Project Wolf Hunting, la recensione

Negli ultimi anni la scena horror orientale sta vivendo una fase di enorme cambiamento, quasi una mini-rivoluzione si potrebbe dire, che ha come obiettivo quello di modificare la percezione dei prodotti made in Asia da parte del pubblico occidentale. Se fino a qualche tempo fa, infatti, i film del terrore orientali venivano etichettati secondo il canovaccio che prevedeva storie di fantasmi rancorosi le cui gesta avevano luogo all’interno di ambientazioni claustrofobiche, raccontate attraverso storie dai ritmi compassati non in linea con i gusti del pubblico dell’altra parte del mondo, adesso stiamo assistendo ad una netta inversione di tendenza. Un cambiamento deciso e netto i cui effetti sono un proliferare di titoli in cui i toni riflessivi e simbolici di cui sopra hanno ceduto il passo a film, per la maggior parte zombie movie, la cui prerogativa è una presenza smisurata di azione, sangue in quantità e ritmi vertiginosi volti a tenere lo spettatore incollato alla sedia.

Gli esempi sono tanti, ma quelli più riusciti ed esemplificativi di questa nuova stagione arrivano tutti dalla Corea del Sud e sono Train to Busan e il suo sequel Peninsula, #Alive e altri titoli di una lista a cui adesso si aggiunge Project Wolf Hunting di Hong-sun Kim, regista conosciuto dagli appassionati ma ancora a caccia della definitiva consacrazione. Successo che l’autore cerca di ottenere anche in Europa con un film di genere di stampo classico e che si pone come un fortunato mix di suggestioni da zombie movie, immagini splatter portate all’estremo e sequenze action realizzate con mano sapiente. Un buono spettacolo per gli occhi a cui, tuttavia, fa da contraltare una struttura narrativa non del tutto convincente, anzi carente e lacunosa.

Il governo sudcoreano decide di far tornare in patria dalle Filippine tutti i suoi detenuti più pericolosi, e per farlo organizza un viaggio all’interno di una mastodontica nave merci per quella che si presenta come un’operazione di massima delicatezza. Nonostante l’enorme dispiegamento di forze, però, i delinquenti riescono ad organizzarsi ed aggirare le misure di sicurezza, con l’intento di evadere e guadagnare la libertà. Proprio nel bel mezzo del diabolico piano dei malviventi e dei combattimenti tra loro e la polizia, però, viene risvegliata una forza diabolica e sovraumana destinata a seminare morte e distruzione.

Come si può facilmente evincere dalla trama, Project Wolf Hunting non ha alcuna velleità di presentarsi come un’opera innovativa e, al contrario, si poggia su modelli narrativi e visivi ben collaudati. Il lavoro di Kim, dunque, è un ricettacolo di cose già viste, ben realizzate ma comunque trite e ritrite: davanti agli occhi dello spettatore si alternano così duelli corpo a corpo, improvvise mostruose apparizioni e litri di sangue. Tutti elementi che non fanno altro che appagare gli stomaci e i palati degli appassionati dello splatter ai quali non può passare inosservata la mano sicura del regista e la sua dimestichezza con gli stilemi del genere, nonché la cura con cui sono realizzati i trucchi e gli effetti visivi della creatura che terrorizza l’intera nave e il realismo con cui scorrono i suddetti litri di sangue.

Insomma, il film di Kim sembrerebbe essere un prodotto di alto livello, ma non è tutto oro quello che luccica dal momento che la sceneggiatura si arrovella su sé stessa per via di una durata eccessiva rispetto a quello che la storia ha da offrire; inoltre, notiamo una scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi e alle dinamiche tra gli stessi. Proprio per quanto riguarda le figure che popolano la storia, infatti, viene meno una delle grandi caratteristiche degli zombie movie, o simili, ovvero la contrapposizione tra personaggi positivi e negativi, tra i prepotenti e coloro che fanno prevalere l’umanità e il bene comune. In Project Wolf Hunting, infatti, si avvicendano sulla scena una serie di figure impalpabili che poco aggiungono e poco tolgono ad un plot già di suo carente e alla lunga poco empatico.

Al netto di tutto ciò, in conclusione, quello di Hong-sun Kim si rivela un film gradevole per trascorrere quasi due ore all’insegna della violenza e dello splatter, ma assolutamente dimenticabile per tanti atri aspetti.

Project Wolf Hunting è distribuito in TVOD e in DVD da Blue Swan Entertainment.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • Tanto sangue e tanta violenza per gli amanti dello splatter.
  • I trucchi e il make-up del mostro sono ben realizzati e realistici.
  • Scena d’azione girate con mano sicura.
  • La durata è fin troppo eccessiva per quello che il film vuole raccontare.
  • Sceneggiatura carente ed approssimativa.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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