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The Substance, la recensione del body horror estremo di Coralie Fargeat

Stiamo vivendo un momento storico davvero favorevole per il cinema horror perché possiamo notare una varietà (unita anche a un’indubbia qualità) che forse non si vedeva in giro dal ventennio d’oro 70-80 dello scorso secolo, quando al cinema potevi trovare in cartellone sia prodotti di genere di puro entertainment che altri più ambiziosi, capaci di portare avanti un discorso politico e sociale. E stiamo anche assistendo alla nascita artistica e l’affermazione di giovani autori di talento capaci di condurre un percorso coerente e, probabilmente, di diventare di tendenza per il futuro. In questo felice scenario possiamo scorgere anche la francese Coralie Fargeat che nel 2017 aveva esordito con il feroce rape & revege intitolato, appunto, Revenge e ora torna al cinema con un horror fanta-grottesco che è riuscito ad aggiudicarsi la palma alla miglior sceneggiatura all’ultimo Festival di Cannes. Parliamo di The Substance, che in Italia arriverà nei cinema dal 30 ottobre grazie a I Wonder Pictures dopo essere stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e al Triste Science + Fiction Festival.
TOHorror 2024. Animale, la recensione

Presentato in concorso alla 24ª edizione del TOHorror Fantastic Film Fest e prima ancora come film di chiusura alla Semaine de la critique al Festival di Cannes, Animale di Emma Benestan si svolge in un allevamento di tori in Camargue, nel sud della Francia. Qui Nejma si occupa degli animali e si allena per la corrida, la mattina dopo i festeggiamenti per il suo debutto come torero inizia a percepire strani mutamenti nel suo corpo. Contemporaneamente un toro impazzito inizia ad aggredire e uccidere gli allevatori.
The Substance: il body horror che ha conquistato il Festival di Cannes arriverà nei cinema italiani con I Wonder Pictures

I Wonder Pictures ha annunciato proprio oggi l’acquisizione per il mercato italiano di The Substance, il secondo film della talentuosa regista Coralie Fargeat in concorso al Festival di Cannes, una storia visionaria a tinte horror/splatter che si è già guadagnata l’appellativo di cult, interpretata da Demi Moore, Margaret Qualley e Dennis Quaid.
Sick of Myself, la recensione

Cosa sei disposto a fare per essere al centro dell’attenzione?
Probabilmente la risposta di Signe (Kristine Kujath Thorp) sarebbe: tutto.
Signe è la protagonista di Sick of Myself, opera seconda di Kristoffer Borgli (che ritroveremo a breve con Dream Scenario), che racconta del difficile rapporto tossico e profondamente narcisista tra la protagonista e il suo ragazzo Thomas (Eirik Sæther), artista contemporaneo che inizia a riscuotere un certo successo e una certa attenzione. I due sfiorano il disturbo patologico, vivendo una profonda invidia e competizione l’una nei confronti dell’altro. È proprio il sentirsi messa in ombra e il desiderio di apparire che spinge Signe a metodi sempre più estremi per essere al centro dell’attenzione. Decide così di assumere delle pillole illegali, consapevole che le deformeranno completamente viso e corpo. Tutto ciò andrà ad incidere sulle sue relazioni, tanto quella con Thomas quanto quella con il gruppo di amici.
Hatching – La forma del Male, la recensione

“C’è del marcio…in Scandinavia”. Questa battuta, parafrasata dall’Amleto di Shakespeare, sintetizza nel migliore dei modi la nuova stagione dell’Horror made in Nord Europa. Negli ultimi vent’anni, infatti, gli appassionati del genere hanno potuto gustare tanti gradevoli titoli provenienti da paesi freddi ma, a quanto pare, decisamente caldi in quanto a ispirazione e gusto nel raccontare storie di terrore e incubi ancestrali. Una nouvelle vague nordica che ha come caratteristica principale quella di vantare al suo interno due correnti autoriali, caratterizzate da un approccio al genere opposto sia per obiettivi che per target di pubblico.
Da un lato, infatti, abbiamo film che hanno come protagonisti zombie famelici, mostri assassini e gruppi di adolescenti che si rifugiano in baite di montagne, come accade, ad esempio, nei due Dead Snow di Tommy Wirkola o in titoli come Lake Bodom; dall’altro, invece, vi è un altro gruppo film, più folto e di moda allo stato attuale, nei quali gli stilemi del genere vengono utilizzati per realizzare opere dalla vena decisamente più autoriale e intrise di tematiche profonde e di spessore. Sono un esempio, in tal senso, prodotti come Lasciamo entrare, Thelma e il recente Lamb.
Men, la recensione

