Il Mostro della Cripta, la recensione

Il mostro della cripta

La generazione Y, ovvero quella degli attuali 30-40enni, meglio nota come millennials, è cresciuta con il mito degli anni ’80. Incrociati per un lustro o poco più, se non addirittura vissuti solo di riflesso attraverso i racconti, il cinema e la musica, gli anni ’80 hanno letteralmente stregato tutta una frangia di giovani adulti e adulti che in questo particolare periodo storico hanno idealizzato un grimorio di “nerditudine” alimentata oggi da più settori dell’intrattenimento, cinema e tv in primis. Forse possiamo far risalire alla serie Netflix Stranger Things il climax di questo ritorno agli anni ’80, fatto sta che cinema, piattaforme streaming, fumetti e videogames stanno letteralmente affogando negli anni ’80. Non che sia un male, anzi, stiamo (ri)vivendo uno dei periodi più floridi per l’industria dell’intrattenimento pop e questo non può che far bene a tanto sano entertainment che parte da solide basi di qualità. È il caso anche dell’ultimo lungometraggio di Daniele Misischia, Il mostro della cripta, ambientato nel 1988 e rigorosamente devoto a tutto quell’immaginario nerd fanta-orrorifico sedimentato proprio nei favolosi eighties.

Eppure, ascoltando le parole dei Manetti Bros., che Il mostro della cripta l’hanno ideato, co-sceneggiato (insieme a Paolo Logli e Alessandro Ponda) e prodotto con Mompracem, il film non è nato come omaggio agli anni ’80 ne sarebbe dovuto essere ambientato in quel decennio. Un’idea che si è sviluppata nel tempo, rendendosi conto che quell’immaginario da cui Il mostro della cripta nasce e che abbraccia è derivato direttamente da quelle suggestioni che hanno formato direttamente gli autori e il regista.

Siamo nel 1988 a Bobbio, comune dell’Emilia-Romagna. Qui l’adolescente Giò, appassionatissimo di fumetti horror e film splatter, passa le giornate tardo-estive a girare film con la sua videocamera insieme ai suoi migliori amici, con la speranza anche di far colpo su Vanessa, che però è fidanzata con Manuel. Quando in paese scompare Sara, Giò trova una inquietante somiglianza con l’ultimo numero del suo fumetto preferito, Squadra 666, intitolato Il mostro della cripta, che presenta tantissime analogie di location con Bobbio, descrivendo il risveglio di una sanguinaria creatura e una setta di fanatici assassini. Quando Giò si trova nei guai, convinto che il fumetto racconti fatti reali, rintraccia Busirivici, sceneggiatore e disegnatore di Squadra 666, per chiedergli aiuto. Ma la situazione a Bobbio è ormai degenerata…

Partiamo dal presupposto che Il mostro della cripta è, di base, una commedia e la mano in scrittura di Logli e Pondi (sodali proprio del genere comedy) si sente molto, nonostante non manchino squartamenti, mostri repellenti e tanto sano pulp. Quindi Daniele Misischia, che aveva già diretto il riuscito zombie-movie claustrofobico The End? L’inferno fuori, si concede una parentesi leggera, anzi leggerissima, pur non rinunciando a quel background grondante sangue che caratterizza il suo stile e le sue opere fin dagli esordi indipendenti. In questo caso, c’è dentro tutto quell’immaginario nerd anni ’80 di cui si parlava in apertura, che omaggia a mani basse il cinema fanta-avventuroso della Amblin Entertainment, le opere del periodo d’oro di Stephen King, i fumetti splatter e quel cinema horror adolescenziale del periodo che va da Ammazzavampiri a Ragazzi perduti, citando perfino Bellocchio e, con ironia, Moretti.

C’è tanta cultura pop ne Il mostro della cripta, a tratti anche troppa, che si contamina in maniera fruttuosa con una vena comedy costante che trova il suo apice nel personaggio di Busirivici, interpretato da Lillo Petrolo in una inedita versione capello lungo, spolverino e fame costante. Fumettista biscazziere, codardo e disfattista, il personaggio di Lillo è chiaramente caricaturale, una sorta di Peter Vincent (il personaggio di Roddy McDowall in Ammazzavampiri di Tom Holland) sotto allucinogeni, ma fondamentale tanto alla risoluzione del mistero quanto alla crescita del personaggio principale interpretato da Tobia De Angelis.

Perché, fondamentalmente, Il mostro della cripta è un racconto di formazione (e qui il riferimento al miglior King), la metafora della crescita di Giò e dei suoi amici, in particolare Vanessa, interpretata dalla bellissima Amanda Campana che abbiamo già visto in Bastardi a mano armata di Gabriele Albanesi. La classica bella e impossibile della scuola che si trasforma in donna d’azione, in amazzone, in vero cuore pulsante della neonata Squadra 666. Un destino che comunque investe anche i personaggi comprimari, ognuno capace di dare un contributo fondamentale al “caso” del mostro della cripta e, grazie a questo, di crescere un po’ e abbandonare quegli stralci d’adolescenza che irrimediabilmente segneranno ancora un’ultima estate.

De Il mostro della cripta si apprezza molto il lavoro svolto dagli attori, tutti perfettamente in parte, per lo più giovani e molto bravi, a cominciare proprio dai protagonisti De Angelis e Campana. Ma soddisfa anche quel sapore artigianale che ammanta ogni frame, quel senso di analogico sottolineato dagli effetti speciali pratici, a cui ha contribuito il mitico Sergio Stivaletti, e dal make-up realizzato da Carla “Skarlatta” Martino.

Non manca qualche ingenuità disseminata lungo le due quasi due ore di durata di film e, nonostante il film intrattenga, si percepisce appunto qualche minuto di troppo nel raccontare una storia comunque semplice e lineare che avrebbe sicuramente guadagnato in scorrevolezza con qualche taglio qua e là.

Il mostro della cripta, presentato in selezione ufficiale al Locarno Film Festival, arriva nei cinema italiani dal 12 agosto con Vision Distribution.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Sprizza energia nerd anni 80 da ogni fotogramma.
  • Attori in parte e molto bravi, soprattutto i giovani.
  • C’è un alone di artigianalità che non può essere che apprezzato dai cultori del genere.
  • Alcuni risvolti di sceneggiatura e alcuni dialoghi sono un po’ ingenui.
  • Dura almeno 20 minuti di troppo.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)
Il Mostro della Cripta, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.