Monthly Archives: Set 2016

Ben-Hur, la recensione

C’è molta imprudenza nella realizzazione della nuova versione di Ben-Hur, tanta quanta l’incoscienza che sembra aver alimentato l’intera filiera produttiva che sta alle spalle di questo blockbuster che vorrebbe donare nuova vita al romanzo che Lee Wallace scrisse nel 1880. Il problema fondamentale del Ben-Hur 2016 non è tanto lo scomodo paragone con il kolossal del 1959 diretto da William Wyler e interpretato da Charlton Heston, quanto la mancanza di quell’epicità che una storia di questo tipo avrebbe richiesto.

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Indivisibili, la recensione

Viola e Dasy sono due gemelle siamesi, attaccate per il bacino, che hanno da poco compiuto diciotto anni. A Castel Volturno, comune in provincia di Caserta, sono delle vere e proprie star della canzone neomelodica e vengono chiamate per esibirsi di continuo a matrimoni o feste di compleanno. Con le loro esibizioni, Viola e Dasy danno da mangiare a tutta la famiglia, composta da un padre/manager attaccato al guadagno immediato, una madre etilista e due zii che insieme al parroco del paese, Don Salvatore, stanno convincendo la comunità che le due cantanti – grazie alla loro particolarità genetica – siano in grado persino di portare fortuna. Le cose vanno bene fino a quando, grazie ad un incontro fortuito con il Dott. Fasano, le due ragazze scoprono di potersi dividere con un intervento nemmeno troppo pericoloso. Da questo momento tutto cambia. Dasy inizia a desiderare una vita “normale” con una propria individualità, Viola teme di perdere il legame con la sorella e Peppe – padre delle due – sa che non potrà più continuare a lucrare sulle sue figlie nello stesso modo.

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Abel – Il figlio del vento, la recensione

Raccontare una favola può essere solo in apparenza un’operazione facile, una formalità da espletare quando si è genitori o si ha a che a fare con bambini piccoli. Nulla di così sbagliato. La favola, al contrario, è una forma di narrazione tanto piacevole e solleticante quanto complessa poiché portatrice di sentimenti e valori veri quali l’amicizia, la lealtà, il non smettere mai di sognare e tanti altri. Un po’ quello che rappresenta anche Abel – Il figlio del vento della strana coppia Gerardo Olivares e Otmar Penk, rispettivamente spagnolo e austriaco, che propongono una favola che sfrutta un canovaccio ben consolidato, come il rapporto tra un bambino e un animale, per raccontare una storia che esalta l’amore a tutto tondo, quello fraterno o tra padre e figlio, inteso dunque nella sua totalità. Il risultato è nel complesso più che soddisfacente perché la pellicola, pur tra tanti difetti che riguardano l’aspetto narrativo, riesce comunque a colpire nel segno e regalare emozioni forti e dolci grazie ad un comparto visivo strabiliante e curato in ogni dettaglio.

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The Assassin, la recensione

Si può fare la recensione di un film che non si è compreso a pieno? È questo il caso di me e The Assassin, film di Hou Hsiao-Hsien, vincitore del Premio alla Regia di Cannes nel 2015, e che esce in Italia il 29 settembre con Movies Inspired.

Parto da ciò che è chiaro: il prologo. I primi dieci minuti mettono le basi per tutto il film: ci viene presentata l’Assassina, estremamente capace, ma rea di provare dei sentimenti, e, per castigo, costretta a uccidere suo cugino, di cui era promessa sposa. Questi dieci minuti, uniti alla contestualizzazione storica posta in calce – siamo nel Medioevo cinese, con la lotta fra corte imperiale e più o meno grandi feudatari – sono l’impianto narrativo di The Assassin.