La carriera di Alex Garland sta assumendo dei risvolti davvero interessanti. Nato professionalmente come scrittore, pubblica nel 1996 The Beach – L’ultima spiaggia, da cui subito dopo Danny Boyle trae l’omonimo film con Leonardo DiCaprio. Da qui si instaura una collaborazione tra Garland e Boyle che porterà il primo a sceneggiare per il secondo 28 giorni dopo (2001) e Sunshine (2007). Garland si specializza come sceneggiatore di drammi distopici fantascientifici come Non lasciarmi (2010) ma anche di riusciti cinecomic come Dredd – Il giudice dell’apocalisse (2012), fino all’esordio alla regia con il bellissimo Ex Machina (2015), un percorso autoriale che prosegue con Annientamento (2018) e la miniserie per Hulu Devs (da noi ancora inedita). E qui abbiamo un’importante svolta che coincide con la collaborazione tra Garland e la gettonatissima realtà produttiva A24, che gli finanzia Men, un horror psicologico dai risvolti splatter.
Disponibile in blu-ray Malignant, l’istant cult horror firmato da James Wan

Non è azzardato considerare James Wan uno dei più concreti eredi del movimento New Horror hollywoodiano che si è sviluppato nell’underground cinematografico post-sessantottino. Fermo restando che nel cinema del giovane regista di origini malesi non c’è (e non ci vuole essere) quel fervore politico e quegli intenti sociali che muovevano le opere dei primi Romero, Cronenberg, Craven e Hooper, nel suo operato si nota comunque una diretta influenza da stili, argomenti e topòi in generale che hanno caratterizzato la rinascita del cinema horror americano. Sin dai suoi esordi cinematografici, Wan ha dimostrato di essere uno spettatore affamato di immagini, uno studente diligente e un vero e proprio fan del “cinema del passato”. Proprio grazie a questo suo nutrito amore verso certo cinema, James Wan è adesso tra gli autori di punta di questo genere, capace non solo di inanellare un successo economico dietro l’altro, ma anche di vantare un corposo numero di pellicole oggi considerate tra i classici contemporanei del cinema horror. Con Malignant, rilasciato nelle nostre sale lo scorso settembre sollevando sin da subito un certo fomento nella critica di settore, James Wan realizza un instant-cult che potrebbe lanciare nell’immaginario cinematografico horror un nuovo e fantasioso boogeyman. Il film adesso è finalmente disponibile in blu-ray grazie a Warner Bros Home Entertainment.
Eli Roth’s History of Horror: con Midnight Factory la seconda stagione completa

Era l’inizio del 2020 quando Midnight Factory aveva ampliato la propria offerta home video editando la prima stagione di Eli Roth’s History of Horror, un gustoso viaggio nel brivido condotto da Eli Roth, regista di pellicole divenute instant-cult come Hostel o Cabin Fever ma anche attore in iconici ruoli come quello del Sgt. Donny Donovitz in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Che Eli Roth fosse un vero e proprio appassionato di cultura horror – al limite del fanatismo – non è mai stato nascosto a nessuno e quindi non stupisce questa sua iniziativa, una docu-serie targata AMC (l’emittente di The Walking Dead) che prova ad mettere ordine nell’affollato universo dell’orrore cinematografico. Attraverso preziosi interventi come quello di Quentin Tarantino, Rob Zombie, Joe Dante, Stephen King, Greg Nicotero, Jordan Peele o Jack Black, Eli Roth analizza alcuni generi cinematografici legati al mondo horror cercando di individuare quali siano i titoli che meglio li rappresentano. Da poche settimane Midnight Factory, costola di Koch Media specializzata in horror, ha reso disponibile in Limited Edition 2 blu-ray + Booklet la seconda stagione completa (composta da sei episodi) di questo intrigante viaggio nel cinema horror.
Titane, la recensione

<<Dovunque vi saranno molte macchine per sostituire gli uomini, vi saranno sempre molti uomini che non sono altro che macchine>>
Louis de Bonald
Con un coup de théâtre che ha spiazzato molti, la giuria del 74° Festival di Cannes ha premiato con la Palma d’oro Titane, l’opera seconda di Julia Ducournau, un film tanto affascinante e complesso quanto repellente, ostico, animalesco.
Chi ha già visto Raw – Una cruda verità (2016), l’opera prima della regista francese, può farsi una mezza idea su cosa aspettarsi in Titane, ovvero un hellzapoppin’ di suggestioni che giocano con l’orrore, la scoperta di se stessi e la ricerca dello shock visivo ed emotivo e fuggono da una vera e propria classificazione di genere. Con Titane, Julia Ducournau si spinge decisamente oltre il suo film sul cannibalismo e costruisce un oggetto molto particolare e sfaccettato che gioca con il genere horror inserendolo in un discorso sulla mutazione corporea decisamente estremo.
Demoni e mutazioni in alta definizione blu-ray: Jack in the Box e Rupture

Già da qualche settimana, l’offerta home video di CG Entertainment si è arricchita con due titoli desiderosi di indagare il lato più oscuro e marcio del “fantastico”. Dall’horror alla fantascienza, atavici demoni affamati di anime e sinistre mutazioni che partono dal cervello per ripercuotersi sul corpo. Sono disponibili in alta definizione blu-ray disc l’inquietante Jack in the Box e l’inedito body horror Rupture interpretato da Noomi Rapace e Peter Stormare.