Shark Bait, la recensione

Appuntamento immancabile di ogni estate cinematografica, il filone dello shark movie quest’anno si arricchisce con un piccolo ma energico teen-action squalesco che risponde al titolo di Shark Bait e porta con se l’ormai consolidata esperienza dei produttori Will Clarke e Andy Myson, che nell’arco di una manciata di anni hanno piazzato uno dietro l’altro il cult 47 metri, il sequel nominale 47 metri: Uncaged e una sorta di spin-off, The Great White.

Un gruppo di amici sta trascorrendo una spensierata vacanza in una località balneare in Messico. In conclusione di una notte di baldoria in cui Nat e i suoi amici Tom, Milly, Tyler e Greg hanno alzato il gomito più del dovuto, i ragazzi rubano due moto acquatiche dal molo e si avventurano in mare aperto, esibendosi in stupide evoluzioni che culminano con uno scontro frontale che causa il ferimento di Greg, affonda una delle due moto e rende inutilizzabile l’altra. Col passare delle ore e la difficoltà di avvistare qualcuno a cui chiedere soccorso, i ragazzi si rendono conto che il sangue di Greg ha attirato un enorme squalo bianco che ora non vede l’ora di banchettare con le sue prede.

Il regista inglese James Nunn, che aveva esordito nel 2012 con l’interessante thriller Tower Block per passare poi alla regia di alcuni action con Scott Adkins, è l’uomo eletto per dar vita alle disavventure acquatiche di un manipolo di ventenni che sembrano usciti direttamente da uno slasher-movie, sia per la tipologia fisica che per la caratterizzazione. Insomma, la classica carne da macello tipica di certo cinema horror che la sceneggiatura di Nick Saltrese puntualmente ci fa odiare fin dai primi minuti. Va da se che l’entrata in scena di un enorme e famelico squalo è comparabile a quella di un boogeyman, con il quale irrimediabilmente lo spettatore comincia a parteggiare, viste le premesse. E proprio come se stessimo assistendo a un film su Jason Voorhees o Michael Myers, ogni comparsata dello squalo alza l’asticella della tensione e della violenza.

Shark Bait è un film fortemente di genere e quindi targettizzato, colpisce diritto quella nicchia fan dell’horror acquatico con il pericolo che possa risultare, invece, indigesto allo spettatore casuale che instaura immediatamente il confronto di ogni film con uno squalo con il capolavoro di Steven Spielberg.

In questi termini, Shark Bait non è di certo un’opera imperdibile, anzi si adagia su molti dei cliché del genere senza aggiungere realmente qualcosa di nuovo al suo filone di riferimento. Per la dinamica d’azione e di contesto ricorda molto il buon The Reef (2010) di Andrew Traucki, dove le aspiranti vittime dello squalo erano bloccate su una barca capovolta; qui l’unità di luogo e spazio è rappresentata da una moto acquatica in panne, uno spazio estremamente angusto per cinque persone, che di certo non ferma lo squalo dai suoi sempre più frequenti attacchi. A movimentare la situazione, c’è anche una storia di tradimenti e gelosie che rende ancora più complicata la convivenza in quello spazio ristretto, ma nulla che possa realmente convogliare l’interesse dello spettatore, decisamente più catturato dal mostro marino e dalla sua fame insaziabile.

Per il genere a cui appartiene, Shark Bait è anche piuttosto cruento, con un’escalation di atrocità che culminano in uno degli attacchi più gore visti in uno shark movie di ultima generazione.

Effetti speciali leggermente sotto l’asticella media, anche se James Nunn ha l’intelligenza di mostrare chiaramente lo squalo il meno possibile.

Cast pressoché anonimo, dal quale emerge giusto la protagonista Holly Earl (la serie tv Humans e il film Once Upon a Time in London) per una minima costruzione del personaggio e per la discreta intensità offerta dalla performance dell’attrice.

Dunque, se siete dei fan irriducibili degli squali mangiauomini, Shark Bait è un divertente e ritmato spettacolo d’intrattenimento che offre esattamente quello che promette. Se non rientrate nella categoria appena chiamata in causa, potete tranquillamente saltare il film e farvi una bella nuotata in mare aperto.

Shark Bait arriverà nei cinema italiani il 28 luglio 2022 distribuito da Adler Entertainment.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Costruito come uno slasher movie in cui il boogeyman è lo squalo!
  • Più gore della media di questo genere.
  • Ha un ritmo molto elevato.
  • I personaggi sono scritti con l’inchiostro simpatico.
  • Gli effetti visivi sotto un po’ sotto la soglia di guardia.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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