Un matrimonio mostruoso, la recensione
Volfango De Biasi (classe, 1972) ritorna al cinema con Un matrimonio mostruoso, sequel di Una famiglia mostruosa. Quest’ultimo, alla sua uscita nell’autunno 2021, causa emergenza covid, al botteghino non arrivò ad incassare un milione di euro, pur rappresentando nel panorama cinematografico un’opera diversa dalle solite commedie a cui siamo abituati.
Seppur con una trama differente dal primo capitolo, Un matrimonio mostruoso ci fa nuovamente ritrovare i suoi strampalati e bizzarri protagonisti, manca all’appello giusto il personaggio di Nando Cornicioni interpretato da Lillo.
Quando Stella (Ilaria Spada) si ritrova abbandonata e senza un becco di un quattrino, tra l’altro, costretta per forza di cose a saldare i debiti di Nando, decide di mettersi in mezzo alla crisi di coppia tra Brunilde (Paola Minaccioni) e Vladimiro (Massimo Ghini). Ma riuscirà Stella a far naufragare un matrimonio millenario?
Partiamo subito col dire che anche in questo secondo capitolo le battute esilaranti e le gag comiche non mancano. La sceneggiatura scritta dallo stesso De Biasi insieme a Michela Andreozzi, Filippo Bologna e Alessandro Bencivenni punta sul creare un effetto sorpresa sullo spettatore, pur senza perdere la caratteristica che lo ha reso unico nel suo genere fin dal precedente Una famiglia mostruosa. Non possiamo che elogiare le interpretazioni degli attori protagonisti, primi fra tutti la bravissima Ilaria Spada, capace di reggere il confronto con un grande attore come Massimo Ghini e una che di tempi comici se ne intende, Paola Minaccioni. Quest’ultima è stata chiamata a sostituire Lucia Ocone nel personaggio di Brunilde, ma riesce in poco tempo a non farcela rimpiangere.
C’è da aggiungere che la regia di Volfango De Biasi ci introduce in un genere che sembra strizzare l’occhio a opere come La famiglia Addams, che in Italia non è presente come negli Stati Uniti o nel Regno Unito. De Biasi si trova a suo agio a dirigere commedie di un certo spessore, lo ha già ampiamente dimostrato in passato con Come tu mi vuoi, Un Natale stupefacente e Crazy for Football – Matti per il calcio, e quest’ultima opera non fa eccezione. Le trovate comiche unite all’ottimo cast corale fanno di Un matrimonio mostruoso un’opera gradevole capace di far ridere di gusto lo spettatore, senza mai risultare banale nemmeno nell’inaspettato finale che apre l’ipotesi di un terzo capitolo, al momento non ancora confermato dal regista e dalla produzione.
Giovanna Asia Savino
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