Spare Parts, la recensione

Dopo essere stato presentato lo scorso autunno in prestigiosi festival di cinema di genere, come Sitges, il London FrightFest e il nostrano Oltre lo specchio, l’action/splatter Spare Parts arriva anche in Italia, distribuito in DVD da Blue Swan Entertainment a partire dal 18 marzo 2021 e a noleggio sulle principali piattaforme TVOD come Chili e Rakuten Tv.

Le Ms.45 sono una band punk tutta al femminile e si esibiscono in fatiscenti locali frequentati da persone poco raccomandabili… come loro! In seguito a una cruenta rissa, Emy, Emma, Cassie e Jill vengono drogate e rapite ma quando si risvegliano scoprono che a ciascuna di loro manca un arto, amputato e sostituito con una letale arma. Le quattro sono finite nelle grinfie di una comunità che adora dèi pagani e inneggia all’ultra-violenza come valvola di sfogo organizzando tornei mortali in una discarica, in cui si esibiscono (spesso contro il proprio volere) gladiatori trasformati in letali macchine da combattimento con parti anatomiche intercambiabili.

Ma con una sinossi come questa, come si fa a non voler bene a prescindere a Spare Parts? In effetti il film di Andrew Thomas Hunt ha un potenziale infinito che non riesce a sfruttare a pieno per un semplice motivo: si prende dannatamente sul serio!

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Con una carriera da produttore in opere più o meno trash, come It Came From the Desert, Sky Sharks, Psycho Goreman, Andrew Thomas Hunt può apparire la persona più indicata per dar vita al folle script di David Murdoch e Svet Rouskov, ma dare uno sguardo alla sua precedente regia – il thriller Sweet Karma – può essere indicativo del fatto che l’Hunt regista ambisca a qualcosa di più in confronto all’Hunt produttore. Infatti, posti dei punti saldi nella realizzazione di Spare Parts, l’opera che giunge agli spettatori è un action/splatter che cerca una sua dimensione personale e un approfondimento psicologico nei personaggi. Questo è assolutamente lodevole e vedere un film di genere che dà importanza ai suoi personaggi e riesce a massimizzare il suo low budget risultando pari a produzioni ben più ricche è sinonimo di grande professionalità.

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Dunque, nello squinternato crescendo che pone le quattro musiciste in novelle gladiatrici troverà spazio il rapporto che si instaura tra di loro, in particolare tra Emy ed Emma, sorelle e rivali tanto nella vita quanto nell’arena. Emy, frontwoman delle Ms.45 (omaggio a L’angelo della vendetta di Ferrara?) interpretata dalla bellissima Michelle Argyris della serie Shadowhunters, è sicura di se e aggressiva, una vera mangiauomini che tende a oscurare da sempre la luminosità della sorella minore Emma, bassista del gruppo interpretata dalla stunt Emily Alatalo. Tra le due si instaura da subito una rivalità che si estende anche nel pregresso, nella vita privata e sentimentale in cui Emy ha tradito la fiducia di Emma perché le ha “rubato” un ragazzo. Un rapporto conflittuale che troverà sfogo proprio nel combattimento in arena, dove le due ragazze sono chiamate a trovare una collaborazione contro un nemico comune, quindi anche una risoluzione di conflitti personali. Jill e Cassie sono le altre due Ms.45, tostissime anche loro e interpretate da Chelsea Muirhead e Kiriana Stanton, sono una coppia di fatto e Jill è incinta, pronta a dare a Cassie il loro primo figlio avuto con l’inseminazione artificiale.

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Spare Parts si concentra molto sulle protagoniste, che eclissano il parterre di villains rappresentati dall’Imperatore Julian Richings (che ricordiamo in Cube – Il cubo e Wrong Turn) e il suo viscido figlio Sam (Jason Rouse), macchiette che non riescono mai ad emergere e incapaci di catalizzare l’attenzione dello spettatore.

Dicevamo che, paradossalmente, il difetto maggiore di Spare Parts è la sua seriosità perché, in fin dei conti, non offre del tutto quello che promette. L’azione c’è ma è pochissima, lo splatter anche c’è (e di buona qualità) ma è piuttosto contenuto e i momenti-madre si concentrano in un paio di punti (molto distanti tra loro) intervallati da troppe chiacchiere. Insomma, se vi aspettate un trashone esagerato e sanguinolento, potreste rimanere delusi.

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Alla fin fine, Spare Parts si incastra nel filone fanta-action in stile Death Race e L’implacabile, ma gli manca l’energia di entrambi bilanciata da una ricerca sui personaggi che in un film di questo tipo, seppur gradita, non è necessaria.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il soggetto è molto accattivante.
  • La confezione generale è di qualità.
  • Anche se non abbondante, lo splatter è molto ben realizzato.
  • Troppe chiacchiere e poca azione.
  • I cattivi sono caratterizzati poco e male.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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