La Casa – Il risveglio del Male, la recensione

Inizia tutto in una casetta in riva al lago, ma non è l’iconico e fatiscente chalet dei film di Sam Raimi e Fede Álvarez, piuttosto una location inedita che architettonicamente ricorda l’edificio di culto di Midsommar – Il villaggio dei dannati. Qui si svolge la mattanza nel prologo di Evil Dead Rise, distribuito in Italia come La Casa – Il risveglio del Male, una manciata di scene che forniscono solo un assaggio di tutto l’orrore imbrattato di sangue e budella a cui assisteremo nei successivi 90 minuti.

Un flashback ci trasporta al giorno prima e facciamo la conoscenza di una famiglia decisamente anticonvenzionale in confronto agli standard dei film americani. Ellie è una mamma single (il marito l’ha abbandonata per un motivo non ben specificato) e fa la tatuatrice, sua figlia adolescente Bridget si prepara a una protesta contro il cambiamento climatico, l’altro figlio, Danny, si diletta come dj nella sua cameretta e la più piccola, Kassie, taglia la testa alle sue bambole. Tutti loro abitano al 14° piano di una fatiscente palazzina prossima alla demolizione e per questo ormai quasi disabitata. Finito il turno di lavoro, arriva a trovarli zia Beth, tecnico delle chitarre nei locali in cui si suona musica rock, che ha appena scoperto di essere incinta. Una scossa di terremoto magnitudo 5.5 libera un passaggio nel parcheggio della palazzina e Danny si intrufola nella cavità scoprendo un vecchio caveau nascosto, dove trova una cassetta di sicurezza con alcuni vinili e – custodito all’interno di un’inquietante stanza – uno strano libro. Il ragazzino porta tutto nella sua stanza e, incautamente, comincia a sfogliare il libro ascoltando i vinili: si tratta di un antico manuale di demonologia e le parole che riecheggiano dai dischi risvegliano un antico male che si impossessa immediatamente di Ellie. Sarà una lunga e sanguinosa nottata.

La Casa - Il risveglio del male

Se siete veri amanti del cinema horror non potete che venerare quel capolavoro seminale del cinema indie anni ’80 che risponde al titolo di The Evil Dead – La Casa, una delle opere più influenti di quel decennio che ancora oggi detta le regole per molto cinema di paura e che ha lanciato il talento e l’inventiva di Sam Raimi. Dopo la trilogia canonica diretta dal regista originario del Michigan e prima di una ripresa sottoforma di serie tv del suo celebre protagonista con Ash vs Evil Dead, La Casa era però stato al centro di un tentativo di remake/reboot per le nuove generazione con il bellissimo (e sottovalutato) film del 2013 diretto da Fede Álvarez che però non generò l’introito sperato, affossando sul nascere l’idea di una nuova saga. Un vero peccato, a parere di chi scrive, anche se ora, a distanza di ben dieci anni da quel riuscitissimo tentativo, Sam Raimi, Robert Tapert e Bruce Campbell ci riprovano – sempre in veste di produttori – con un ulteriore reboot che riprende esattamente lo stesso tono e la medesima estetica del film del 2013, La Casa – Il risveglio del Male.

E che film, ragazzi, il sogno bagnato di ogni horrorfilo!

La Casa - Il risveglio del male

Regia e sceneggiatura di questo solidissimo horror sono del giovane irlandese Lee Cronin, vincitore del Méliès d’argent con il cortometraggio Ghost Train e che quattro anni fa si era fatto conoscere dal grande pubblico con il suggestivo Hole – L’abisso.

È davvero apprezzabile lo scouting di Raimi, Tapert e Campbell che dopo aver scelto l’allora sconosciuto Álvarez ora puntano su Cronin: si tratta di artisti con una visione ben precisa e autoriale dell’horror, oltre che tecnicamente pazzeschi. Cronin, dal canto suo, porta dentro La Casa due tematiche già affrontate nel suo primo lungometraggio adattandole perfettamente al contesto di Evil Dead.

Innanzitutto, il Male arriva dal sottosuolo, precisamente da un buco nel terreno, dove Danny – interpretato dall’attore transgender Morgan Davis – trova un passaggio per questo inquietante caveau/mausoleo nascosto sotto la sua abitazione. Come accadeva in Hole – L’abisso, è il sottosuolo a custodire un Male ancestrale e un buco nel terreno a fornire il passaggio tra due mondi. Inoltre, entrambi i film di Cronin sono fortemente legati al tema della maternità focalizzandosi su personaggi di giovani mamme single.