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Liberami, la recensione

Da diversi anni a questa parte il cinema italiano sta vivendo un nuovo periodo d’oro grazie al documentario, un filone da sempre un po’ snobbato e di non facile fruizione per il pubblico medio, ma in grado di entrare in territori che il cinema di finzione non sarebbe in grado di approfondire più di quanto non abbia già fatto all’interno dei suoi confini narrativi. Un esempio lampante di ciò che stiamo dicendo è Liberami di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti all’ultima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, che racconta un mondo tanto inquietante quanto interessante e ricco di contenuti sociologici come quello dell’esorcismo e il rapporto fra i fedeli e il demonio.

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Zona d’ombra: il film-inchiesta con Will Smith in Blu-ray Disc Sony Pictures

Con un’utenza di circa 120 milioni di spettatori, disposti a pagare dai 500 ai 1500 dollari per un biglietto “economico” del Super Bowl, il football americano ha un giro d’affari incredibile, che ne fa lo sport nazionale statunitense. Di conseguenza la NFL (National Football League), che è la maggiore società di football in America, ha un peso decisivo nel mondo dello sport e dello spettacolo, con la conseguenza di porsi come ente intoccabile. O meglio, quasi intoccabile, dal momento che in Zona d’ombra viene posto un alone di negatività sullo strapotere dell’NFL.

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Regali da uno sconosciuto: la recensione del Blu-Ray Koch Media

Le vie del thriller sono infinite e per il suo esordio nella regia di un lungometraggio l’attore e sceneggiatore australiano Joel Edgerton sceglie quella meno convenzionale. Proprio mentre a Hollywood va per la maggiore la contaminazione con l’action, Regali da uno sconosciuto si inoltra su una via più intimista, perfino minimalista, dove a contare è il rapporto di una coppia e la loro felice quotidianità, nella quale si intrufola un individuo che, a poco a poco, distrugge ogni sentore di serenità. Prodotto da Jason Blum, che con la sua BlumHouse è divenuto un vero e proprio guru del nuovo cinema horror, e premiato al prestigioso festival del fantastico di Sitges, Regali da uno sconosciuto arriva in Blu-ray disc grazie a Koch Media.

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Addio a Herschell Gordon Lewis, il “Padrino del Gore”

Chi ci segue sa che non amiamo gettarci in “coccodrilli” e raramente ci dedichiamo a necrologi che potete trovare in ogni sito di informazione. Però poi ci sono addii che ci toccano un po’ più da vicino o perché si tratta di personaggi che hanno in qualche modo “formato” le firme della nostra redazione, o perché si tratta di personalità di importanza imprescindibile ma che in pochi, in realtà, conoscono e ne conoscono i meriti. Oggi ci duole dire addio a Herschell Gordon Lewis, regista e produttore statunitense che ha di fatto creato una certo modo di fare cinema horror, quello più viscerale, exploitativo e sanguinolento, votato allo shock visivo prima che ad ogni altra cosa.

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Bridget Jones’s Baby, la recensione

Non si potrebbero usare toni meno che entusiastici per descrivere Bridget Jones’s Baby, terzo capitolo cinematografico dedicato alle disavventure della single più amata e famosa dei nostri tempi. Nata vent’anni or sono dalla penna di Helen Fielding, Bridget debutta sul grande schermo nel 2001. Ha poco più di trent’anni, le fattezze morbide e accattivanti di Renée Zellweger ed è contesa dall’affascinante mascalzone Daniel Cleaver (Hugh Grant) e dall’ermetico romantico Mark Darcy (Colin Firth).

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La vita possibile, la recensione

Anna è una donna di mezza età e con un bambino di tredici anni, Valerio. Soprattutto, però, Anna è una moglie che da troppi anni subisce le violenze – verbali e fisiche – di un marito sempre più aggressivo. Un giorno, dopo l’ennesima violenza, Anna decide di scappare da Roma insieme a suo figlio per raggiungere Torino e trasferirsi provvisoriamente a casa di Carla, una cara amica nonché attrice teatrale squattrinata. Pur se tra mille ostacoli, Anna decide di dare un taglio al passato per ricominciare nella nuova città. Le difficoltà più grandi, però, spettano a Valerio che fatica a superare la lontananza dal padre e dagli amici romani. Una nuova vita è possibile per Anna, ma per Valerio?

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