Archivio tag: festival di venezia 2016

Indivisibili, la recensione

Viola e Dasy sono due gemelle siamesi, attaccate per il bacino, che hanno da poco compiuto diciotto anni. A Castel Volturno, comune in provincia di Caserta, sono delle vere e proprie star della canzone neomelodica e vengono chiamate per esibirsi di continuo a matrimoni o feste di compleanno. Con le loro esibizioni, Viola e Dasy danno da mangiare a tutta la famiglia, composta da un padre/manager attaccato al guadagno immediato, una madre etilista e due zii che insieme al parroco del paese, Don Salvatore, stanno convincendo la comunità che le due cantanti – grazie alla loro particolarità genetica – siano in grado persino di portare fortuna. Le cose vanno bene fino a quando, grazie ad un incontro fortuito con il Dott. Fasano, le due ragazze scoprono di potersi dividere con un intervento nemmeno troppo pericoloso. Da questo momento tutto cambia. Dasy inizia a desiderare una vita “normale” con una propria individualità, Viola teme di perdere il legame con la sorella e Peppe – padre delle due – sa che non potrà più continuare a lucrare sulle sue figlie nello stesso modo.

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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Liberami, la recensione

Da diversi anni a questa parte il cinema italiano sta vivendo un nuovo periodo d’oro grazie al documentario, un filone da sempre un po’ snobbato e di non facile fruizione per il pubblico medio, ma in grado di entrare in territori che il cinema di finzione non sarebbe in grado di approfondire più di quanto non abbia già fatto all’interno dei suoi confini narrativi. Un esempio lampante di ciò che stiamo dicendo è Liberami di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti all’ultima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, che racconta un mondo tanto inquietante quanto interessante e ricco di contenuti sociologici come quello dell’esorcismo e il rapporto fra i fedeli e il demonio.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Frantz, la recensione

Il perdono, sia verso sé stessi che verso gli altri, sembra essere una delle tematiche dominanti della 73^ edizione del festival di Venezia. Senz’altro è alla base delle vicende di Frantz, nuovo film del regista francese François Ozon, presentato in concorso.

Il film è tratto dalla pièce teatrale L’homme que j’ai tué di Maurice Rostard, da cui Ernst Lubitsch nel 1932 aveva tratto L’uomo che ho ucciso.

Anna Hoffmesiter (Paula Beer) è una giovane tedesca che ha perso l’amato fidanzato Frantz (Anton Von Luke) durante la Grande Guerra da poco conclusa. Un giorno, visitando la sua tomba, incontra Adrien (Pierre Niney), un ragazzo francese giunto da Parigi per conoscere la famiglia del defunto.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Spira Mirabilis, la recensione

“Tutti gli uomini sono mortali. Socrate è un uomo. Socrate è mortale.”

Questo l’esempio che portano molti professori di filosofia ai loro alunni quando devono spiegare che cosa sia un sillogismo, ovvero un ragionamento concatenato che sfrutta due proposizioni dichiarative (le c.d. premesse) per ricavarne una terza (detta conclusione). Ebbene, la mancanza di questa struttura logica è probabilmente la causa dell’insuccesso di Spira Mirabilis, il documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.

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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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L’estate addosso, la recensione

Avete presente quando volete fare una fotocopia ma desiderate far entrare due pagine di un libro nello stesso foglio, ecco L’Estate Addosso, l’ultimo film scritto e diretto da Gabriele Muccino, vuole fare esattamente questo.

È l’estate della maturità, Marco è rimasto bloccato a Roma a causa di un incidente stradale e, come ci ricorda il film, passare il periodo estivo nella capitale non è roseo come molti affermano. Con il rimborso dell’assicurazione, Marco decide di partire alla volta di San Francisco.  Con suo disappunto e sorpresa, Maria, la bigotta della sua classe, sarà la sua compagna di viaggio; i due ragazzi saranno ospiti di Matt e Paul, una giovane coppia gay.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Questi giorni, la recensione

Prendete una forte nostalgia anni ‘90, aggiungete Guy de Maupassant e condite con quell’autorialità un po’ pretestuosa che riesce sempre così bene ai registi italiani ed otterrete Questi giorni, ultimo film di Giuseppe Piccioni presentato in concorso a Venezia 73.

Quattro storie e quattro ragazze unite da un forte legame di amicizia grazie al quale affrontano le scelte e i problemi di ogni giorno. Quando una di loro decide di trasferirsi a Belgrado, le altre colgono l’occasione per accompagnarla per godersi un ultimo viaggio insieme.

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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 73: Gantz:O

Uno dei filoni di maggior tradizione e fascino del cinema giapponese è senza dubbio quello dei film ricavati dai manga, vero e proprio fenomeno di culto per intere generazioni non soltanto dell’estremo oriente, anzi. Un esperimento, nel quale si sono cimentati anche registi importanti, su tutti Takashi Miike, che presuppone doti immaginative e visionarie non da poco e che in caso di buona riuscita può generare pellicole divertentissime e spassose, oppure goffe, raffazzonate e di un trash involontario molto fastidioso in caso di esito negativo. Al Festival Internazionale del Cinema di Venezia, tuttavia, approda un’opera molto gradevole, ricca d’azione e dagli effetti speciali e visivi realizzati con grande maestria e conoscenza del settore. Stiamo parlando di Gantz:O di Yasushi Kawamura, film d’esordio del regista giapponese tratta dall’omonimo manga di Hiroya Oku e presentato nella sezione “fuori concorso” del festival.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 73: The Woman Who Left

The Woman Who Left è stato presentato il penultimo giorno della 73^ Mostra del Cinema di Venezia e subito si afferma come uno dei possibili vincitori del Leone D’Oro.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 73: La región salvaje

Angel (Jesus Meza) e Ale (Ruth Ramos) sono bloccati in un matrimonio infelice, privo sia d’amore che di appagamento sessuale. Lui la tradisce con Fabian (Eden Villavicencio) fratello di lei, che però non ama e Ale soffre una frustrazione di cui non riesce a vedere la fine. La sua vita cambia quando conosce Veronica (Simone Bucio) e il suo sconcertante segreto: una forma di vita aliena tenuta all’interno di un capanno in mezzo al bosco, in grado di soddisfare ogni appetito sessuale.

Quando però il cadavere di Fabian viene trovato nudo in un torrente, arriva il momento di affrontare la verità.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Tommaso, la recensione

Tommaso (Kim Rossi Stuart) va per i quaranta, è insoddisfatto della sua relazione con Chiara (Jasmine Trinca) e sogna ad occhi aperti di avere rapporti con altre donne. L’inevitabile rottura lo porta alla ricerca di situazioni che siano nuove ma che nel contempo trovano una conclusione sempre uguale e influiscono su altri aspetti della sua vita.

Diretto dallo stesso Kim Rossi Stuart, Tommaso è stato presentato – fuori concorso – alla 73^ edizione del Festival del Cinema di Venezia.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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