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Dogtooth: disponibile in blu-ray disc il primo disturbante film di Yorgos Lanthimos

La rinascita del cinema greco ha una data, un nome e un titolo: la data è il 2009, il nome è Yorgos Lanthimos, il titolo è Kynodontas, o Dogtooth, se preferite l’accezione internazionale anglofona. È con questo minuscolo film di ormai 11 anni fa che Lanthimos si è fatto conoscere dal pubblico di tutto il mondo grazie al premio come miglior film nella sezione Un certain regard di Cannes 2009 e la candidatura come miglior film straniero agli Oscar 2011, un family drama così bizzarro e disturbante da non poter certamente passare inosservato! E infatti da quel momento la carriera del regista greco è decollata, prima con il romance distopico The Lobster, poi con l’horror Il sacrificio del cervo sacro, fino alla vittoria di un Oscar (con ben 10 candidature) per La favorita. Con 11 anni di ritardo Dogtooth è arrivato anche in Italia e dopo una piccola distribuzione in sala quest’estate, il primo film di Yorgos Lanthimos arriva anche in blu-ray disc con Lucky Red e Koch Media.

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Border – Creature di confine e Blue My Mind: il fantasy europeo d’autore in home video

Tra le più recenti uscite home video di CG Entertainment segnaliamo due titoli che hanno saputo scuotere in modo alquanto singolare il nostro entusiasmo: Border – Creature di confine e Blue My Mind – Il segreto dei miei anni. Due film “piccoli” (se analizziamo il contesto produttivo), provenienti entrambi dall’Europa (svedese il primo, svizzero/tedesco il secondo) ed accomunati dalla medesima volontà di voler raccontare l’elemento “fantastico” ricorrendo però a narrazioni spaventosamente realistiche e drammatiche. Ad accomunare le due pellicole, inoltre, si riscontra lo stesso desiderio di affrontare problematiche universali e quotidiane (l’amore, la scoperta della propria identità, l’adolescenza) facendo però appello a specifiche figure mitologiche che risiedono nell’immaginario collettivo di ognuno di noi. In entrambi i casi il risultato è eccezionale così che i due titoli hanno la forza di inserirsi con prepotenza fra le migliori visioni giunte nei nostri cinema quest’anno. Esempi lampanti di come anche il cinema fantasy, quando fatto con intelligenza, può non essere ad appannaggio esclusivo delle grandi produzioni hollywoodiane.

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Sofia, la recensione

Uno degli esordi più interessanti dell’anno è Sofia diretto da una promettente giovane autrice dal nome altisonante, Meryem Benm’Barek-Aloïsi. La regista, classe 1984 e originaria di Rabat, firma con questo primo lungometraggio un’opera bellissima nella sua apparente semplicità e forse presagio di una nuova interessante linea autoriale.

Probabilmente la tematica scelta dalla regista potrà stupire il pubblico occidentale, essendo quest’ultima ispirata ad un volto a noi poco noto di un paese pur sempre affacciato sul Mediterraneo.

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White God – Sinfonia per Hagen, la recensione

Dopo alcuni ritardi di distribuzione, finalmente giunge nelle sale italiane l’ungherese White God – Sinfonia per Hagen, vincitore dell’ambita sezione Un certain regard a Cannes 2014. Il regista Kornel Mundruczo, già conosciuto, e semi-odiato dalla critica, per Johanna e il discusso Tender Son: The Frankestein project, si cimenta in una pellicola di (auto)denuncia dal sapore moraleggiante, accogliendo al suo interno una commistione di generi ben amalgamati tra loro.

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Incompresa, la recensione

Asia Argento è un “personaggio” singolare, tanto eccessivo quanto vicino alla forma più pura di cinema, sintesi dell’artista che non sa (o non può) trovare una sua dimensione personale e autore con una cifra stilistica ormai rodata. Asia Argento vive di contraddizioni, lo ha dimostrato come attrice, come persona e come regista e Incompresa è forse la sublimazione di questa schizofrenia professionale, un’opera che ti fa costantemente chiedere: ma ci è o ci fa?

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