Natale in Casa Cupiello, la recensione

L’operazione messa in atto da Picomedia e RaiFiction non era tra le più semplici perché confrontarsi con un capolavoro riconosciuto, che appartenga esso al mondo del cinema, della letteratura, della musica o del teatro, come in questo caso, è sempre rischioso. Rischioso perché si ha a che fare con qualcosa di molto alto e difficilmente replicabile con i medesimi risultati qualitativi, rischioso perché, nel pensar comune, è quasi un sacrilegio “rifare” quello che qualcuno ha già fatto (molto) bene. È un po’ quello che è avvenuto con Natale in Casa Cupiello, capolavoro di Eduardo De Filippo con cui hanno voluto “rischiare” Edoardo De Angelis e il suo team per la prima trasposizione filmica della pièce teatrale del grande Eduardo.

Il talento, la professionalità e il rispetto per l’opera originale di chi vi ha lavorato hanno fatto sì che il film Natale in Casa Cupiello potesse far tirare un sospiro di sollievo a tutti gli scettici perché quello di Edoardo De Angelis è un prodotto riuscito, probabilmente il miglior risultato possibile che si potesse chiedere da un’operazione anticonvenzionale come questa.

Siamo nei primissimi anni ’50 ed è la Vigilia di Natale. In casa Cupiello vigono gli ultimi preparativi, tra cui il leggendario presepe del capofamiglia Luca, che quest’anno è decisamente in ritardo. Tra innocui battibecchi famigliari e i preparativi del cenone, si consuma anche un tradimento: la primogenita Ninuccia, sposata con Nicolino, ricco imprenditore molto più grande di lei, ama segretamente il più giovane Vittorio. Solo Concetta, mamma di Ninuccia, sa la verità e sta facendo di tutto per tenere gli altri all’oscuro della relazione per non rovinare il Natale, nonostante la figlia abbia scritto anche una lettera che lo riveli. Quando Luca torna dalle sue commissioni trova la lettera e ingenuamente la consegna proprio a Nicolino. È solo l’inizio di un dramma che porterà a un Natale che nessuno dimenticherà.

Natale in Casa Cupiello

L’opera originale, portata in scena per la prima volta nel dicembre del 1931 nell’ex Teatro Kursaal di Napoli, rimane fondamentalmente intatta, nonostante la sceneggiatura di De Angelis e di Massimo Gaudioso ricollochino temporalmente l’azione un ventennio in avanti, nei primi anni ’50, ricontestualizzando la storia in una Napoli che porta ancora le evidenti ferite della guerra (lo stesso appartamento dei Cupiello ha alcune pareti rovinate dalle esplosioni) ma si avvia verso l’imminente boom economico, con i primi sentori della nascita della nuova società medio-borghese italiana.

Questo è il primo segnale di un doveroso adattamento che fornisca una complessità “cinematografica” a una storia che fino ad oggi era stata raccontata solo al teatro in un’unica forma, anche se portata in tv dallo stesso De Filippo in due occasioni (1962 e 1977) però nella medesima impostazione su palcoscenico.

Natale in Casa Cupiello

Trasformare in film Natale in Casa Cupiello non è di certo un processo semplice, ne immediato vista la scansione rigorosissima in tre atti dell’opera, dunque De Angelis e Gaudioso procedono nel modo più onesto e sicuro possibile: rispettare l’opera. La forma più prettamente filmica nasce, dunque, dalla regia, dall’utilizzo delle location, dalle musiche, dalla fotografia, così da portare lo spettatore a immergersi nella storia in maniera naturale come lo farebbe con qualsiasi altro film. Grazie alla nuova forma, ci è consentito entrare letteralmente nel presepe di Luca Cupiello attraverso carrelli che lo avvolgono e ne sottolineano i dettagli; possiamo vedere quello che accade fuori scena, quindi Luca che va a comprare i nuovi Re Magi per il presepe, il capitone che fugge e anche un inedito dialogo tra Luca e un vicino di casa che fa riferimento a una fantomatica gara di presepi. Insomma, si è giustamente optato per un’estensione dell’azione che possa spingersi – nei limiti – anche fuori da Casa Cupiello mostrando il non mostrato in modo del tutto naturale.

Natale in Casa Cupiello

Anche i personaggi appaiono più “cinematografici” nella costruzione della loro personalità, a cominciare da Concetta che qui allevia le responsabilità che gravano sulle sue spalle con l’alcool, mentre Tommasino, che rimane la riuscitissima anima comica dell’opera soprattutto nei battibecchi con lo zio, assume dei connotati da Peter Pan, perfetto ingenuo figlio di suo padre, scrollandosi di dosso quell’acume da giovane viziato, un po’ arrogante e scansafatiche, che si intuiva maggiormente nell’opera di De Filippo.

Grande pregio di questa trasposizione è la scelta degli attori. Nel ruolo che fu inizialmente del grande Eduardo abbiamo Sergio Castellitto, la massimizzazione del rischio di cui si parlava su, considerando la nota romanità dell’attore, ma oltre a mascherare completamente la sua cadenza laziale e simulare benissimo quella partenopea, Castellitto dona un’ingenuità al suo personaggio praticamente perfetta alla causa, facendo del suo Lucariello un buono, il pater familias che non viene preso sul serio da nessuno, centro nevralgico di un microcosmo famigliare che si muove sull’orlo di un precipizio.

Natale in Casa Cupiello

Marina Confalone, che al teatro al fianco di De Filippo è stata Ninuccia, qui è Concetta, le spalle solide su cui poggia tutta la famiglia Cupiello, mentre Ninuccia è interpretata dalla sempre bellissima Pina Turco, che avevamo già apprezza ne Il vizio della speranza sempre diretta da De Angelis. Da citare assolutamente Adriano Pantaleo, ex bambino prodigio della tv e del cinema italiano, che qui è Nennillo (o Tommasino) motivo di principale ilarità all’interno della commedia.

Il mix tra sonorità popolari, sassofono e melodie malinconiche che compongono la colonna sonora curata da Enzo Avitabile, aggiungono quel sapore in più che aiuta la tragicomicità di Natale in Casa Cupiello a passare dalla leggerezza ai toni più gravosi dell’epilogo. Un’opera che funziona nel suo complesso e sa trasmettere quella genuinità folkloristica tipica dell’opera di De Filippo, che tanto sa raccontare l’Italia di ieri e di oggi. Insomma, una scommessa vinta!

Natale in Casa Cupiello sarà trasmesso su Rai1 la sera di martedì 22 dicembre 2020 in prima visione assoluta.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Trova il giusto compromesso per trasformare in film un’opera teatrale rimanendole fedelissima.
  • Un ottimo cast e Castellitto sorprende.
  • Si tende ad ampliare ed aggiungere dettagli, il che potrebbe far storcere il naso ai puristi di De Filippo.

Potete leggere un’intervista al regista e ai membri del cast di Natale in Casa Cupiello cliccando qui.

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