Zombieland – Doppio colpo, la recensione
Ci sono voluti ben dieci anni e una serie tv andata male sul nascere per avere finalmente un sequel a quel gioiellino della zombie-comedy che è Benvenuti a Zombieland! E, come è giusto che sia, in Zombieland – Doppio colpo ritroviamo la stessa squadra con Ruben Fleischer al timone di regia dopo il successo al botteghino di Venom, Rhett Reese e Paul Wernick di Deadpool alla sceneggiatura e un cast che riporta in scena Woody Harrelson, Emma Stone, Jesse Eisenberg e Abigail Breslin.
Nel mondo di Zombieland i morti viventi stanno lentamente mutando in macchine ben più letali e se una parte di loro è ancora stupida e facilmente evitabile se si seguono semplici e basilari regole, ci sono altri zombi più subdoli e silenziosi, altri ancora capaci di “ragionare” e un’ultima specie incredibilmente resistente! In questo pericoloso contesto, Columbus, Tallahassee, Wichita e Little Rock si sono rifugiati in un luogo particolarmente sicuro, la Casa Bianca. Qui Columbus, da tempo in una relazione con Wichita, vorrebbe chiedere la mano alla ragazza, mentre Tallahassee si comporta come un invadente surrogato di padre per Little Rock. Proprio quest’ultima, infastidita dal comportamento dell’uomo e bisognosa di attenzioni “romantiche”, decide di allontanarsi e Wichita, depressa dalla routine con Columbus, la accompagna verso l’avventura. Nuovamente rimasti soli, Columbus e Tallahassee cercano subito di rifarsi una quotidianità e il ragazzo incontra durante una scorribanda in un centro commerciale Madison, una biondina senza cervello che si stabilisce subito da loro. Quando Wichita torna allarmata perché la sorellina l’ha abbandonata per fuggire con un hippie diretto a una fantomatica comunità pacifista, tutto il gruppo si rimette in marcia per ritrovarla. Ma la convivenza tra Wichita e Madison non sarà di certo facile…
Quando si ha a che fare con un cult, status a cui Benvenuti a Zombieland ha nel tempo ambito con successo, c’è sempre il pericolo di lasciar scontenti i fan. Questo devono saperlo bene regista e sceneggiatori di Zombieland – Doppio colpo, visto che nonostante gli anni passati e le orde di morti viventi ormai sfilate su piccolo e grande schermo, sono riusciti a dar vita a un sequel riuscito e brillante tanto quanto il capostipite. Ovviamente viene a mancare quel senso di freschezza che il film del 2009 riusciva a trasmettere in un panorama sovraffollato di zombie-comedy come era un decennio fa, ma la formula funziona ancora egregiamente soprattutto perché Reese e Wernick hanno giocato negli stessi territori del primo film senza andare per questo a ripetersi. Se lì c’era un gruppo che si formava, qui c’è un gruppo che si sfalda e la costruzione da road-movie si compone di tanti mini-episodi che non sono veri e propri “incidenti di percorso” quanto motivi per far crescere caratterialmente i personaggi.
Ritroviamo i quattro protagonisti caratterialmente cresciuti in confronto a dove li avevamo lasciati. Columbus è sempre l’impenitente nerd con una ferrea propensione nel seguire le regole, ma ora è impegnato in una relazione con Wichita e la sua massima preoccupazione è dichiararsi, farle la proposta di matrimonio, quindi non c’è più un tardo-adolescente impacciato, ma un uomo! Dal canto suo, Wichita è tanto affezionata a Columbus quanto poco trasportata dalla loro storia, la classica coppia che in una situazione di normalità, quindi non di outbreak zombie, mai e poi mai sarebbe stata… una coppia appunto! Però Wichita è anche molto preoccupata per la sorellina che invece da dodicenne come la avevamo conosciuta è ora una ragazza ventenne, con esigenze ben chiare e comprensibili per la sua età.
A Little Rock manca una vita sessuale, ha 22 anni, non ha mai avuto un ragazzo in vita sua, non ha neanche mai fatto sesso e sente il richiamo della libertà, a maggior ragione se Tallahassee le pone una pressione da fastidioso genitore che sembra voler recuperare il tempo perduto da padre. E forse è proprio quest’ultimo personaggio a mostrare una caratterizzazione più complessa e strutturata, un macho bellicoso repubblicano fino all’osso che sembra aver dimenticato le ormai amate merendine spugnose (vero tormentone del primo film) ma ha guadagnato una dimensione genitoriale che ci appare lontanissima dal suo spropositato ego a cui siamo stati abituati. E non dimentichiamo che nel primo film avevamo scoperto che lui è già stato padre e ha perso il figlio proprio a causa dell’apocalisse zombie, quindi per lui perdere Little Rock potrebbe essere il definito sconfinamento verso la malattia mentale.
Seguendo i caratteri trasformati e in continua evoluzione dei quattro protagonisti, facciamo la conoscenza anche di nuovi personaggi. C’è la svampita Madison (la new entry più riuscita, interpretata da Zoey Deutch), con tutina di pile rosa, trucco sempre impeccabile e protagonista dei momenti più divertenti del film; poi c’è Nevada (Rosario Dawson), tostissima fan di Elvis Presley che i “nostri” incontreranno in un momento clou del film, e infine c’è la coppia di doppioni di Tallahassee e Columbus, ovvero Albuquerque (Luke Wilson) e Flagstaff (Thomas Middleditch), ironicamente troppo simili ai due protagonisti e al centro di una memorabile scena d’azione in piano sequenza con continuo passaggio di testimone. Ah, c’è anche Berkeley (Avan Jogia), oggetto della cotta di Little Rock, ma il suo hippie tutta musica e marjuana è uno stereotipo che abbiamo visto troppe volte al cinema e tv per lasciarci divertire.
Ricco di momenti citazionisti verso il genere (la strizzata d’occhio a The Walking Dead su tutti), scene d’azione molto ben gestite, momenti comici mai eccessivamente demenziali (a parte l’orribile flashback ambientato a Pisa, di una stupidaggine e una sciatteria disarmante!) e un cast ricco e ben amalgamato, Zombieland – Doppio colpo pecca giusto in prevedibilità perché se si è un minimo avvezzi a certi racconti si può facilmente anticipare ogni blocco narrativo del film e ogni colpo di scena.
Ruben Fleischer ha fatto comunque un miracolo e se siete rimasti soddisfatti col primo film difficilmente Zombieland – Doppio colpo vi deluderà!
Ah, dimenticavo… non andate via durante i titoli di coda, ci sono ben due scene mid e post credits da spanciarsi dalle risate… garantito!
Roberto Giacomelli
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