TOHorror 2023. Good Boy, la recensione

Presentato in concorso al TOHorror Fantastic Film Fest 2023, Good Boy è l’ultima fatica del norvegese Viljar Boe, un classico thriller nordico che alla tipica dinamica della spirale di una relazione morbosa aggiunge il twist kink del puppy play. Sigrid conosce su una app di dating il giovane milionario Christian, con il quale è amore a prima vista. Un solo elemento mina immediatamente questo idillico ritratto: Christian infatti vive con Frank, un uomo che si veste e si comporta come un cane.

A metà tra una commedia romantica weird e un classico love-thriller psicologico, Good Boy è un film estremamente banale, semplice e… brutto. Ad esclusione dell’impianto narrativo di base che funziona e rimosso anche il twist fetish che aggiunge una prima nota di curiosità, il film è davvero troppo semplice e infinitamente prevedibile.

Se, infatti, l’idea di partenza risulta molto accattivante e tiene lo spettatore incollato allo schermo, presto si intuisce la direzione e le risoluzioni che il film raggiungerà da lì a poco. Vilijar Boe cerca di aggiungere un quid in più al tipico thriller romantico senza veramente approfondire o renderlo il focus centrale del film; portando quindi all’inevitabile risultato di un thriller potenzialmente bellissimo la cui sostanza, però, rimane simile al resto delle produzioni dello stesso genere, giusto con una forma un po’ più stravagante.

Anche sul lato tecnico il film non eccelle, il basso budget della produzione non aiuta e invece di fare necessità virtù e creare un’estetica underground, il regista scivola verso quello che sembra un tv-movie o un originale Netflix di bassa lega. Le continue riprese mosse e a mano risultano alla lunga disturbanti. Se le poche location, in un primo momento, contribuiscono sicuramente all’idea di claustrofobia e prigionia che il Boe vuole instillare nello spettatore, la loro poca varietà stanca subito e mina moltissimo quello che sarebbe stato un doveroso -e qui assente- sviluppo interiore dei personaggi.

Gli archi narrativi dei protagonisti risultano infatti troppo frettolosi e i loro caratteri quasi tagliati con l’accetta; la scrittura del film è estremamente riduttiva e quel minimalismo tipico del thriller nordico è qui più un minimalismo della creatività e delle capacità del regista.

Good Boy non è un pessimo film. Semplicemente è un film poco impegnato nel senso più pratico e produttivo del termine; l’impressione che si ha è quella che il regista non si sia affatto sforzato nel dirigere e che abbia realizzato il film più per noia che per necessità artistica.

Un lavoro banale, dunque, debole e deludente di cui si poteva sicuramente fare a meno.

Emanuele Colombo

PRO CONTRO
Niente… Tutto!

 

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Valutazione: 2.0/10 (su un totale di 1 voto)
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