Segreti di famiglia, la recensione

Dopo aver ottenuto diversi riconoscimenti con i due lungometraggi Reprise e Oslo, 31. august, il regista norvegese Joachim Trier ha diretto Segreti di famiglia, il suo primo film in lingua inglese, avvalendosi di un cast di prim’ordine che comprende Isabelle Huppert, Jesse Eisenberg e Gabriel Byrne.

Isabelle (Isabelle Huppert) era una fotografa di guerra che, per ironia della sorte, ha trovato la morte in un incidente d’auto qualche tempo dopo aver lasciato il proprio lavoro. Tre anni dopo il tragico evento, il marito Gene (Gabriel Byrne) è impegnato a organizzare una mostra con le foto della moglie, cercando nel frattempo di tenere unito ciò che resta della propria famiglia, ovvero il figlio maggiore Jonah (Jesse Eisenberg), appena diventato padre, e Conrad (Devin Druid), adolescente introverso e solitario.

In lingua originale il film si chiama Louder than bombs, in riferimento al lavoro della protagonista Isabelle, mentre in italiano diventa Segreti di famiglia, un titolo allo stesso tempo anonimo e stucchevole: ma stavolta i titolisti italiani possono essere perdonati, perché in effetti l’atmosfera di Segreti di famiglia corrisponde, in parte, agli echi evocati dalla traduzione nostrana.

segreti di famiglia 1

Nonostante la regia dall’eleganza formale di cui si serve Trier, il film finisce per configurarsi come un reiterato e stanco melò di genere, non apportando nulla di nuovo alla tradizione cinematografica riguardante il lutto e la sua elaborazione. La storia è farcita di cliché che spaziano da tradimenti e amanti fino ad arrivare alla figura dell’adolescente problematico, trattata nel più classico dei modi; tra queste sottotrame quella che spicca per la maggiore futilità riguarda Jonah, il cui sfuggire alle responsabilità di padre e marito risulta uno snodo narrativo terribilmente fine a se stesso.

D’altra parte l’obiettivo primario del regista, ovvero l’indagine sui meccanismi della memoria, emerge con chiarezza, andando così a costituire il motivo d’interesse del film. Ultimamente l’esperimento più riuscito in questo senso è nato sul piccolo schermo, con l’ottima prova della serie TV The Affair; Segreti di famiglia, invece, si costituisce come un film dal valore quasi letterario, dove i tre protagonisti maschili Gene, Conrad e Jonah assumono di volta in volta il controllo della narrazione, attraverso un flusso di coscienza in cui emergono dei flashback su Isabel. Sebbene ognuno di loro si arroghi il diritto di conoscerla a fondo, essi capiscono alla fine di averla appena sfiorata: solo i loro ricordi combinati insieme riusciranno a ricreare parte della personalità di Isabel, che rimane tuttavia una figura dall’essenza enigmatica e sfuggente.

segreti di famiglia 3

Ma alla maniera di Gene e i figli, anche Trier finisce solamente per sfiorare il cuore della vicenda e dello spettatore: di fatto la narrazione impersonale e fiacca viaggia verso un finale prevedibile e verso gli sbadigli del pubblico.

Segreti di famiglia uscirà nelle nostre sale il 23 giugno, distribuito da Teodora Film.

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
L’indagine sui meccanismi della memoria condotta da Trier. È un melò dal cuore insipido, con una narrazione fiacca e prevedibile.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Segreti di famiglia, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.