L’ultima notte di Amore, la recensione del thriller con Pierfrancesco Favino

Se il cinema e la letteratura di genere ci hanno insegnato una cosa sul pensionamento è che l’ultimo giorno di lavoro è spesso quello in cui se qualcosa di irrimediabilmente storto può accadere, probabilmente accadrà. Una variante specifica e bastardissima della “Legge di Murphy” che non risparmia neanche Franco Amore, onesto cittadino e poliziotto in procinto di lasciare il distintivo protagonista del thriller di Andrea Di Stefano L’ultima notte di Amore

In 35 anni di onorata carriera nella polizia, Franco Amore non ha sparato neanche a un uomo. Ora Franco è a un passo dalla pensione e quando torna a casa per festeggiare con sua moglie Viviana, gli amici e i colleghi il pensionamento, una telefonata lo incupisce: è il suo capo, qualcosa di terribile è appena accaduta al suo collega e fraterno amico Dino e lui è chiamato a intervenire per quella che di fatto è la sua ultima notte in servizio.

L'ultima notte di amore

Scritto e diretto da Andrea Di Stefano, ottimo autore prestato a Hollywood per la regia di Escobar – Paradise Lost e The Informer – Tre secondi per sopravvivere, L’ultima notte di Amore è uno di quei film che viaggiano costantemente tra il genere e una sua sublimazione. Di base abbiamo un noir, un thriller metropolitano, in cui vige la legge della strada e il confine tra bene e male è davvero molto labile; allo stesso tempo, però, L’ultima notte di Amore è diverso dai molti thriller che arrivano dagli Stati Uniti, anche se l’esperienza dell’autore attinge sicuramente da quella lezione, è un film più intimo, con una sua poetica e tanto internazionale nella forma quanto italiano nel contenuto. Perché la parabola di questo onesto poliziotto calabrese trapiantato a Milano ci racconta le idiosincrasie regionali del Belpaese, ma ci descrive anche il valore multiculturale di una metropoli italiana e come non sia troppo diversa da New York, Berlino o Stoccolma nel momento in cui diventa protagonista di una storia nera come la pece.

Andrea Di Stefano, che oltre ad essere regista e sceneggiatore è generalmente anche un attore, ha quella sensibilità in più per dirigere gli interpreti e se Pierfrancesco Favino, ormai, è quell’animale trasformista con cui si vince facile, è il contorno di attori a far la differenza in L’ultima notte di Amore. Antonio Gerardi è un caratterista eccezionale, con Di Stefano aveva già dato una memorabile prova nel ruolo del villain nella bella (ma sfortunata) serie per Prime Video Bang Bang Baby e qui torna a interpretare un losco calabrese traffichino; c’è anche Francesco Di Leva in un ruolo chiave – è Dino, il collega di Amore – ma a lasciare il segno tutti è Linda Caridi, già vista in Ricordi?, Supereroi, la serie Il Cacciatore e, di recente, in Diabolik – Ginko all’attacco!. Linda Caridi interpreta la giovane moglie del protagonista, Viviana, un personaggio davvero sui generis che sa tramutarsi nel corso del racconto in maniera anomala e imprevedibile mostrando una determinazione sorprendente.

L'ultima notte di Amore

L’ultima notte di Amore è, dunque, un film di personaggi ma è anche e soprattutto un grande thriller che mostra un ritmo sempre molto alto e una tensione costante. La costruzione narrativa asincrona (il film inizia a tre quarti dalla fine, poi torna indietro per mostrarci un altro punto di vista e il vero inizio della vicenda) aiuta a infondere curiosità sulla storia e sugli eventi tragici con cui si apre; ma soprattutto L’ultima notte di Amore si basa su delle sequenze di incredibile tensione che riescono davvero portare in gola il cuore dello spettatore. Pensiamo alla lunga scena madre in tangenziale, oppure al momento del recupero della refurtiva: regia, montaggio e musiche lavorano in maniera praticamente perfetta. Tra l’altro, la musica è un altro elemento importante di questo film: a cura del compositore Santi Pulvirenti, la colonna sonora originale di L’ultima notte di Amore ricorda molto da vicino alcuni pezzi di Luis Bacalov – l’immortale Milano Calibro 9 su tutti – con delle finezze come il battito cardiaco e il respiro che ripetuti in maniera ossessiva diventano un cacofonico leitmotiv.

L'ultima notte di amore

L’ultima notte di Amore è quel tipo di film che riconcilia lo spettatore appassionato di cinema di genere con il cinema italiano, ma non in maniera ruffiana o infantile, come spesso arriva dai volenterosi spalti del panorama indie; piuttosto con un progetto solido alle spalle che non vuole essere “sul modello di”, ma colmo di personalità e con quella “cazzimma” tale da essere ricordato. Sono film come questo che possono davvero portare alto quel sentore di rinascita italiana che noi appassionati di cinema di genere periodicamente tiriamo in ballo. Qui si fa sul serio, ci sono mezzi, idee e competenza.

L’ultima notte di Amore è stato presentato al 73º Festival Internazionale del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special Gala e arriverà nei cinema italiani il 9 marzo distribuito da Vision Distribution.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Una tensione altissima e un ritmo costante.
  • Una storia semplice ma raccontata in maniera intrigante.
  • Le musiche.
  • Un cast ben assortito con Linda Caridi come vera rivelazione.
  • No, ragazzi, se vi piace il genere e volete andare a cercare il pelo nell’uovo in questo film il problema è vostro.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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L'ultima notte di Amore, la recensione del thriller con Pierfrancesco Favino, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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