The Marvels, la recensione

Il Marvel Cinematic Universe è giunto a quel punto critico che prima o poi sarebbe inevitabilmente arrivato. Quindici anni da quando tutto è iniziato con Iron Man, praticamente senza consapevolezza che si stava facendo la Storia del Cinema: 5 Fasi, 33 film e 10 serie ad oggi, per la saga cine-televisiva più grande di sempre. Ma come ogni cosa che raggiunge il punto più alto, prima o poi si è destinati a scendere e questo tempo è arrivato anche per i Marvel Studios e per il lavoro quasi sempre impeccabile del buon Kevin Feige. Ma se è innegabile che dopo il climax di Avengers: Endgame qualcosa si è incrinato, quasi una difficoltà fisiologica nella ripartenza, nel catalizzare d’accapo l’attenzione su qualcosa che era considerata come conclusa, è anche vero che la percezione manifesta del pubblico ha iniziato a mutare.

Un tempo era l’entusiasmo dei fan a prevalere attraverso la comunicazione (specialmente sui social network), oggi è la derisione e la rabbia sarcastica degli haters a far notizia e catalizzare l’attenzione sull’MCU. Così, nonostante siano sempre numerosi coloro che seguono con interesse in tv e al cinema le nuove fasi dell’Universo Marvel senza dover per forza manifestare il loro malumore verso fantomatiche “svolte” woke, il sentimento diffuso verso questa saga oggi è negativo, alimentato da chi preferisce far gradasso e soprattutto da quelle testate di discutibile professionalità che in onor dell’engagement social facile favoriscono l’odio con “rumors” screditanti (il 99% delle volte smentiti) e notizie tendenziose.

Questa premessa è utile a far chiarezza sul malumore generale che ha anticipato l’uscita al cinema di The Marvels, 33° lungometraggio del Marvel Cinematic Universe e secondo dedicato alla supereroina Captain Marvel / Carol Denvers, che è stato comunemente considerato un disastro ancora prima di veder la luce.

Il film diretto da Nia DaCosta – una professionista che ha in curriculum il thriller Little Woods e l’ottimo sequel di Candyman del 2021 – ha dei problemi ed è innegabile, soprattutto di scrittura e montaggio, ma da qui ad essere eletto portabandiera del decadimento etico e produttivo del Cinema Americano, beh, insomma… ce ne passa!

The Marvels si svolge immediatamente dopo la conclusione della serie Ms. Marvel riagganciandosi alla scena finale che vede Carol Denvers materializzarsi magicamente nella cameretta di Kamala. Scopriamo, così, che i poteri di Carol, Kamala e anche Monica Rambeau si sono intrecciati e quando una di loro li utilizza provoca inconsapevolmente uno switch con un’altra. Questo causa non pochi problemi nel momento in cui Carol si trova nel bel mezzo di un’insurrezione Kree e Monica sta tentando di riparare il motore di una navicella nel vuoto spaziale. Le tre eroine dovranno imparare a gestire questo disagio e collaborare in strettissima sincronia per evitare il piano distruttivo del Comandante Kree Dar-Benn, che è entrata in possesso di una delle due Nega-Bande, i potenti bracciali di cui l’altro è in possesso di Kamala Khan da generazioni.

The Marvels è uno dei film più complessi e allo stesso tempo semplici di tutto il Marvel Cinematic Universe. Nella nostra sinossi, anche per evitare spoiler, abbiamo semplificato al massimo gli eventi del film che, in teoria, non solo fanno riferimento a concetti di fisica quantistica ma collegano in maniera davvero strettissima gli eventi Captain Marvel (2019) con quelli delle serie WandaVision e Ms. Marvel in maniera tale che se non si è visti almeno questi tre prodotti è davvero arduo stare dietro agli eventi raccontati in questo film.

Allo stesso tempo, però, si nota una volontà nel rendere The Marvels accessibile a tutti semplificando al massimo quello che si sta raccontando, come se si sia pesantemente intervenuti in fase di revisione di scrittura facendo tagli sostanziali al materiale di partenza. Questo causa un senso di frenesia narrativa che non sempre fa bene al racconto generale, saltando da un evento all’altro con troppa facilità e con il risultato che alcuni frangenti siano poco chiari e alcuni personaggi risultino davvero poco caratterizzati.

