Archivio tag: ghost story

The Others torna a spaventare in limited edition 4K + blu-ray con Midnight Factory

Oggi che sembra essere tornato in voga il classico di Henry James Il giro di vite, trasposto nell’arco di pochi mesi con poca convinzione sia nel film di Floria Sigismondi The Turning – La casa del Male che nella miniserie Netflix The Haunting of Bly Manor, Plaion Pictures per la collana Midnight Factory riporta in home video uno dei più riusciti adattamenti del racconto di James, The Others. A dire il vero, il film diretto nel 2001 da Alejandro Amenábar non è una trasposizione ufficiale dell’opera letteraria del 1898, ma ne prende palesemente diversi elementi rielaborandoli in funzione di una visione personalissima del racconto gotico del genere ghost story. Il risultato è eccezionale e The Others, oltre ad essere stato un incredibile successo commerciale con i suoi 210 milioni di dollari di incasso worldwide, rappresenta ad oggi una delle più riuscite (se non LA più riuscita) ghost story cinematografiche del terzo millennio.

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Wolf Hunter e Martyrs Lane tra i nuovi inediti di Midnight Factory

Nuovo duo di titoli inediti thriller/horror per Midnight Factory, l’ormai consolidata etichetta distribuita da Plaion Pictures, che questo mese porta in limited edition DVD e Blu-ray il feroce thriller di Shawn Linden Wolf Hunter e l’inquietante ghost story di Ruth Platt Martyrs Lane.

Joseph, sua moglie Anna e la loro figlia adolescente Renée vivono in una casa immersa nei boschi portando avanti l’attività famigliare di cacciatori di pellicce. Anna è preoccupata per sua figlia che non ha amici e non conosce la “civiltà”, mentre Joseph è ossessionato dalla presenza di un lupo che ritiene responsabile di sabotare le sue trappole. Per questo motivo, l’uomo esce per cacciare l’animale ma con sorpresa trova quattro persone barbaramente uccise, con evidenti segni di tortura e mutilazione. Nel frattempo, Anna si imbatte nei pressi di casa in un uomo gravemente ferito e lo porta dentro per curarlo…

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His House, la recensione

Prima che il maledetto Coronavirus cominciasse a stravolgere le nostre vite e, soprattutto, a monopolizzare i media di ogni tipo, l’argomento attorno al quale l’opinione pubblica maggiormente si divideva era senza dubbio quello dell’immigrazione. Tra chi era a favore dell’integrazione fra culture diverse e chi, al contrario, vedeva in esso un ostacolo allo sviluppo economico, il dibattito politico si era fatto sempre più aspro e conflittuale. Uno scontro che, tuttavia, non considerava che dietro i tanti migranti vi sono storie di uomini e donne con tante sofferenze e perdite dolorose alle spalle.

Poteva il cinema horror restare insensibile alla tematica razziale? Assolutamente no. Negli ultimi anni, infatti, l’ala autoriale e impegnata del genere ha affrontato l’argomento con cura e gusto, dando vita ad alcuni prodotti di ottima fattura e ricchi di significati sociali e culturali, come dimostrano i film di Jordan Peele, Us e Get Out nei quali il riscatto e la discriminazione venivano inquadrati dal punto di vista degli afro americani.

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The Orphanage, la recensione

Laura ha acquistato l’orfanotrofio in cui è cresciuta da bambina e ora, insieme a suo marito Carlos e al figlio adottivo Simon, ha intenzione di trasformare l’edifico in una casa-famiglia dove accudire bambini disabili. Il giorno dell’inaugurazione, il piccolo Simon, dopo un litigio con la madre, scompare senza lasciare traccia. Da quel momento la vita di Laura e Carlos ha una brusca caduta, i loro sogni sono infranti e, per di più, la donna percepisce delle strane presenze dentro casa, forse le stesse di cui parlava anche Simon senza essere creduto dai genitori. Passati nove mesi dalla scomparsa del bambino, i due genitori non hanno ancora smesso di cercarlo e come ultimo tentativo si rivolgono a un team di parapsicologi per far loro analizzare l’abitazione, convinti che le presenze che probabilmente vi abitano possano sapere dove è finito il bambino.

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Letto N. 6, la recensione

Letto N. 6

L’Italia ha una importante e fortunata tradizione nelle ghost stories cinematografiche che va a braccetto con la nascita e lo sviluppo del cinema horror nostrano. Il problema è che questa stupenda tradizione si è fermata ormai da quasi quarant’anni!

Salvo sporadici tentativi di percorrere il genere, spesso da parte delle frange più indie del nostro cinema, l’horror italiano che ha fatto scuola nel mondo è rimasto alla metà degli anni ’80, quando già le eccellenze italiane zoppicavano, le produzioni erano sempre più esigue e povere e i maestri di un tempo o erano già scomparsi o stavano progressivamente abbandonando i film dell’orrore, lasciando tutto nelle mani di “giovani” già affermati come Dario Argento e Lamberto Bava.

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TFF37. Letto n.6

Letto n. 6

La dottoressa del turno di notte di una importante clinica pediatrica muore suicida. La sostituisce Bianca (Carolina Crescentini), che accetta il lavoro senza rivelare di essere incinta. Quando viene a sapere che dovrà passare le notti proprio nella stanza dalla quale si è buttata la collega, le inquietudini hanno inizio. Malgrado lo scetticismo del marito (Pier Giorgio Bellocchio), i timori di Bianca non tarderanno a essere confermati: una notte, seguendo rumore di singhiozzi, fa conoscenza con il bambino del letto numero sei. Vuole la sua mamma. Bianca lo rassicura: domani mamma arriva. Ma la notte seguente il bambino si presenta in infermeria, accusandola di essere una bugiarda. Bianca cerca informazioni sul bambino, scoprendo che il letto numero sei è vuoto da tempo.

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La vedova Winchester, la recensione

Il filone delle ghost stories e delle case infestate, nello specifico, è tra i più antichi rappresentati del genere horror, appartenuto tanto al cinema delle origini quanto alla corrente gotica che ha attraversato i decenni del ‘900, fino alla più recente esplosione di produzioni a basso/medio budget delle majors. Un filone che si adagia su meccanismi collaudati ed elementi ricorrenti, che preferisce la creazione dell’atmosfera alla violenza grafica e che in molte occasioni è riuscito a dar vita a dei veri e propri caposaldi del cinema (non solo horror) grazie a una sapiente costruzione degli spazi e un’adeguata rielaborazione dei topoi tipici del filone.

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Angoscia, la recensione

Per promuovere il film horror Angoscia, è stata utilizzata una frase dello storico magazine di settore Fangoria, che recita: “il più raccapricciante e significativo film horror dai tempi di It Follows”. Angoscia è del 2015, It Follows del 2014. Capirete che quel claim forse non ha una valenza così significativa come si potrebbe immaginare a un primo acchito. E infatti Angoscia non è questo pezzo da 90 che ci vorrebbero vendere… anzi, siamo di fronte a un horrorino dal cortissimo respiro che si dimentica già alla conclusione dei titoli di coda.

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