Archivio tag: Rooney Mara

Women Talking – Il diritto di scegliere, la recensione

Nel 2005, in Bolivia, nella colonia mennonita di Manitoba, cominciò a diffondersi la voce che molte donne della comunità avevano subito aggressioni notturne. I mennoniti sono un movimento cristiano anabattista che sembra essere fuori dal tempo: rifiutano l’elettricità, ogni strumento tecnologico, perfino l’uso delle automobili e vivono isolati dal resto del mondo parlando solo il plautdietsch, un dialetto della Germania sud-orientale. Le donne vivono nella più completa ignoranza osservando rigide regole religiose e per loro queste presunte aggressioni erano una punizione divina, finché qualcuno non scoprì la verità: si trattava di un gruppo di uomini di una zona limitrofa che, durante la notte, si intrufolavano nelle camere da letto delle donne della comunità, di ogni età, le sedavano fino a renderle incoscienti e le stupravano ripetutamente. Questa cosa è andata avanti per anni, finché, nel 2009, i responsabili sono stati consegnati alla giustizia; nonostante ciò, da indagini successive, le donne non hanno seguito alcun percorso per elaborare il trauma, abbandonate a sé stesse e alle assurde regole del “mondo” in cui si sono trovate a vivere, senza la forza o la possibilità di fuggire.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, la recensione

L’amore di Guillermo del Toro per il cinema, il cinema fantastico in particolare, è ormai noto a tutti e dopo l’omaggio accorato al monster-movie da Guerra Fredda con il premio Oscar La forma dell’acqua e l’elegantissima (e sottovalutata) celebrazione dell’horror gotico e hammeriano con Crimson Peak, il tributo al cinema dei freaks è pressoché obbligato. Ma attenzione, perché il regista di Hellboy prende la strada più tortuosa per portare in scena la magnificenza del circo e delle fiere di paese riadattando il romanzo di William Lindsay Gresham La fiera delle illusioni (1946), che non è focalizzato sui “fenomeni da baraccone” ma utilizza il contesto circense per raccontare i lati più torbidi e oscuri dell’animo umano.

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La fiera delle illusioni – Nightmare Alley: il trailer italiano del nuovo incubo di Guillermo Del Toro

Venghino signori, venghino! Il nuovo film di Guillermo del Toro, La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley arriverà il 27 gennaio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia e noi possiamo mostrarvi il primo intrigante trailer in italiano.

La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è interpretato da Bradley Cooper, dall’attrice premio Oscar Cate Blanchett, da Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn.

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Da Van Sant a Balaguero: Don’t Worry e La settima musa in blu-ray

Lo scorso agosto due rinomati autori di fama internazionale si sono affacciati nelle nostre sale per presentare al pubblico italiano le loro ultime opere. Uno di loro è Gus Van Sant, cineasta statunitense che ha saputo imporsi grazie alla sua particolare capacità di raccontare i disagi giovanili, l’altro è lo spagnolo Jaume Balaguerò che dai primi anni duemila si è fatto portabandiera della rinascita dell’horror iberico. I film sono Don’t Worry e La settima musa, entrambi portati in sala da Adler Entertainment e adesso disponibili in home video grazie a CG Entertainment.

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Don’t Worry, la recensione

John Callahan era un irriverente saputello che riteneva d’esser stato rovinato per sempre da un incidente d’auto. Perse in maniera permanente l’utilizzo di entrambe le gambe e quando riuscì ad ottenere quello parziale delle braccia, cominciò a creare strisce a fumetti piene di humour nero e estremamente anticonvenzionali.

Ce n’è una – non presente nel film – che rende bene l’idea del personaggio in questione. Un paziente con il didietro di fuori è appoggiato al lettino ospedaliero con la parte anteriore del corpo, mentre il medico di fianco a lui, con entrambi gli arti mancanti, esclama “La mia tecnica per l’esame rettale è differente per via del fatto che sono gay e mi mancano le braccia”.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Maria Maddalena: in blu-ray il dramma biblico con Joaquin Phoenix

