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Omaggio a Wes Craven: Le colline hanno gli occhi II

Negli anni Ottanta, Wes Craven (e il cinema horror in generale) stava attraversando una nuova fase: esaurito il decennio più “selvaggio” dei seventies, stavano nascendo nuovi filoni e si stava codificando una nuova estetica, altrettanto sanguinaria ma più raffinata.

Gli eighties sono gli anni per eccellenza del genere slasher: Halloween di Carpenter (in anticipo sui tempi, è del 1978) e Venerdì 13 di Cunningham (1981) sono le due opere seminali insieme a Nightmare di Craven (1984), che introduce il soprannaturale. La grandezza di Craven, come di tutti i maestri del cinema, consiste anche nel saper leggere i cambiamenti socio-culturali e tradurli in immagini nuove, riprendendo elementi della tradizione horror precedente e creando qualcosa di nuovo.

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Omaggio a Wes Craven: Benedizione mortale

Benezione mortale (USA, 1981) non è certamente tra i film più famosi di Wes Craven, né uno dei suoi capolavori: potremmo definirlo un “Craven minore”, anche se è meglio evitare definizioni del genere perché ogni film è a sé (di qualsiasi regista si parli) e non bisogna necessariamente confrontarlo con le opere maggiori. Deadly Blessing (questo il titolo originale) è il quinto lungometraggio di Craven: se escludiamo due opere poco conosciute come The Fireworks Woman (La cugina del prete), girato con lo pseudonimo Abe Snake, e il film per la televisione Summer of Fear, prima d’ora il regista aveva realizzato due tra i suoi film più riusciti, che sarebbero diventati col tempo due pietre miliari del new-horror, cioè L’ultima casa a sinistra e Le colline hanno gli occhi. Siamo quindi ancora nella prima fase della sua lunga filmografia, prima della sua opera più celebre Nightmare (1984) che fa da ideale spartiacque.

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Nicolas Winding Refn: l’inquadratura dell’uomo debole

Non sono il miglior regista del mondo, sono solo il migliore nel fare il tipo di film che faccio“.

Nel corso degli anni, Nicolas Winding Refn ha saputo regalarci pellicole di un certo spessore. Lo shock prende il sopravvento e scuote letteralmente lo spettatore. Un regista feticista che realizza delle storie basandosi sui propri desideri, su ciò che riesce ad accenderlo emotivamente. Nato a Copenaghen nel 1970 si trasferisce a New York quando ancora era un bambino. In quegli anni coltiva il suo amore per il cinema, guardando pellicole di ogni tipo, trovando anche la sua preferita: Non aprite quella porta.

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X-Men: breve cronistoria di una saga mutante

Mutanti. Sin dalla scoperta della loro esistenza sono stati guardati con paura, con ostilità. Con odio perfino. In tutto il pianeta infuria il dibattito: i mutanti sono l’anello successivo della catena evolutiva o semplicemente una nuova specie umana che lotta per il suo posto al sole? Comunque sia, è un fatto storico. Vivere in pace non è mai stata una caratteristica dell’umanità.

(Professor X, X-Men 2)

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Dexter, l’Oscuro Passeggero

Anche un altro grande del piccolo schermo ci dice addio. Dopo il mitico Walt “Breaking Bad” Withman anche il serial killer dei serial killer è giunto alla final season. Dal 2006 ci ha tenuto compagnia costantemente, tra un omicidio e l’altro in una serie che ha riscosso grossi consensi di critica e pubblico, almeno nelle prime stagioni.

Ma qual è il motivo per cui hanno deciso di concludere le vicende di Dexter?

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Chiudi bene la porta di casa. Speciale Home Invasion Movies

Si raccomanda di chiudersi bene in casa!”. Quante volte un annuncio del genere si è sentito in momenti di emergenza e di pericolo? Al cinema e nella realtà, la casa è un rifugio sicuro per tutti, il luogo degli affetti  e della tranquillità, il nido dove conserviamo i nostri ricordi e le cose più care. Eppure, molto spesso accade che le case diventino, invece, una prigione. Un trappola, a volte mortale, che si stringe sempre più sui suoi abitanti e che capovolge la percezione della propria casa, da riparo sicuro a luogo da cui fuggire a gambe levate poiché invaso da sconosciuti malintenzionati.

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