TOHorror22. A Wounded Fawn. La catarsi del male

Presentato in concorso al TOHorror Fantastic Film Fest 2022, A Wounded Fawn è il quarto lungometraggio di Travis Stevens, noto al grande pubblico come uno dei produttori del documentario Jodorowsky’s Dune e per il suo Girl On the Third Floor (La ragazza del terzo piano). Senza dubbio il film più bello e strutturato presentato in tutto il festival.

La storia segue l’escalation sanguinaria che prenderà l’appuntamento tra Meredith, curatrice per una galleria, e Bruce Ernst, commerciante d’arte. Il film, imitando lo schema della tragedia greca, si divide in atti. Dopo un rapido prologo che getta le basi per quelli che saranno toni, temi e sensazioni, il primo atto di A Wounded Fawn crea una tensione perfetta fino al raggiungimento della rottura dell’equilibrio che si tramuterà in una folle corsa alla vendetta e alla verità nel secondo atto.

Questa divisione non solo riesce, nei suoi stacchi, a dare ampio respiro a tutto il film ma soprattutto grazie a questa trovata narrativa Travis Stevens sperimenta delle variazioni sul tema nei diversi atti.

Il primo atto del film, infatti, è estremamente chirurgico, preciso, ogni carrellata, ogni zoom e ogni dettaglio sono commisurati e pesati secondo una precisa logica. Questa prima parte trae fortemente ispirazione dal giallo italiano e dall’immenso lavoro di autori come Bava e Argento; la casa nel bosco in cui Meredith e Bruce decidono di passare il loro appuntamento viene esplorata dalla macchina da presa in maniera chirurgicamente ansiogena come solo il miglior Bava in 6 donne per l’assassino ha saputo fare.

Dopo una rottura dell’equilibrio narrativo, nel secondo atto a rompersi è anche questo manierismo della cinepresa; le carrellate lasciano spazio a una frenetica rincorsa per punire chi ha sbagliato. Dai toni di un giallo all’italiana si vira verso un art-house horror che strizza molto l’occhio a Raimi. La forza principale del film sta proprio in questa coraggiosa scelta, nonostante si tratti della stessa pellicola: tra un atto e l’altro sembra cambiare completamente genere ed è come vivere due film completamente diversi in uno solo. Il secondo atto infatti crea una serie di suggestioni e immagini evocative incredibili e mozzafiato.

Proprio in questa seconda parte si sviluppano i nodi centrali di tutto il film: ogni segreto viene a galla, ogni verità viene svelata e ogni colpa viene ammessa e infine espiata. Stevens prende dalla tragedia greca non solo la divisione in atti e alcune scelte di immagini ma la struttura stessa dei personaggi e delle rappresentazioni: i personaggi affrontano un processo con i propri demoni del passato fino a raggiungere una catarsi del proprio male e ammettere a sé stessi e al mondo intero la propria consapevolezza.

Stevens porta sullo schermo un prodotto incredibile, già aveva dimostrato con i suoi scorsi lungometraggi di essere assolutamente capace di dirigere un film, ma qui assume ufficialmente un posto tra l’olimpo dei registi contemporanei del cinema di genere. Perché nonostante una fotografia 16mm estremamente curata, densa di colori e raffinatissima; un montaggio impeccabile e i toni da art-house horror, A Wounded Fawn non tradisce mai la sua anima più profonda di film di genere. Stevens cuce un giallo evocativo che osa dove i suoi contemporanei tacciono, esplora nuovi confini e orizzonti per un genere troppo spesso relegato nelle quinte del panorama cinematografico. Sensazionale, visivamente stimolante ed evocativo, A Wounded Fawn è un film che non delude mai lo spettatore. Nessun film è perfetto, ma questo ci si avvicina e di molto.

Emanuele Colombo

PRO CONTRO
  • Fotografia curatissima.
  • Ritmo e toni impeccabili.
  • Nessuno.
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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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TOHorror22. A Wounded Fawn. La catarsi del male, 9.0 out of 10 based on 1 rating

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