The Offering e The Djinn: inquietanti demoni folkloristici con Midnight Factory

Quando il cinema horror sceglie di raccontare il folklore parte sempre con qualche punto di vantaggio, perché scandagliare i meandri più oscuri e le paure ancestrali di una cultura, qualsiasi essa sia, ha quel fascino e quell’originalità utili a stuzzicare la curiosità dello spettatore, accompagnandolo in territori carichi di imprevedibilità. Nelle scorse settimane, l’ormai celebre etichetta grandguignolesca Midnight Factory ha portato sul mercato home video una doppietta parecchio interessante, due film che si impegnano a creare spaventosi racconti dell’orrore attorno a due entità demoniache prelevate direttamente dalla cultura ebraica e da quella musulmana: l’Abyzou, noto più comunemente come Ladra di Bambini, e il più inflazionato Djinn. Nell’ormai collaudata formula Limited Edition Blu-ray + Booklet, Midnight Factory porta su supporto fisico The Offering – Nessuna anima è salva, uscito nelle nostre sale lo scorso febbraio con vertice360, e l’inedito The Djinn.

The Offering – Nessuna anima è salva.

Arthur torna nella sua casa natale a New York, insieme a sua moglie incinta, con il tentativo di riconciliarsi con suo padre Saul, con il quale aveva rotto i rapporti molto tempo prima. Saul appartiene alla comunità ebraica chassidica e gestisce un’agenzia di pompe funebri che porta avanti con amore fin da giovane. L’intento di Arthur, però, è spingere il genitore a ipotecare la casa di famiglia e l’attività per riscattare un compenso utile a colmare i suoi ingenti debiti. Ma con l’arrivo di Arthur coincide anche la consegna della salma di un uomo anziano morto in circostanze misteriose, nonché la scomparsa di una bambina della comunità: il corpo dell’uomo sembra essere la “prigione” di un demone noto come “ladra di bambini”, lo stesso che potrebbe aver rapito la ragazzina scomparsa.

The Offering parte da premesse che possono richiamare alla mente dello spettatore esperto di horror The Autopsy di André Øvredal e il suo clone venuto male L’esorcismo di Hannah Grace di Diederik Van Rooijen, o ancora più da vicino il più recente The Vigil di Keith Thomas per le connessioni alla cultura ebraica.

Ma il film di Oliver Park (un attore che qui esordisce dietro la macchina da presa) si ferma solo alle premesse di questi film high concept non relegando lo sviluppo a una sola unità di tempo e di spazio come i colleghi e così The Offering preferisce seguire una strada molto canonica che porta a uno scontro con il Male e una lotta per la sopravvivenza che fa la spola tra terreno e ultraterreno. Se proprio vogliamo trovare un punto di contatto, nel 2012 usciva The Possession di Ole Bornedal, prodotto da Sam Raimi, che portava in scena il mito ebraico generico del Dybbuk con suggestioni dal filone esorcistico e Park guarda molto a quella evoluzione narrativa raccontando un demone specifico della tradizione popolare ebraica come l’Abyzou, dal mostruoso aspetto femminile e specializzata in rapimento di bambini, perché lei sterile.

The Offering risulta piuttosto altalenante perché ogni due passi ben piazzati c’è almeno un inciampo che si traduce in un pigro adagiarsi sui più triti cliché del cinema horror contemporaneo. Quindi, se l’argomento folkloristico è interessante e Park è capace di creare delle buone scene di tensione che guardano alla lezione di James Wan (la scena della macchina fotografica), c’è anche un eccesso nel mostrato che va a sminuire quella tensione. In The Offering, infatti, c’è questa tendenza autosabotativa a spingere le scene horror oltre il limite consentito mostrando il demone in azione in tutto il suo fascino caprino. Che poi il look dell’Abyzou è anche suggestivo e creepy al punto giusto, ancorandosi all’iconografia demoniaca classica, ma possiede un eccesso di evitabili ritocchi in CGI che ne sminuiscono l’efficacia.

Uscito in sala con vertice360 ma passato piuttosto inosservato, The Offering – Nessuna anima è salva è da poco disponibile in home video grazie ai canali Midnight Factory (e dunque di Plaion Pictures) che edita il film nella solita e apprezzabile Limited Edition Blu-ray + Booklet (ricordiamo che la stessa edizione è disponibile anche in supporto DVD).

