Roma 2013. Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e Liam Hemsworth parlano di “Hunger Games: La ragazza di fuoco”

14 novembre, il settimo giorno al Festival Internazionale del Film di Roma vanta un evento di grande importanza: la presentazione fuori concorso, in anteprima internazionale, di Hunger Games: La ragazza di fuoco, il secondo attesissimo capitolo della saga fanta-avventurosa tratta dai romanzi di Suzanne Collins. Per l’occasione sono arrivati a Roma, accolti da una folla esultante e chiassosa di giovani fans, la protagonista del film, il Premio Oscar Jennifer Lawrence, e i comprimari Josh Hutcherson e Liam Hemsworth, accompagnati dal regista Francis Lawrence e dai produttori Nina Jacobson e Jon Kilik.

Ma prima del Red Carpet e della proiezione del film nelle due sale (che hanno registrato il tutto esaurito già dal giorno precedente) dell’Auditorium Parco della Musica, attori, regista e produttori di Hunger Games: La ragazza di fuoco hanno incontrato i giornalisti in una conferenza stampa allo stesso tempo formale e scherzosa. Quello che segue è il nostro resoconto.

Il moderatore dell’incontro, Manlio Gomarasca, riferendosi ai produttori del film, chiede loro quali sono stati gli sforzi che hanno incontrato e le responsabilità di cui si sono fatti carico nel dare un seguito a un film dall’enorme successo come Hunger Games.

“Per questo secondo film sapevamo che eravamo nell’occhio del ciclone, seguiti da un pubblico di appassionati – dice la produttrice Nina Jacobson – e pensiamo di essere stati capaci di non deludere coloro che avevano amato i libri. Tra l’altro con il primo film abbiamo anche attirato nuovi fan, quindi abbiamo cercato di essere sì fedeli al romanzo, ma anche capaci di espandere questa realtà immaginaria creando un universo più ampio che nel primo film non era mostrato. Il nostro obiettivo era di creare questo mondo, con nuovi personaggi, per i quali abbiamo cercato attori abili e capaci come quelli del primo film”.

“Sapevamo che le aspettative erano molto alte – aggiunge Jon Kilik – ma abbiamo lavorato bene grazie al bravo regista che abbiamo ingaggiato; Lawrence ha un’ottima visione del lavoro e ha capito al volo in che direzione doveva orientarsi”.

 Hunger Games La ragazza di fuoco immagine 1

Cominciano le domande del pubblico e, come prevedibile, la maggior parte sono dirette a Jennifer Lawrence, che interpreta la protagonista Katniss Everdeen.

Alla domanda su come Jennifer abbia affrontato il fatto che Katniss sia un modello di riferimento per molti giovani, l’attrice risponde: “Quando ho letto i libri ho trovato questo personaggio perfetto per rappresentare un modello per i giovani, anche se da attrice devo dire che sta a me capire quale messaggio trasmettere e renderlo al meglio, credibile e condivisibile”.

E alla domanda se l’attrice senta il personaggio di Katniss vicino al suo essere reale, la Lawrence dice: “Vorrei essere più simile a Katniss, anche se la sento molto vicina a me. Ho letto il primo libro della saga di Hunger Games a 19 anni e la sentivo molto vicina a me, oggi invece mi identifico con lei con il sequel, soprattutto una volta che è tornata vincitrice dai giochi, con l’attenzione concentrata su di lei da parte dei media… in fin dei conti anche io sono sotto i riflettori quotidianamente come lei!

E tra i personaggi che hai interpretato nella tua carriera, con quale ti identifichi di più? Chiede una giornalista. “Non mi ricordo neanche in che film ho lavorato in questo momento! – risponde imbarazzata l’attrice – Ho fatto una parte piccola nel film Like Crazy, un film indipendente in cui si improvvisava molto e quindi quel personaggio mi somigliava davvero. Anche la protagonista di Il lato positivo mi somigliava, soprattutto per l’energia che possedeva e trasmetteva. Anche io sono molto energica e positiva nella mia vita”.

Sulla questione “carriera” e sul fatto che si possa essere generata della pressione nel suo lavoro,  Jennifer risponde: “Incomincio a sentire che devo provare questa sensazione di essere sotto pressione, ma in realtà non è così perché amo il mio lavoro. Ho sempre accettato di lavorare perché mi piace la storia dei film a cui poi partecipo e sento affinità con il personaggio che interpreto. Io mi diverto e basta, faccio il mio lavoro e non presto troppa attenzione a quello che si dice e si scrive di me”.

