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Il Giovane Favoloso, la recensione
Presentato in concorso alla 71° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Il giovane favoloso è un film che ha decisamente diviso la critica. C’è chi lo dava per vincitore, chi l’ha odiato ribattezzando il regista Mario Martone “Mario Mattone”, e chi ne è rimasto piuttosto indifferente. A onor del vero, il nuovo film di Martone si presta benissimo a diverse sensazioni perché, da una parte, è un’opera sontuosa e visivamente accattivante, ma, dall’altra, un pamphlet didascalico a misura di liceo classico. L’indifferenza è, dunque, la linea di pensiero più condivisibile.
Venezia 71. Altman, la recensione
Uno dei documentari più belli tra quelli presentati nella sezione Venezia classici alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è sicuramente Altman di Ron Mann.
Nei suoi 95 minuti riesce a conquistare lo spettatore totalmente, mostrando tutta la bravura, l’eccentricità e il genio di uno dei più grandi registi e sceneggiatori americani, appunto Robert Altman, scomparso nel 2006.
Boxtrolls – Le scatole magiche, la recensione
Non è nota come la Disney/Pixar ne come la DreamWorks Animation, eppure la Laika Entertainment sta, pian pianino, costruendosi un nome e una credibilità in quanto realtà legata all’universo del cinema d’animazione. Fondata negli anni ’90 e con due soli lungometraggi all’attivo, Coraline e la porta magica (2009) e ParaNorman (2012), la Laika ora ci riprova con Boxtrolls – Le scatole magiche, confermando così la firma autoriale che riesce a imprimere sui suoi lavori.
Il poster ‘all red’ e lo spot tv di Birdman (o Le Imprevedibili Virtù dell’Ignoranza)
Sono disponibili per voi, in calce, uno spot tv e il poster, rilasciato da Vulture, di Birdman, di Alejandro G. Iñárritu. La pellicola ha aperto la 71^ edizione del Festival di Venezia e ha riscosso consensi all’unanimità. Potete leggere la nostra recensione cliccando QUI.
Venezia 71. Pasolini, la recensione
Sono passati quasi quarant’anni dalla morte dell’indimenticabile Pier Paolo Pasolini, poliedrico e discusso artista che ha segnato il panorama culturale italiano. Forse per celebrare questo anniversario, o forse perché Pasolini è una figura troppo importante per passare ancora inosservata sul grande schermo, il cinema ha deciso di rendergli omaggio con ben due pellicole. La Macchinazione sarà pronto nel 2015, è una produzione italiana per la regia di David Grieco e con Massimo Ranieri nel ruolo del poeta, ma quello che qui ci interessa è il film di Abel Ferrara, che si chiama molto eloquentemente Pasolini ed è stato uno degli eventi in concorso della 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
One On One, la recensione
Una studentessa coreana viene rapita e assassinata da un gruppo di sicari, sotto ordine di alcune misteriose figure governative. Convinti di aver semplicemente eseguito un ordine come un altro, gli assassini vengono rapiti uno a uno da un gruppo di vigilantes chiamati Le Ombre, i quali li torturano al fine di estorcere un’ammissione di colpevolezza firmata col sangue.
Dopo esser stato rilasciato, uno dei membri comincia a indagare sulle vite dei suoi carnefici, cercando di scoprire la vera natura della gang.
Venezia 71. Senza nessuna pietà, la recensione
Presentato nella sezione Orizzonti alla 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Senza nessuna pietà rappresenta l’esordio alla direzione di un lungometraggio dell’attore Michele Alhaique, che comunque si era già cimentato nel ruolo di regista con due cortometraggi.
Per il suo esordio cinematografico, Alhaique decide di intraprendere una strada che solitamente non è tra le più popolari nel cinema italiano mainstream, ovvero realizzare un noir dal sapore internazionale che abbia l’anima del film di genere. E Senza nessuna pietà è una scommessa vinta perché è un film ben raccontato, che appassiona e ha un cast praticamente perfetto.