Il blu-ray di The Offering rispetta perfettamente i canoni di molte recenti uscite a marchio Midnight, ovvero un’edizione molto curata esteticamente e tecnicamente ma purtroppo davvero tanto scarna sotto il profilo contenutistico. Si, perché tra i contenuti extra troviamo solamente il trailer del film che, tra l’altro, non è nemmeno indicizzato nel retro della confezione.

Nulla da rimproverare al supporto per quanto concerne l’aspetto tecnico che spesso è uno dei punti di forza dei prodotti a marchio Midnight. Anche il blu-ray di The Offering ci restituisce un quadro video molto limpido, ben contrastato e con un’attenzione alta nei confronti del dettaglio visivo. Molto buono il reparto sonoro che si traduce in uno squillante DTS-HD Master Audio 5.1 sia per la versione originale che per quella doppiata in italiano.

A completare il pacchetto, come da sempre ci ha abituati la Midnight, un’estetica del supporto molto curata e accattivante che vanta una doppia copertina cartonata e – appunto – un mini-booklet interno d’approfondimento all’opera.

The Djinn.

Voltiamo pagina, cambiamo film e conosciamo la seconda entità demoniaca di questo interessante lotto folkloristico. Lasciamoci perciò alle spalle le tradizioni ebraiche per avvicinare quelle di origini musulmane. Dopo il perfido Abyzou, il secondo demonietto di questo dittico è il più noto Djinn (o Jinn), ovvero il genio, una creatura soprannaturale citata nel Corano che si colloca come figura intermedia fra il mondo angelico e l’umanità. A differenza di molte altre figure demoniache, nettamente devote a pratiche malvagie, i djinn si contraddistinguono per una maggior ambiguità d’intenti: solitamente sono entità maligne ma, in alcuni casi, possono assumere una valenza benevola e persino protettiva.

Diretto a quattro mani da David Charbonier e Justin Powell, The Djinn racconta la storia di Dylan Jacobs, un ragazzo dodicenne muto che non è ancora riuscito ad elaborare il lutto della madre, suicidatasi poco tempo prima a seguito di un’improvvisa e immotivata depressione. Insieme a suo padre, Dylan si è appena trasferito in un nuovo appartamento e qui, i due, si sono dati l’obiettivo di ricominciare una nuova vita lontana dai cattivi pensieri. Una sera, durante un routinario girovagare per la casa nuova e nel mentre il padre è fuori per lavoro, Dylan scopre un misterioso libro nascosto nell’appartamento. Un libro magico che guida all’invocazione del Djinn, un essere soprannaturale che offre a chi lo invoca la possibilità di esaudire un desiderio. Sentendosi da sempre inadeguato per via del suo handicap, Dylan non ci pensa due volte: vuole una voce! Esaudito il desiderio, il ragazzo scopre a proprie spese che con il Djinn ogni dono ha un caro prezzo da pagare: l’entità demoniaca reclama in cambio un’anima e adesso il sinistro demone vaga nell’appartamento nella speranza di prendersi ciò che gli spetta. Per Dylan è iniziata una lunga, lunghissima notte di sopravvivenza fra le mura domestiche.

Non è la prima volta che Hollywood ci porta alla conoscenza del Djinn, questo bizzarro demone proveniente dalla cultura preislamica e musulmana che si contraddistingue per la sua sinistra tendenza ad esaudire a fin di male i desideri altrui.

Una versione particolarmente celebre del djinn, seppur epurata da ogni forma di malignità, è quella del Genio della Lampada raccontato nel film d’animazione Disney Aladdin. Ma senza ombra di dubbio, per noi amanti del cinema horror, l’unico e indiscusso djinn che merita attenzioni è quello portato in scena nel 1997 da Robert Kurtzman nel sottovalutato Wishmaster – Il signore dei desideri (film che ha trasformato il djinn in un vero e proprio villain protagonista di una saga). Anche se, per completezza d’informazione, è doveroso citare il discutibile – e da noi inedito – film Djinn (2013), ovvero l’ultimo lungometraggio firmato dall’indimenticabile regista texano Tobe Hooper.

