Monsters University, la recensione

Con una storia ormai più che trentennale sulle spalle, la casa di produzione Pixar è entrata nell’Olimpo dei grandi colossi hollywoodiani, grazie a una carriera fatta di successi e personaggi cult. Ma una caratteristica ha sempre distinto la Pixar da altri “macina-soldi” dell’industria cinematografica americana: il cuore. Sembra, infatti, che la compagnia di Ed Catmull e John Lasseter abbia trovato la formula giusta per creare un immaginario capace di mettere d’accordo grandi e piccini, belle storie e personaggi riusciti in cui non manca mai il sentimento, pur non cadendo in nessun caso nella banalità e nell’inutile melassa. Da Toy Story a Wall-e, passando per Alla ricerca di Nemo, Ratatouille e Up, abbiamo una vasta galleria di ottimi lavori che hanno lasciato il segno nella storia del cinema d’animazione. E da un po’ di tempo, consapevoli dell’apprezzamento di pubblico e critica ai loro lavori, quelli della Pixar Animation Studios hanno cominciato a serializzare i loro prodotti con sequel che in alcuni casi hanno tenuto testa se non superato gli originali: Toy Story è giunto a quota 3, Cars ha fatto 2 a cui si sta aggiungendo lo spin-off Planes a firma Disney, per Nemo sta arrivando un sequel e anche il bellissimo Monsters & Co. ha oggi un tassello aggiuntivo che però è un prequel!

Monsters University ci porta indietro nel tempo, partendo addirittura da un piccolo Mike Wazowski che in gita scolastica alla fabbrica di spaventi scopre di voler diventare da grande uno Spaventatore. Troviamo così, molti anni dopo, Mike al suo primo giorno di scuola alla Monsters University, pronto a seguire il corso da spaventatore. Qui conosce James Sullivan, detto Sully, con il quale non viene a scorrere buon sangue… infatti i due entrano subito in competizione e in seguito a una loro bravata, distruggono un preziosissimo trofeo del rettore Tritamarmo, con la conseguenza di venire espulsi dal corso. Mike però non si rassegna all’idea di diventare uno Spaventatore, così si iscrive alle Olimpiadi dello spavento, solo che per poter partecipare ha bisogno di una squadra, che ahilui, sarà composta dai più “sfigati” del campus e dal suo odiato Sully!

Monsters & Co. risale al 2001 e, ad oggi, è ancora uno dei più riusciti e felici esempi di cinema d’animazione moderno, grazie a una storia originale, un’ottima sceneggiatura e personaggi ben caratterizzati. Il suo prequel Monsters University ha il grande pregio di non ripetere la storia, bensì vuole osare, raccontarci le origini di quei personaggi senza che nulla in realtà sia scontato, cambiando tono e approcciandosi a un genere tipico della commedia americana come il college movie. Il risultato è un prequel che, a parte i due personaggi protagonisti, è un qualche cosa di completamente nuovo e diverso, ancora una volta estremamente ben scritto ma comunque inferiore, per storia ed impatto emotivo, al suo predecessore.

A differenza di Monsters & Co., in cui c’era un equilibrio tra Mike e Sully, qui si è scelto di rendere vero protagonista della storia l’imbranato monocolo Mike, dal momento che il film inizia e finisce con lui ed è attraverso il suo occhio che vediamo narrata la storia.

MONSTERS UNIVERSITY

Mike è una matricola e, come spesso accade in queste occasioni, c’è non poca difficoltà a integrarsi in un ambiante “crudele” come quello scolastico. Mike però è estremamente positivo e sicuro di se, così a nulla servono gli scherzi dei colleghi e i fatti che dimostrano come lui sia l’ultimo mostro al mondo che dovrebbe intraprendere la carriera di Spaventatore, lui si è messo un’idea in testa e farà di tutto per portarla a termine! Nel percorso di Mike si presenta Sullivan, che a differenza del primo, non ha voglia di studiare, fa il “piacione” e si adagia sugli allori grazie alla sua appartenenza a una famiglia si spaventatori d.o.c.. Due personaggi così differenti che inevitabilmente si troveranno a scontarsi, diventando rivali e poi, per forza di cose, alleati, visto che solo unendo le proprie forze possono raggiungere il comune obiettivo.

Monsters University è una commedia in tutto e per tutto, ha i tempi e le gag di questo genere, con qualche palese influenza dalla saga di Harry Potter con elementi ricorrenti come il corpo insegnanti, le confraternite e le prove delle Olimpiadi dello spavento che ricordano in più occasioni quello che accadeva nei romanzi del famoso maghetto.

Quello che però manca a questo film è il cuore, quel vero sentimento di cui si parlava su e che è compreso in gran parte dei film Pixar. In Monsters & Co., al di là del messaggio positivo che trasmetteva – compreso anche in questo prequel – c’era il personaggio di Boo, la bambina umana, che rappresentava la causa comune per cui lottare. Capirete che una bambina non è proprio la stessa cosa che una gara scolastica nell’unire due caratteri variegati come Mike e Sully, trasformando questo nuovo capitolo in una divertente commedia che mira più alla pancia che al cuore.

Il film è riuscito, su questo non si discute, i battibecchi tra i due protagonisti e il ridicolo allenamento della loro squadra sono esilaranti, ma Monsters University non riesce comunque a ripetere la magia del suo predecessore, risultando “solo” un bel film.

Roberto Giacomelli

 

PRO

CONTRO
  • Ben scritto e con personaggi vincenti
  • Non ripete la struttura del film precedente
  • Alcune gag sono molto divertenti
  • Manca il “cuore” del capitolo precedente
  • In alcune scelte sembra voler imitare Harry Potter

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