Qualche settimana prima della scorsa Pasqua, usciva nei cinema italiani Maria Maddalena, ovvero quello che – molto superficialmente – potremmo definire come ennesima opera vogliosa di far rivivere la Passione di Cristo. Ma attenzione! A firmare Maria Maddalena c’è Garth Davis, che con Lion – La strada verso casa ha già dimostrato di essere un cineasta attento all’aspetto empatico della vicenda raccontata. Per di più, Maria Maddalena non è “l’ennesima opera” sugli ultimi giorni di vita di Gesù Cristo, piuttosto il film di Davis è fedele al titolo che porta e la vicenda di Gesù di Nazareth e del suo assassinio sono solo parte del contesto in cui si svolge la vicenda che vede protagonista Maria di Magdala. Il film è da pochi giorni disponibile sul mercato home video grazie a Universal Pictures Home Entertainment.

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A Beautiful Day – You Were Never Really Here, la recensione

Joe è un veterano di guerra. Psicologicamente instabile, l’uomo convive ogni giorno con il ricordo di tutti quegli orrori che ha dovuto affrontare sotto le armi e a cui, purtroppo, è sopravvissuto. Adesso si è ritirato in una vita apparentemente tranquilla, abita con l’anziana madre malata e prendersi cura di lei sembra essere l’unica cosa che conta. Ma Joe ha una seconda vita che pochi, pochissimi conoscono: lavora come mercenario al servizio di tutti quei “deboli” che desiderano liberarsi di qualcuno ma che non hanno il coraggio o la forza per farlo da soli. Quando Joe viene assoldato da un politico locale per salvare Nina, la figlia adolescente finita in un giro di prostituzione minorile, si trova risucchiato in una sanguinosa spirale di violenza e corruzione da cui sembra impossibile uscirne illesi. 

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Maria Maddalena, la recensione

È quasi Pasqua e non poteva esserci periodo migliore per portare al cinema l’ennesima opera che ci fa rivivere la Passione di Cristo. Ma attenzione! A firmare Maria Maddalena c’è Garth Davis, che con Lion – La strada verso casa ha già dimostrato di essere un cineasta attento all’aspetto empatico della vicenda raccontata. Per di più, Maria Maddalena non è “l’ennesima opera” sugli ultimi giorni di vita di Gesù Cristo e chi lavora a Hollywood sa che non è ancora tempo di ripercorrere quelle strade dopo che Mel Gibson ha realizzato il film “definitivo” sull’argomento. Piuttosto il film di Davis è fedele al titolo che porta e la vicenda di Gesù di Nazareth e del suo assassinio sono solo parte del contesto in cui si svolge la vicenda che vede protagonista Maria di Magdala.

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Song to Song, la recensione

Recensire un film di Terrence Malick, mantenendo una sana credibilità dall’inizio alla fine, non è una cosa semplice. Parlare di un suo film, ormai, è un po’ come camminare sulle uova: puoi muoverti a passetti, ma tanto prima o poi sbagli. E già, perché Malick è ormai diventato un po’ come Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle, una sorta di “santone irraggiungibile” che professa da lontano e capace di crearsi una schiera di fedelissimi, una nuova tipologia di groupie, persone disposte a vedere “arte” in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni sua inquadratura. Se si elogia un suo film, dunque, significa che fai parte della “setta”; se lo si critica, applicando i parametri che si utilizzerebbero per qualunque altro film, allora significa che stai facendo il bastian contrario. Una bella impresa. Impossibile uscirne illesi.

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Lion – La strada verso casa, la recensione

Anni ’80, India. Saroo ha appena 5 anni quando finisce per sbaglio su un treno diretto a Calcutta, città terribilmente lontana da casa sua. Lì, dopo varie peripezie, si ritrova in un sordido orfanotrofio, dal quale si salva grazie all’adozione da parte di una coppia australiana. Passano 25 anni e Saroo si rimette alla ricerca della propria famiglia biologica, grazie all’aiuto di vaghi ricordi e di Google Earth.

Mentre si legge la sinossi di Lion è impossibile non pensare “sicuramente riceverà qualche nomination ai prossimi Oscar”. Eppure il film diretto da Garth Davis non è propriamente in stile Oscar: nonostante la materia trattata, infatti, non incappa nel facile melodramma ma si fregia di uno stile asciutto, raccolto. Ma tanto piangerete lo stesso, vi avverto.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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