Il caso Spotlight, la recensione

Boston, 2002 – La sezione Spotlight del Boston Globe porta alla luce uno dei maggiori scandali coinvolgenti la Chiesa Cattolica, colpevole di aver coperto negli anni ben 87 casi di pedofilia ad opera di sacerdoti.

Presentato fuori concorso alla 72esima edizione della Mostra dell’arte cinematografica di Venezia, Il caso Spotlight di Tom McCarthy, è stato al centro di molte discussioni per la tematica delicata e controversa che affronta. Il film tuttavia si rivela essere non solo l’occasione per rimarcare il terribile crimine di cui si è macchiata la Chiesa, seguendo passo passo le indagini che hanno portato alla sua scoperta, ma un’opportunità per riflettere sul ruolo ricoperto in questa circostanza dall’intera comunità.

La battuta chiave per la lettura della storia è affidata al personaggio di Stanley Tucci, l’avvocato Mitchell Garabedian, “non è solo la Chiesa, è la società che abusa dei bambini”. Sono tutti, dagli avvocati, ai giornalisti, fino alle famiglie delle vittime, che per le ragioni più varie trovano convenienza nel silenzio, alimentando un cancro che cresce nel cuore di Boston diventando sempre più mostruoso e difficile da estirpare.

Spotlight è un film d’inchiesta, tributo al grande giornalismo investigativo, la cui struttura richiama fortemente i cult della Hollywood classica. È supportato da una sceneggiatura ben congegnata, che alterna con efficacia le varie fasi dell’indagine a momenti più intimisti, in cui vediamo come i protagonisti affrontano sul piano personale le sconvolgenti scoperte fatte.

Spotlight 1

Regia sobria e montaggio lineare conferiscono alla narrazione un ritmo cadenzato che non appesantisce la visione, ma anzi lascia spazio allo spettatore, tra un avvenimento e l’altro, di assorbire le nuove informazioni e rielaborarle “al pari” dei protagonisti.

Interpretazioni efficaci e coinvolgenti, in particolare Mark Ruffalo nel ruolo di Michael Rezendes dimostra una forte empatia con il personaggio che traspare soprattutto durante il confronto con la giornalista Sacha Pfeiffer, interpretata da Rachel McAdams, a proposito del reciproco rapporto con la fede.

Un film importate che merita di essere visto, sia per la vicenda raccontata, che per le riflessioni non così scontate che riesce a innescare nello spettatore più attento.

Susanna Norbiato

PRO CONTRO
  • Una sceneggiatura efficace, con alcuni dialoghi molto importanti che offrono prospettive e chiavi di lettura interessanti.
  • Interpretazioni perfette.
  • Una regia non invadente e adeguata al tipo di narrazione proposta.
  • Tributo al grande giornalismo e in generale ai film d’inchiesta.
  • Alcuni potrebbero trovarlo forse troppo lento.
  • Un paio di scene verso la fine del film in cui vediamo Michael (Mark Ruffalo) entrare in chiesa e guardare tristemente un gruppo di bambini, risultano un po’ forzate e in generale rischiano di far sprofondare nell’eccessivo patetismo.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Il caso Spotlight, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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