Ammore e Malavita, la recensione

Presentato in concorso alla 74esima Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia, Ammore e Malavita dei Manetti Bros. è un musical napoletano a metà tra il crime e la commedia.

Quando Don Vincenzo (Carlo Buccirosso) rimane ferito in una sparatoria, la moglie Donna Maria (Claudia Gerini) ha la rivelazione: “faremo come in James Bond!” e convince il marito a fingersi morto, con la collaborazione di alcuni fidati uomini, per poter scappare insieme all’estero e vivere per sempre in un’isola deserta.

Tutto viene organizzato al meglio, il “cadavere” di Vincenzo consegnato alle autorità è in realtà quello di un sosia. Donna Maria si occupa dei preparativi per il funerale mentre Vincenzo in ospedale viene assistito da un medico corrotto per mantenere il segreto.

La sera designata per il trasferimento dall’ospedale però Fatima (Serena Rossi), una giovane infermiera di turno, scopre accidentalmente Vincenzo e quest’ultimo ordina ai due suoi più fidati scagnozzi, Ciro (Giampaolo Morelli) e Rosario (Raiz) di ucciderla. Quando Ciro incontra Fatima, il ricordo di un passato amore tra i due riaffiora all’improvviso e con esso la voglia di tornare insieme.

Ciro scappa con la ragazza e decide che farà di tutto per difenderla da Vincenzo e soprattutto dall’ira dell’ex migliore amico Rosario.

La forza principale di Ammore e Malavita è quella di arrivare a coniugare con successo molti generi, riuscendo a mantenersi al contempo serio e divertente, senza la minima intenzione di prendersi sul serio. Malavita, Sceneggiata e neomelodico, si incontrano in un film che a tratti risulta incredibilmente divertente e complessivamente molto scorrevole, con qualche rallentamento nella parte centrale.

L’autoironia è il motore della storia, che si apre con un gruppo di turisti stranieri in visita guidata alle Vele di Scampia. Quando una di loro viene scippata, la reazione della guida è pronta: “Sei fortunata! Hai provato l’esperienza turistica definitiva di Scampia!” e su questo intonano tutti insieme un rap che coinvolge gli abitanti della zona.  Una scena bellissima, divertente, che ha entusiasmato la sala, riportando un po’ alla memoria quel gusto per un cinema in grado di raccontare il proprio paese con leggerezza, prendendosi gioco in modo intelligente di tutti i luoghi comuni e gli aspetti negativi per cui si tende (spesso solo) a ricordarlo.

Una colonna sonora che affianca alla tipica canzone napoletana, comunque fortemente presente, anche generi più moderni che in qualche modo si sono fatti strada nella nostra cultura, come il rap, o cover di canzoni famose ma riadattate nel testo alle esigenze di copione. Un esempio è la scena in ospedale dove Ciro e Fatima si ritrovano per la prima volta e, tra lo stupore generale degli spettatori, quest’ultima intona una sua personalissima versione di “What a feeling” (da Flashdance) con tanto di balletto dei pazienti dell’ospedale, chi con la flebo, chi in carrozzina.

Interpretazioni sopra le righe, esagerate (ma non potrebbe essere altrimenti) che coinvolgono lo spettatore in un turbinio di sparatorie, balletti e momenti più intimisti, ma sempre con la voglia di intrattenere e far divertire. Claudia Gerini diverte molto nel ruolo dell’intraprendente Donna Maria, appassionata di film d’amore (la vediamo ripetere a memoria intere scene di Notting Hill), che conosce a menadito James Bond e con il marito colleziona modellini delle più famose auto cinematografiche, “Ciro ma secondo te dei diamanti è meglio nasconderli nella Aston Martin di James Bond o nella Delorean di Ritorno al Futuro?!”.

Ammore e Malavita si regala anche momenti internazionali, coinvolgendo per alcune brevi scene napoletani “d’oltreoceano”, che rappresentano l’occasione di spingersi al difuori dei confini e giocare un po’ anche con gli stereotipi dell’italoamericano a New York.

Un film complessivamente riuscito nel suo intento, con l’unico difetto di dilungarsi (forse un po’ troppo) nella parte centrale, dove il ritmo rallenta e ci sono un paio di canzoni in più (anche se è pur sempre un musical…).

Ammore e Malavita merita una visione, se non altro perché vi regalerà in alcuni momenti risate assicurate.

Susanna Norbiato

PRO CONTRO
  • Divertente, a tratti molto coinvolgente.
  • L’autoironia, un biglietto da visita sempre molto apprezzato!
  • Attori perfetti per i ruoli.
  • Perde ritmo nella parte centrale per recuperarlo alla fine (ma si sente).
  • Non si tratta di un contro, ma piuttosto di una limitazione: è un film particolare. Se non si amano i musical (questo è anche in napoletano stretto), il nonsense e in generale le storie un po’ sopra le righe, è probabile che non venga apprezzato.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ammore e Malavita, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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