La Casa - Il risveglio del male

In La Casa – Il risveglio del Male, questo tema è perfino doppio perché da una parte abbiamo Ellie, madre di tre figli a cui è fortemente legata, un legame che paradossalmente diventa il vero punto nevralgico del pericolo che si sviluppa dal momento in cui la donna viene posseduta dal demone kandariano. L’amore materno diventa il leitmotiv del demone, portando nell’ultimo atto del film a una sintesi estrema (e letterale) del concetto di unione tra madre e figli che ha degli esiti decisamente disturbanti. Poi, dalla parte opposta, c’è Beth, sorella di Ellie, che ha appena scoperto di essere incinta, quindi una futura madre; una condizione che la lascia titubante, se non inorridita, tanto che intuiamo dal suo comportamento che non ha intenzione di proseguire la gravidanza.

Il tema della maternità è quindi esplorato da diversi punti di vista e approfondito dando a questo nuovo capitolo de La Casa una chiave di lettura e una complessità che va oltre il semplice splatter fine a se stesso, un po’ come Álvarez aveva fatto con il suo film creando un parallelismo tra la possessione demoniaca e la dipendenza da eroina.

La Casa - Il risveglio del male

In La Casa – Il risveglio del Male c’è poi una cura formale capace di fare la differenza: Lee Cronin sa dove piazzare la macchina da presa per creare la giusta tensione senza l’utilizzo di facili jumpscares, con figure che si muovono nel buio, sullo sfondo e l’utilizzo dei primi e primissimi piani, con dettagli macabri a sottolineare quel costante senso di decomposizione. La sequenza che si svolge attraverso lo spioncino della porta è un esempio di grande inventiva registica, ma il film è pieno di belle intuizioni che danno all’opera una fortissima personalità.

Come ben sappiamo, una caratteristica fondamentale della saga di Evil Dead fin dalle origini è la componente splatter, uno splatter che in La Casa 2 e L’armata delle tenebre è diventato ludico, cartoonesco e poi è tornato incredibilmente serio e disturbante nel reboot del 2013. Ecco, in La Casa – Il risveglio del Male ci si supera e se l’obiettivo è repellere e disturbare come nel film di Álvarez, con effetti speciali pratici e molto realistici, in questo nuovo capitolo si riesce perfino ad andare oltre con un gusto per l’estremo davvero accentuato.

La Casa - Il risveglio del male

Di sangue ne scorre tanto, tantissimo, letteralmente, citando perfino lo Shining di Kubrick, ma in alcuni frangenti la violenza messa in scena è talmente eccessiva da riuscire davvero a risultare disturbante, perfino per uno spettatore scafato al cinema più estremo. Probabilmente la chiave di questo disagio è data dal fatto che al centro della vicenda ci sono dei bambini e ragazzini e il male cresce e si sviluppa all’interno di dinamiche famigliari che all’inizio ci vengono presentate come felici e amorevoli. Inoltre, un po’ in controtendenza ai tempi che corrono, Cronin prende delle scelte molto audaci che non hanno nulla di politicamente corretto, lasciando lo spettatore spiazzato in più di un’occasione. Insomma, è un film decisamente tosto e sicuramente non adatto a tutti i palati.

Colpisce in positivo anche il cast, che vede nei ruoli principali due attrici bravissime e poco note: Lily Sullivan e Alyssa Sutherland. La prima l’abbiamo vista nella minisere Picnic ad Hanging Rock, la seconda in quattro stagioni della serie Vikings. Convincono al 100% anche i giovani Gabrielle Echols (Reminescence – Frammenti dal passato) e Morgan Davies (The Girfried Experience) e ancora di più la giovanissima Nell Fisher.

La Casa - Il risveglio del male

Per i puristi delle connessioni a tutti i costi, possiamo anche dire che La Casa – Il risveglio del Male, pur essendo un capitolo stand-alone della saga, riesce perfino a canonizzare e collegare le tre incarnazioni di questo franchise (quella di Raimi, quella di Álvarez e questa) con un espediente che vi lasciamo scoprire.

Insomma, a soli quattro mesi di 2023 possiamo già affermare che difficilmente quest’anno potremo vedere un horror più completo, terrorizzante, divertente e soddisfacente de La Casa – Il risveglio del Male, che riprende uno dei franchise più amati del panorama orrorifico con grande inventiva e cognizione di causa.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Reinventa Evil Dead con molta personalità pur rimanendo perfettamente fedele al contesto.
  • Un bel cast con una cinquina di protagoniste davvero ottime.
  • Il livello di splatter è così alto da non lasciare indifferenti.
  • Se vi impressionano film colmi di sangue e crudeltà statene alla larga. (che poi è anche un pro)
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Valutazione: 8.5/10 (su un totale di 2 voti)
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La Casa - Il risveglio del Male, la recensione, 8.5 out of 10 based on 2 ratings

One Response to La Casa – Il risveglio del Male, la recensione

  1. Fabio ha detto:

    A parer mio il migliore della saga è il remake di Alvarez, ma questo nuovo sequel non è male, belle scene splatter e situazioni parecchio politically scorrect 😉

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