Questo rapidissimo excursus sul binomio djinn & cinema è utile solo a suggerire che Charbonier e Powell non si sono inventati assolutamente nulla, anzi, si sono semplicemente messi in coda per raccontare la loro personalissima visione di questo anomalo genio della lampada.

Distribuito in America dalla IFC Midnight, label specializzata in cinema horror, The Djinn è un film che si contraddistingue per una cura piuttosto notevole nella messa in scena e per una regia sufficientemente sapiente nel creare momenti di paura (alcuni realmente ansiogeni e non affidati solo ai banalissimi jumpscare). L’idea apprezzabile di Charbonier e Powell, infatti, è quella di raccontare il djinn all’interno di un horror soprannaturale che ha tanto il sapore dell’home invasion. Tutto il film, infatti, contraddistinto dalla durata davvero contenuta di 75 minuti, si focalizza su un’unica situazione: una notte in cui il piccolo Dylan deve sopravvivere tra le mura domestiche, nascondendosi prima in una stanza e poi nell’altra, con l’obiettivo di fuggire al demone che si aggira in casa con lui. Una struttura tanto semplice quando efficace, che vede come punto d’arrivo un finale prevedibile ma comunque d’impatto, che tuttavia manifesta uno spaventoso vuoto narrativo in quello che dovrebbe essere il cuore del film.

Va bene la struttura da home invasion, ma The Djinn è davvero un film che gira a vuoto per tutta la sua durata e che si rifugia in una meccanica narrativa ridondante e alla lunga estenuante. Quello che i due registi firmano, infatti, sembra essere più un esercizio di stile per dimostrare le loro capacità nel tenere alta la tensione. Si, perché al di là di quest’aspetto, The Djinn sembra davvero un cortometraggio diluito a 75 minuti.

Anche The Djinn approda sul mercato home video con Midnight Factory nella medesima edizione Limited Edition Blu-ray + Booklet (disponibile anche in edizione DVD). Edizione analoga a quella di The Offering – Nessuna anima è salva e perciò anche il discorso da fare è più o meno lo stesso. Si, perché anche nel caso di The Djinn Midnight Factory ci mette davanti un’edizione molto elegante e curata sotto il profilo estetico-tecnico ma, ancora una volta, carente in fatto di contenuti speciali. Anche in questo caso, infatti, tra gli extra troviamo solamente il trailer del film che – proprio come nel caso precedente – non è indicizzato nel retro della copertina.

Tecnicamente, al contrario, non c’è davvero nulla da rimproverare al supporto blu-ray perché il quadro video offre un’immagine nitida, attenta al dettaglio visivo e calibrata benissimo nei contrasti cromatici. Essendo The Djinn un film che abbonda di sequenze a scarsa illuminazione, bisogna riconoscere al supporto la capacità di riuscire a rendere al meglio anche durante tutte le numerose sequenze al buio. Reparto sonoro come sempre di livello grazie all’affidabile e squillante DTS-HD Master Audio 5.1 sia per la versione originale in inglese sia per quella doppiata in italiano.

Per quanto concerne l’estetica del supporto, anche qui Midnight Factory ci restituisce la solita bella edizione per collezionisti corredata da doppia cover cartonata e booklet interno utile ad approfondire il film di Charbonier e Powell.

Giuliano Giacomelli

THE OFFERING – NESSUNA ANIMA É SALVA di Oliver Park

Label: Midnight Factory per Plaion Pictures

Formato: Limited Edition Bluray Disc + booklet (disponibile anche in DVD)

Video: 2.39:1  (16:9)

Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio

Sottotitoli: Italiano

Extra: Trailer

Puoi acquistare la limited edition blu-ray di The Offering cliccando su questo link.

THE DJINN di David Charbonier e Justin Powell

Label: Midnight Factory per Plaion Pictures

Formato: Limited Edition Bluray Disc + booklet (disponibile anche in DVD)

Video: 2.39:1  (16:9)

Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio

Sottotitoli: Italiano

Extra: Trailer

Puoi acquistare la limited edition blu-ray di The Djinn cliccando su questo link.

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