facoltà telepatiche le risveglia tutti i demoni interiori; in un primo tempo viene sostituita dal nuovo personaggio di Mari Makinami, quasi suo doppione, ma nell’ultima parte della vicenda Shinji torna a essere il protagonista e fa la conoscenza di Kaworu Nagisa, il deus ex machina sceso dalla Luna. Il terzo lungometraggio è quello che più di tutti taglia i legami con la trama della vecchia serie: innanzitutto c’è un balzo temporale di quattordici anni e a ciò si aggiungono il fatto che Shinji viene visto come sovversivo dalla Nerv, Rei è sparita, Asuka è arrabbiata e il misterioso Kaworu potrebbe non essere l’agognato confidente di cui Shinji sentiva il bisogno.
Il bramatissimo ultimo episodio di questa tetralogia ci presenta un Shinji moralmente a pezzi, un’Asuka sempre più coriacea e una Rei Ayanami al suo ultimo stadio di “umanizzazione”; i tre ragazzi si riprendono dall’ultima battaglia in un villaggio lontano dai campi di battaglia e piano piano ritrovano sé stessi e i motivi per cui devono combattere contro gli ultimi angeli. Lo scontro finale avviene nella sede della Nerv e questa volta il nemico è un villain coi contro-fiocchi.
Alle migliorie della narrazione si aggiungono quelle visive: la direzione artistica ha preferito non discostarsi troppo dal taglio filiforme e accattivante che ha permesso di “abbordare” generazioni di appassionati, esso viene comunque valorizzato da una colorazione più luminosa e da giochi di luce ben mirati ad enfatizzare la suspense emotiva di alcune scene, quasi quanto il sonoro; inutile dire che i progressi della computer grafica degli ultimi quindici anni hanno reso molto più credibile la tecnologia usata all’interno della narrazione, a cominciare dagli stessi Eva.
Tirando le somme: questo nuovo prodotto ha il merito di aver sistemato tutti i tasselli narrativi che nell’anime erano stati buttati un po’ a casaccio nelle ultime sei puntate, soprattutto rende più “densi” i dialoghi e di conseguenza i percorsi di formazione dei protagonisti. Anno ha introdotto vari elementi nuovi, come le armi angeliche e anche altri personaggi, solo per tenere viva l’attenzione degli spettatori che già conoscevano la storia nei dettagli e creando così un pretesto per focalizzarsi su ciò che ha reso Neon Genesis Evangelion molto più di un semplice mecha: la psicologia dei personaggi. La struttura quadripartita prepara Shinji e Asuka alla battaglia finale in cui Rei e Gendo prendono i posti a loro destinati; ancora una volta i robottoni, le connessioni intra-psichiche degli Eva e il Progetto di Perfezionamento dell’Uomo altro non sono che metafore dei desideri intrinsechi di un’umanità sempre più misera che attende un Giovane Messia in grado di farla risvegliare a colpi di alabarde mega-galattiche.
Ilaria Condemi de Felice
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