A uscirne male, ad esempio, è proprio il villain Dar-Benn interpretata da Zawe Ashton (sui fumetti è un uomo ed è un personaggio davvero secondario) che al di là delle chiarissime motivazioni che ne fanno il classico cattivo tragico e con ragioni, non ha alcuno sviluppo nel corso del film.

Le tre eroine, invece, hanno tutte il giusto spazio ed emergono nel migliore dei modi dando vita a tre caratteri fortemente differenti e perfettamente amalgamati per far emergere la giusta sintonia. Delle tre è la Kamala Khan di Iman Vellani a rubare spesso la scena alle altre: il film, in più occasioni, sembra prendere il suo punto di vista e il tono generale da commedia è molto vicino a quello della serie Ms. Marvel. Le innegabili capacità attoriali della Vellani, unite al travolgente entusiasmo del suo personaggio (che di fatto è un fan degli Avengers prima che un supereroe), danno la spinta giusta al team in cui spicca anche l’ottima Brie Larson, a cui è affidato il ruolo più complesso e ambiguo nello svolgimento della storia, e Teyonah Parris che con la sua Monica Rambeau è la quota “seria” ma anche il personaggio del team che esprime per il momento meno appeal. Ha un ruolo fondamentale anche il Nick Fury di Samuel L. Jackson in un frangente pre-Secret Invasion e la famiglia di Kamala, utile a stemperare la tensione con gli immancabili siparietti comici. Ah, torna anche Goose, il gatto extraterrestre (meglio conosciuto come esponente della razza aliena Flerken) già visto in Captain Marvel e protagonista di alcuni dei momenti più divertenti e assurdi dell’intero film.

Si diceva della confusione generale che si respira guardando The Marvels che probabilmente non è solo il frutto di una scrittura travagliata ma anche di rimaneggiamenti post-produttivi con un montaggio che si focalizza tutto sulla massimizzazione del ritmo.

The Marvels si svolge quasi in tempo reale e immerge le nostre eroine in una corsa contro il tempo per evitare una catastrofe: il ritmo è forsennato, c’è azione continua in un susseguirsi di inseguimenti e combattimenti. Le scene d’azione sono molto complesse (spesso implicano lo switch tra personaggi) e ben gestite ma non ci troviamo all’interno di un’avventura di John Wick e alle lunghe, memori di cosa sono i film Marvel, un’opera senza soste può risultare paradossalmente pesante. A maggior ragione, se i brevi momenti di stasi sono come quello in cui le tre visitano un pianeta dove gli indigeni possono esprimersi solo cantando con uno dei momenti francamente più cheap e imbarazzanti dell’intero MCU.

Quindi si, The Marvels ha dei problemi insieme a diversi pregi. È il classico film medio-basso tra le produzioni del Marvel Cinematic Universe che sa regalare diverse emozioni, un senso generale del divertimento e dell’intrattenimento come la Marvel ci ha da sempre abituato, ma palesa anche evidenti rimaneggiamenti pre-produttivi e post-produttivi che non fanno bene all’opera nel suo complesso.

Al netto di una scena finale che suona come una scena post-credits, The Marvels presenta una sola scena nei titoli di coda, a metà, ma si tratta di un momento clamoroso che praticamente getta le basi per quello che il Marvel Cinematic Universe sarà nei prossimi anni. Quindi non alzatevi subito dalla poltrona o vi perderete una vera chicca!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • La sinergia delle tre protagoniste.
  • Iman Vellani è davvero un’ottima Ms. Marvel.
  • Le scene d’azione, complesse e ben gestite.
  • Si respira molta confusione data da una scrittura che tende a semplicizzare troppo e un montaggio che vuole favorire il ritmo.
  • La sequenza sul pianeta canterino, uno dei punti più bassi di tutto l’MCU.
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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Valutazione: +1 (da 1 voto)
The Marvels, la recensione, 6.5 out of 10 based on 2 ratings

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