The Vatican Tapes, la recensione

Tra i più prolifici filoni dell’horror, quello che racconta di possessioni demoniache è un evergreen che negli ultimi anni è riuscito anche a svecchiarsi, trovando nuova linfa grazie ai mockumentary. Infatti con il pregevole L’ultimo esorcismo, il superfluo L’altra faccia del Diavolo e l’anomalo Grace – Posseduta, abbiamo avuto diversi esempi di film esorcistici ancorati a questa tecnica che ha toccato i più disparati settori dell’horror. Sembra partire per l’ennesima volta dall’espediente del found footage anche The Vatican Tapes, che prende innesco dal concept secondo cui il Vaticano monitora da anni i casi di possessione demoniaca realizzando video che sono custoditi proprio nelle segrete della Città Eterna. Ma i filmati realizzati con videocamere di sorveglianza che precedono i titoli di testa sono solo uno specchietto per le allodole che ci accompagna verso un film esorcistico che più classico non si può.

Se da una parte è un bene che The Vatican Tapes non sia l’ennesimo horror in POV, dall’altra siamo davvero davanti a un film senza stile e senza idee che ricicla stancamente tematiche e immagini che dal lontano 1973 (anno d’uscita de L’esorcista) in poi hanno invaso ogni film del filone.

In seguito a una misteriosa quanto inquietante perdita di conoscenza, Angela viene portata in ospedale da suo padre, un colonnello dell’esercito ultra-cattolico, e dal suo fidanzato. Da una prima visita non risulta nulla di anomalo, ma un incidente automobilistico sulla strada di ritorno dall’ospedale porta Angela in coma per oltre un mese. Quando ormai era data per morta, la ragazza miracolosamente si risveglia, ma qualche cosa in lei è cambiato e sembra avere tutti i sintomi di una possessione demoniaca.

Con più di una strizzata occhio verso il classico di William Friedkin (la pista medica che cede il passo a quella esorcistica, l’intervento di un esorcista giovane e uno più esperto) e qualche richiamo a Il Signore del Male di John Carpenter, Mark Neveldine dirige uno script di Michael C. Martin (Brooklyn’s Finest) e Christopher Borrelli (Il respiro del Diavolo) che si basa su un soggetto di quest’ultimo e dell’esperto in blockbuster Chris Morgan (Fast & Furious dal 3 al 7). Il risultato è decisamente deludente e non tanto per la mancanza di idee che ammanta ogni fotogramma, anche perché si sa che tale filone segue cliché ben precisi, ma per l’incapacità di creare una storia interessante, personaggi accattivanti e momenti di tensione memorabili. Ad esclusione del (breve) esorcismo finale, fatto di uova rigurgitate e contorsioni impossibili, che riesce comunque ad impressionare discretamente, The Vatican Tapes fatica a catturare l’attenzione perdendosi in banalità e in ritmi anche piuttosto lenti.

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Quella che doveva essere l’idea di partenza – i video segreti del Vaticano – viene immediatamente abbandonata e la presenza degli uomini di Chiesa custodi del segreto, che faceva quasi Dan Brown, lascia il passo alla classica storia di una famiglia come tante che viene visitata dal Maligno, seguendo però la strada dell’avvento dell’Anticristo. I personaggi principali sono adeguatamente caratterizzati ma non ci si riesce ad affezionare, colpisce per bravura attoriale giusto la bella Olivia Taylor Dudley, già vista in Chernobyl Diaries e presto anche nel quinto Paranormal Activity, che qui somiglia curiosamente a una giovane Patricia Arquette che, guarda caso, nel 1999 interpretò un’indemoniata nello sfizioso Stigmate. Completamente fuori ruolo, invece, Michael Peña, spalla comica di Ant-Man qui nei panni del prete esorcista Lozano.

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Da notare che il regista Mark Neveldine è all’esordio dietro la macchina da presa in solitaria, visto che fino ad oggi ha firmato i film in co-regia con Brian Taylor. Anche in questo caso manca quell’adorabile e fole inventiva registica che stava alla base dei due Crank, di Gamer o di Ghost Rider: Spirito di vendetta e tutto è appiattito e addomesticato come se si trattasse di un impersonale tv movie. E infatti il finale di The Vatican Tapes fa quasi pensare al pilot di una serie tv con un cliffhanger che fa presagire sequel che probabilmente non arriveranno mai.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Olivia Taylor Dudley.
  • La scena dell’esorcismo.
  • Michael Peña.
  • Manca di originalità, interesse e ritmo.
  • Qualche scivolone nel ridicolo involontario.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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The Vatican Tapes, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

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