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The Dark Nightmare, la recensione

Il cinema scandinavo degli ultimi 20 anni ha mostrato un vigore e una forza evocativa tale da riuscire a influenzare anche un certo tipo di linguaggio di genere di caratura internazionale. Si pensi a film come Uomini che odiano le donne o Lasciami entrare, due titoli che hanno fatto immediatamente scuola. Ma non è stata solo la Svezia ad eccellere quando si tratta di re-visione post-moderna del cinema di genere perché tra i Paesi della penisola scandinava, la Norvegia si è invece contraddistinta per la capacità di affrontare il genere horror con una sensibilità particolare, quella del dramma psicologico abilmente mascherato da film dell’orrore. Pensiamo a Thelma di Joachim Trier, a Babycall di Pål Sletaune o ancora il più recente Handling the Undead di Thea Hvistendahl, sono tutti titoli che utilizzano atmosfere da horror ed elementi fantastici per riflettere sulla condizione umana, su problematiche concrete come il bullismo, la crisi post-partum, l’elaborazione del lutto. Alla stessa cerchia di questi ultimi titoli appartiene un altro “horror” norvegese, The Dark Nightmare, diretto dalla regista esordiente Kjersti Helen Rasmussen, che si era già confrontata con il genere in veste di sceneggiatrice con l’oscuro Villmark Asylum del 2015.
“The Dark Nightmare”: l’horror nordico sul demone degli incubi arriva nei cinema dall’11 giugno

S’intitola The Dark Nightmare il nuovo horror scritto e diretto da Kjersti Helen Rasmussen, in arrivo nelle sale italiane l’11 giugno grazie a BIM Distribuzione. Un film dal forte impatto visivo e psicologico, ispirato alla figura mitologica del Mara, il demone nordico che secondo la leggenda tormenta i dormienti, generando incubi, ansia e paralisi notturna.
The Other Side, in arrivo al cinema un nuovo horror svedese tratto da una storia vera

Arriverà nei nostri cinema dal 9 giugno distribuito da BIM il film horror The Other Side di Tord Danielsson e Oskar Mellander, campione d’incassi in Svezia e tratto da un’agghiacciante storia vera. Possiamo mostrarvi il trailer italiano ufficiale, il poster e una gallery fotografica di The Other Side.
The Father – Nulla è come sembra, la recensione

Ad un mese dalla notte degli Oscar The Father – Nulla è come sembra sbarca anche nei cinema italiani.
Il film, che vede come protagonisti Anthony Hopkins e Olivia Colman rispettivamente come padre e figlia, è tratto da una pièce teatrale dello stesso Florian Zeller, regista e sceneggiatore del film.
Anthony è un arzillo anziano profondamente attaccato alla vita ma con l’avanzare del tempo e degli anni ha sempre più bisogno di attenzioni da parte di sua figlia Anne, che cerca di stargli vicino in ogni momento. La demenza senile di Anthony si fa sempre più invadente, fino a far perdere ad Anthony qualsiasi concetto di tempo e spazio, tanto da far scivolare l’uomo in un circolo ossessivo.
The Room – La stanza del desiderio disponibile in edizione combo DVD + blu-ray

Quando l’Italia stava vivendo la così detta “fase 2” relativa al covid e al lockdown, e mentre le distribuzioni cinematografiche erano ancora piegate a causa dei cinema chiusi, alcune label hanno deciso inevitabilmente di modificare i loro piani e restituire ai circuiti VOD alcuni di quei titoli che avrebbero diffuso da lì a breve in sala se mai si fosse abbattuta la piaga del contagio. Tra queste coraggiose etichette c’è stata anche BiM che ha rilasciato l’11 giugno sul circuito on demand il bizzarro The Room – La stanza del desiderio diretto dal francese Christian Volckman. Dopo questa sua uscita VOD, il film arriva oggi sul mercato home video grazie a Eagle Pictures che edita il film nella sempre apprezzabile edizione combo DVD + Blu-ray disc.
Una famiglia, la recensione

Quello del commercio dell’utero e di piccolissime vite umane è un tema scottante e sempre più d’attualità, come dimostrano i tanti casi di cronaca che si leggono e sentono su giornali e televisioni. Un’autentica piaga sociale che non poteva lasciare indifferente il mondo del cinema e un festival impegnato come la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia che annovera tra i film in concorso Una famiglia di Sebastiano Riso che racconta con grande realismo ed efficacia una storia piena di immagini forti, metafore e grande sofferenza.
Appuntamento al parco, la recensione

Emily (Diane Keaton) è una vedova dalla vita apparentemente perfetta; ha una bella casa, un gruppo di amiche e si dedica con entusiasmo al volontariato. Tuttavia non si fatica a capire che la donna sia, in effetti, prigioniera del suo status di borghese in un ambiente falso e artificioso… oltre che dei debiti a lei lasciati dal defunto marito. Donald (Brendan Gleeson), invece, ha deciso di vivere ai margini della società, in una baracca che si è costruito da sé nel parco di fronte la dimora di Emily. Quando quest’ultima è suo malgrado testimone di un’aggressione ai danni dell’uomo, e chiama la polizia, tra i due nascerà un rapporto tanto profondo quanto complesso, a causa degli stili di vita tragicamente inconciliabili e non solo…
La tartaruga rossa, la recensione e le featurette

La tartaruga rossa presenta uno degli incipit più classici del mondo: un uomo che naufraga su un’isola deserta e decide di costruire una zattera per tornare a casa. A partire da questo momento, il film si discosta però dalla solita rappresentazione del naufrago solitario, e lo fa inserendo in scena una bizzarra tartaruga rossa che distrugge più e più volte la zattera del nostro protagonista. Ma quando quest’ultimo avrà finalmente il sopravvento sull’animale, riceverà una sorpresa inaspettata.
Un tirchio quasi perfetto, la recensione

Se sperate di ritrovarvi immersi in una commedia dal taglio semplice e geniale come lo era Giù al Nord, abbassate le aspettative. Un tirchio quasi perfetto (al secolo “RADIN!”, letteralmente “Avaro!”) è un discreta commedia, a tratti troppo furba, che scorre via in maniera elegante e mai volgare, senza purtroppo riuscire ad intaccare molto lo spettatore.
Inutile disquisire su quanto inopportune ed inadeguate siano a volte le traduzioni italiane dei titoli, ma una cosa va chiarita: non ci troviamo davanti al remake di un vecchio film con Adriano Celentano o Lino Banfi, ma alla visione di un prodotto cinematografico nuovo sul quale pesa un titolo dal sapore stantio, al pari di quello che dovrebbe avere la bustina di ketchup scaduta, luculliano condimento di una cena del protagonista della pellicola.
Dopo l’amore, la recensione

Amarsi è complicato. Separarsi lo è ancora di più.
Il regista belga Joaquim Lafosse non è il primo e non sarà l’ultimo a parlare delle pene del divorzio al cinema, ma nel suo ultimo film, Dopo l’amore, l’occhio cinematografico è concentrato su aspetti più amari e spesso nascosti.
Marie e Boris hanno due cose che li legano profondamente nonostante il loro amore sia ormai finito: la casa, pagata con i soldi di lei ma completamente ristrutturata da lui, e le loro figlie gemelle. Boris è senza lavoro e pieno di debiti e Marie non vuole concedergli la quantità di denaro che lui richiede.