Il giorno sbagliato, la recensione

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di essere vittima dell’irruenza altrui in mezzo al traffico cittadino: una manciata di secondi di troppo fermo con il semaforo appena illuminato a verde e parte la veemenza da clacson di chi ha fretta o vuole solamente sfogare la propria frustrazione quotidiana verso l’anonimo automobilista che lo precede. Non è raro neanche il contrario e molti di noi si sono trovati improvvisati (o recidivi) suonatori di clacson davanti alla lentezza bradipica di chi non si accorge che il semaforo è diventato verde, o annaspa con la frizione facendo singhiozzare il motore.

Il gioco delle parti. Vittima e carnefice sulla lunga lingua d’asfalto tappezzata di automobili. 

Da questo famigliarissimo presupposto prende il là il thriller on the road Il giorno sbagliato (Unhinged, ovvero fuori di testa, in originale), che mette in scena questo “gioco delle parti” tra automobilisti trasformando la sfuriata di una giovane mamma contro un automobilista “distratto” in un vero e proprio incubo, cruentissimo.

il giorno sbagliato

Rachel sta attraversando un complicato divorzio con un marito poco collaborativo e la sua vita è costantemente piena di impegni ai quali spesso è difficile star dietro. In una sua giornata tipo, Rachel deve accompagnare a scuola il figlio cercando di non fare l’ennesimo ritardo sul lavoro, che potrebbe costarle il posto. Ma il traffico mattutino della tangenziale non le viene incontro e, serpeggiando non proprio da corretta guidatrice tra le automobili, si trova dietro un pick-up che non parte quando scatta il semaforo verde. Pugno sul clacson, seguito da manovra di superamento e aggressione verbale fanno scontare faccia a faccia Rachel con l’automobilista distratto. Ma al volante del pick-up c’è Tom Cooper, sudaticcio, confuso, vistosamente smarrito che arriva da una nottata tremenda durante la quale ha massacrato la sua ex-moglie. L’affronto è troppo grande per Tom e vede in Rachel una donna da “punire”. Così inizia una caccia tra le strade cittadine tra Tom e la sua vittima designata.

Il giorno sbagliato

Un prologo fulgido, crudele, che non vuole lasciare equivoci su chi sia il buono e chi il cattivo in una storia che porta con molta facilità a immedesimarsi proprio con quest’ultimo, con la vittima della società odierna che a sua volta si fa spietato e folle carnefice. Tom Cooper, impersonato da un magnifico Russell Crowe mai visto in queste vesti, è un parente alla lontana di William Foster, avvilito protagonista del cult di Joel Schumacher Un giorno di ordinaria follia. Se lì Michael Douglas era la vittima sacrificale di una società cannibale e burocratizzata che lo aveva portato per sfinimento a perdere la brocca, in una metaforica ed estrema protesta contro il potere tutto che lo elevava ad anarchico anti-eroe, il villain di Il giorno sbagliato è appunto un villain. In questo caso, la condizione di uomo e marito lo ha portato ad essere vittima di una società che lo inquadra come potenziale responsabile di un matrimonio fallito, destinato a perdere soldi, casa, beni, certezze e affetti di fronte a un sistema che attua due pesi e due misure, non tutela chi è realmente in difficoltà, ignorando anche eventuali tracolli psicologici. Tom Cooper è l’uomo “tradito”, disilluso, abbandonato e costretto a pagare, non importa se portatore di una colpa, ma in quanto uomo. Quella di Tom è la genesi – non mostrata – del cattivo di un fumetto, un omuncolo rancoroso, violento e spietato che diventa un mostro psicotico alla guida di un pick-up.

Il giorno sbagliato

Ma il contraltare di Tom è Rachel, interpretata dalla brava Caren Pistorius, con cui inizialmente si fatica di più ad entrare in empatia, che rispecchia alla perfezione l’immagine delle frustrazioni di Tom, il simulacro ideale della donna che rivendica la sua posizione nella società, di polso, che non si fa problemi a mandare al diavolo chi non sta ai suoi tempi, per di più nel bel mezzo di un divorzio che sembra una scelta a senso unico.

Oltre che metafora dell’uomo indebolito e incattivito da una società che lo elegge a potenziale villain, Il giorno sbagliato è anche una riflessione sulla violenza sulle donne, sul cosiddetto femminicidio, a cui si arriva anche per futili motivi, descrivendo un’escalation di violenza e follia ai danni di mogli e perfino sconosciute contro la quale nessuno sembra davvero volere e potere reagire se non le vittime stesse.

Il giorno sbagliato

Insomma, quello diretto da Derrick Borte (The Joneses, London Town, American Dreamer) è un film di contenuto che in primis vuole essere un film di genere. Non parco di violenza esplicita, scene gore e una cattiveria di fondo abbastanza inaspettata, Il giorno sbagliato scivola spesso e volentieri nell’horror dimostrando di aver preso come esempio il Duel di Steven Spielberg o, visto il motore narrativo vendicativo, il Radio Killer con Paul Walker. 90 minuti ricchi di ritmo che non lasciano respirare neanche un secondo lo spettatore, con un crescendo che porta la vicenda in ambiti a tratti un po’ troppo sopra le righe ma che esplicano gli intenti da cinema di genere che in fondo Borte vuole conferire alla sua opera.

Sconsigliato se dovete mettervi al volante per tornare a casa dal cinema.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una costruzione da puro b-movie per riflettere su alcune tematiche per nulla banali.
  • Russell Crowe nel miglior ruolo degli ultimi anni.
  • Ritmo tesissimo.
  • Il giochino del gatto col topo viene spinto un po’ oltre e l’ultimo atto è votato dall’eccesso.
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