Cosa puoi dire sull’immagine del corpo femminile come viene rappresentata dal cinema, che in genere persegue un’ideale perfetto, snello, longilineo?

“Quando ho iniziato a lavorare ero una sportiva e non sapevo cosa fosse una dieta, non ne ho mai fatta una in vita mia! Ma i produttori mi dicevano che dovevo dimagrire. Era brutto sentirsi dire queste cose, soprattutto quando ti senti a tuo agio con il tuo corpo. So che molti pensano questa cosa, molti registi fanno pressione sul corpo magro, creando dei modelli. Io non ne posso più delle diete e dobbiamo cambiare questo modo di vedere il corpo femminile!”

Francis Lawrence interviene dicendo che la materia prima che aveva a disposizione per Hunger Games è straordinaria. L’idea di Suzanne Collins è molto bella, ovvero raccontare la guerra e la rivolta rivolgendosi ai giovani ma non trattandoli da bambini. È interessante riflettere sul mondo in cui viviamo rapportandolo a un mondo di finzione.

Josh Hutcherson aggiunge: “È bello poter partecipare a un progetto che ha così tanto seguito, è un film che contiene tanti messaggi e valori importanti. Per me è stato fantastico e molto della riuscita si deve ai fans che ci sono costantemente vicini e ci sostengono nonostante noi stiamo facendo questi stancanti “tour della vittoria”.

Liam Hemsworth dice la sua a proposito: “Condivido la passione che ha Gale, il mio personaggio, combattere per quello che crede, il desiderio di cambiare le cose. Tutti combattono per i propri ideali e questo è un messaggio importante per tanti giovani, essere fedeli ai loro ideali e combattere per quello in cui credono”.

Qualcuno ha notato delle connessioni tra Hunger Games e la saga di Star Wars, soprattutto nella gestione dei personaggi e nel percorso di crescita che affrontano. A tal proposito il regista Francis Lawrence dice: “Io credo che Katniss sia molto diversa da Luke Skywalker, lei vuole solo la sua vita e non deve combattere contro il suo lato oscuro, lei è molto umana e vuole battersi per i suoi cari, per questo è molto amata e la gente si identifica con lei. Il co-sceneggiatore però è un fan di Star Wars in effetti e abbiamo parlato spesso della prima trilogia quando scrivevamo La ragazza di fuoco, soprattutto per quanto riguarda la conclusione del film.

Ancora una domanda per Francis Lawrence. È stato impegnativo lavorare con attori premio Oscar come Jennifer Lawrence e Philip Seymour Hoffman?

“No, non mi ha intimorito, anzi ero entusiasta perché avevo ereditato un cast incredibile. Conoscevo solo Lenny Kravitz, ma tutti loro mi hanno accettato con generosità ed entusiasmo. Abbiamo lavorato molto bene tutti insieme, Hoffman, Wright, Plummer… attori di grande talento e lavoro creativo”.

Poi viene a galla una questione per mesi ha affollato le discussioni di molti cinefili in riferimento anche al primo film, ovvero per quale motivo in un film che parla della violenza nella società la violenza non è esplicita. A rispondere è la produttrice: “Questi film trattano della violenza e noi americani abbiamo un Paese in guerra da oltre 10 anni e non è facile dimenticarsi della violenza che hanno visto i nostri soldati. Francis è un regista sofisticato e la violenza deve essere percepita dagli occhi dei personaggi non dagli spettatori, l’importante è vedere come la violenza cambia i personaggi, come loro reagiscono nei confronti della violenza”. E Francis Lawrence aggiunge: “Mi interessano le conseguenze, l’impatto emotivo e quello che può generare, per questo all’inizio del film vediamo i personaggi cambiati in confronto al primo film”.

Per concludere una domanda a Josh Hutcherson: “Sei anche doppiatore, visto che da bambino hai prestato la voce per  Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki, come ti sei avvicinato al mondo del doppiaggio?”

“Avrò avuto 11-12 anni quando ho doppiato Il castello errante di Howl, Miyazaki è un regista magnifico e per me è stato un onore. È stato comunque divertente e anche difficile, soprattutto per quanto riguarda la sincronizzazione del labiale con le immagini.

Roberto Giacomelli

Di seguito, alcune clip esclusive di photocall e conferenza stampa e la relativa fotogallery:


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