TSplusF21. Let the Wrong One In, la recensione

Il caro vecchio vampiro, forse il mostro dell’immaginario popolare a non essere mai passato realmente di moda, costante protagonista al cinema, in tv, su romanzi e fumetti. La grande popolarità ha fatto del succhiasangue per antonomasia anche l’oggetto più gettonato di scherni, barzellette e opere d’ironia, soprattutto al cinema, fin dai tempi di Gianni e Pinotto che incontravano Dracula, o il vampiro omosessuale raccontato da Polanski nel capolavoro Per favore non mordermi sul collo, fino al Dracula morto e contento di Mel Brooks e il grottesco mockumentary di Taika Waititi What We Do in the Shadows. Vampiri comici si, ma sempre con una innegabile dignità. La stessa dignità che caratterizza il nuovo horror di Conor McMahon, Let the Wrong One In, che proprio di vampiri parla ma estremizzandone il lato più cialtrone e parossistico.

Già autore di alcuni cultissimi del moderno indie-horror come Dead Meat e Stitches, l’irlandese McMahon decide stavolta di confrontarsi col mito del vampiro e lo fa a modo suo, ovvero portando all’eccesso qualsiasi situazione condendola con un umorismo di grana grossa e vagonate di sangue.

Let the Wrong One In (si, il riferimento a Let the Right One In di Tomas Alfredson non è casuale) racconta il rapporto conflittuale tra i fratelli dublinesi Deco e Matt: il primo è un perdigiorno che ha avuto seri problemi con la droga e per questo ha chiuso i rapporti con la madre, il secondo è il classico bravo ragazzo, lavoratore e ben educato. Quando Deco viene accidentalmente morso da una vampira appena arrivata da una festa di addio al nubilato in Transylvania, anche lui comincia a trasformarsi in una creatura della notte e va a chiedere aiuto a Matt. L’iniziale diffidenza del fratello si trasforma inevitabilmente in complicità, ma un tassista con la passione per i treni segue per un motivo ben preciso la scia di sangue lasciata dalla vampira che sta dando origine a un’orda di succhiasangue a Dublino, imbattendosi proprio in Deco e suo fratello.

Con un prologo ambientato nella Terra di Dracula, la regione della Transylvania in Romania, Let the Wrong One In mette subito le carte in tavola: qui non si fa sul serio. McMahon la butta in ironia e pur mantenendo i vampiri come reali minacce, porta ogni situazione sopra le righe facendo un uso smodato di sangue ma sempre con quel gusto del grottesco che trasforma ogni situazione splatter in potenzialmente comica. C’è perfino un “innocuo” coniglio vampiro in Let the Wrong One In, ma quello che rappresenta il vero fulcro, l’interesse di tutta la storia è il rapporto tra i due fratelli, interpretati con solida partecipazione da Karl Rice ed Eoin Duffy. Un conflitto famigliare che deve essere saldato, incomprensioni apparentemente insormontabili che devono trovare una quadratura nonostante il comportamento irritante di Deco, la sua innata immaturità da fratello maggiore. McMahon punta sui suoi due personaggi per creare le gag più riuscite e affianca a loro Anthony Head, che in molti ricorderanno per essere stato un altro celebre ammazzavampiri nel telefilm Buffy.

Non è un caso se tra i punti di riferimento di Let the Wrong One In ci sia la serie cult di Joss Whedon dal momento che in questo film si respira costantemente un’aria anni ’90, dalle musiche ska ai vestiti da vera periferia dublinese. Purtroppo, questo aspetto vintage si nota anche nella fotografia da tv movie di 30 anni fa e nelle scenografie poverissime, tra squallidi interni e sfondi di cartapesta, che danno all’intero film un look ben più povero di quello a cui ci hanno abituato oggi le produzioni indipendenti di genere. Anche il ritmo ha alti e bassi clamorosi perché, nonostante non ci si fermi un attimo in Let the Wrong One In, c’è un lunghissimo blocco centrale ambientato nella casa di Matt che frena clamorosamente l’intrattenimento e l’indice del divertimento ha una preoccupante flessione.

Diciamo che Let the Wrong One In sicuramente non passerà alla storia del filone horror-comedy ne si sedimenterà più di tanto nella memoria dello spettatore, ma sicuramente Conor McMahon sta costruendo negli anni un suo personale stile che ne fa una simpatica alternativa a tanto indie-horror serioso che affolla i listini delle piattaforme streaming.

Let the Wrong One In è stato presentato in anteprima italiana nell’ambito del 21° Trieste Science+Fiction Festival.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Molte gag sono ben riuscite.
  • Connubio tra splatter e risata molto ben dosato.
  • C’è uno squallore generale preoccupante.
  • Nonostante il ritmo narrativo sia alto, il film annoia per una eccessiva staticità di location.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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