Ma tu di che segno 6?, la recensione
Puntuale come un infarto arriva anche questo 2014 il tradizionale cinepanettone. Ma qualche cosa è cambiato, perché se di fatto il termine “cinepanettone” è fattivamente attribuito all’appuntamento annuale con il film di Natale della scuderia De Laurentiis, quest’anno si sono mescolate le carte e questo è dato dai vari licenziamenti e contratti non rinnovati che in casa Filmauro hanno ristrutturato il team realizzativo. E con relativa sorpresa scopriamo che il cinepanettone non è necessariamente legato all’etichetta realizzativa (la Filmauro) o gli attori coinvolti (Christian De Sica quest’anno ha glissato per il più sobrio La scuola più bella del mondo), ma al regista. E chi è il nome che negli ultimi quattordici anni è stato legato al cinepanettone? Il mitico Neri Parenti!
Quest’anno, libero da vincoli produttivi, Neri Parenti torna al cinepanettone “vecchio stile” e con Ma tu di che segno 6? ritrova la collaborazione con Carlo ed Enrico Vanzina, che scrivono e producono il film insieme alla casa di produzione di Maria Grazia Cucinotta, mentre la Lucky Red lo porta nelle sale.
Ma arrivati al 2014, c’è davvero bisogno di una cosa simile?
Pur essendo degli estimatori di questo filone della commedia all’italiana, ci si rende immediatamente conto che in Ma tu di che segno 6? non funziona quasi nulla.
Innanzitutto, è un film concettualmente vecchio e si ha l’impressione che si tratti di un soggetto scritto almeno trent’anni fa e riciclato malamente ora. Insomma, qui tutto ruota attorno all’astrologia e ai segni zodiacali, roba che andava di moda davvero negli anni ’80 e che oggi è diventata peculiarità di chi legge le rivistucole di gossip e guarda ancora i programmi di Guardì alla tv e infatti il film si apre con una conferenza dell’astrologo Paolo Fox… da far cadere la braccia, davvero.
Il film è strutturato a episodi, non collegati tra loro ma alternati. Cinque storielle che trattano in maniera più o meno pregnante il tema dello zodiaco.
Piero (Pio) fa l’astrologo per un piccolo giornale e nell’appartamento vicino a quello del suo amico Andrea (Amedeo) si trasferisce Monica (Mariana Rodriguez). Quando Andrea scopre che Monica fa tutto ciò che le dice l’oroscopo, chiede all’amico di scrivere l’oroscopo della ragazza in modo tale che lei vada a letto con lui.
Augusto Fioretti (Vincenzo Salemme) è gelosissimo di sua figlia adolescente Maria (Denise Tantucci) e utilizza la sua posizione da maresciallo dei carabinieri per sabotare tutte le storie amorose della ragazza.
Carlo Rabagliati (Massimo Boldi) gestisce un’agenzia fotografica che cura il look degli uomini di chiesa. Con un affare tra le mani che gli porterebbe a gestire il cambiamento d’immagine del Papa, Carlo si deve dirigere da Milano a Roma, ma la sua fissazione per l’astrologia gli porta a male interpretare le parole del suo oroscopo.
L’avvocato Giuliano De Marchis (Gigi Proietti) non crede assolutamente all’oroscopo e malgrado la sua segretaria (Valeria Graci) lo abbia avvertito che le stelle gli saranno avverse in quella giornata, lui decide di rispettare tutti i suoi impegni. Ma un incidente in Tribunale gli fa perdere la memoria e si ritrova a gestire le sue “bugie” senza sapere chi è suo cliente e chi suo avversario.
Saturno Bolla (Ricky Memphis) fa l’antennista e teme le donne Ariete, che gli hanno sempre portato male. Quando gli capita l’occasione di portarsi a letto la nota soubrette televisiva Nina Rocchi (Vanessa Hessler), scopre che lei è del segno Ariete!
Un’ora e quaranta minuti di gag riciclate dal passato lavorativo di Neri Parenti e di alcuni attori coinvolti, come, ad esempio, l’accoppiata Salemme e Pintus che rifanno la gag delle polpette di Fantozzi, Massimo Boldi che rifà (davvero malamente) la gag della suora insistente picchiata (solitamente attribuita a Paolo Villaggio) o Gigi Proietti che propone per l’ennesima volta lo sketch dello smemorato. Insomma, nulla di nuovo in un film che fatica a divertire, non riesce mai a far ridere e a tratti è anche irritante, come accade per l’episodio con Massimo Boldi, che tra clisteri ed emorroidi risulta di uno squallore e di un disgusto inimmaginabile. Alla fine, ad uscire vincenti sono paradossalmente Pio e Amedeo, entrati nel film a corsa già iniziata e protagonisti qualche mese fa dell’inutile Amici come noi. Il loro episodio è il più strutturato, il più fresco e si nota che molto è votato all’improvvisazione, con il vantaggio che la fiacchezza generale di scrittura qui è coperta dalla sinergia tra i due comici. Anche Memphis qua e là fa sorridere, ma si ha l’impressione che il suo episodio fosse quello su cui tutti puntavano meno, sbagliando.
Dispiace vedere che ottimi caratteristi (Memphis, Salemme) e grandi attori (Proietti) si perdano in un bicchiere d’acqua con progetti di questo tipo, stanche riproposizioni di situazioni viste e straviste, soggetti vecchi in partenza, gag che ormai non fanno più ridere nessuno.
Nel 1975 Sergio Corbucci aveva diretto la commedia a episodi Di che segno sei?, che trattava il medesimo tema dello zodiaco con attori in voga in quegli anni. Ma era il 1975, appunto. Suvvia!
Roberto Giacomelli
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