David di Donatello 2020: considerazioni sulla cerimonia e tutti i vincitori
Si è svolta ieri sera, 8 maggio 2020, a Roma, la 65^ cerimonia di premiazione dei David di Donatello. Una cerimonia che rimarrà nella storia, non per i premi assegnati, che sono stati di una convenzionalità a tratti imbarazzante, ma perché è stata una serata senza ospiti, senza pubblico, con il solo conduttore – Carlo Conti – in studio e i nominati in collegamento video da casa. È stata la serata dei David ai tempi del Covid-19 (dei Covid di Donatello, come ha ironicamente detto Roberto Benigni), la premiazione dettata dal distanziamento sociale che da una parte ha dato vita a uno spettacolo non spettacolo, rigoroso, essenziale (e dunque molto veloce), anche un po’ noiosetto, dall’altro ci ha mostrato i big del cinema nostrano in inedite vesti e location, direttamente dai loro salotti, dalle loro case che – dalle inquadrature di Zoom – ci sono sembrate normalissime, vissute, molto vicine a quelle di ognuno di noi.
Così facendo abbiamo potuto assaporare un po’ di quella autenticità che altrimenti durante lo show, sul palco, sarebbe mancata, come la reazione a caldo di Anna Ferzetti all’annuncio della vittoria del marito Pierfrancesco Favino come miglior attore protagonista, o i figli festanti di Luigi Lo Cascio, miglior attore non protagonista, o ancora l’irruzione – meno genuina, a dire il vero – della famiglia di Marco Bellocchio all’annuncio del David alla regia. Anche se il più bizzarro è stato il collegamento con Valeria Bruni Tedeschi durante l’annuncio delle nomination per il premio alla migliore attrice protagonista, durante il quale sorseggiava prosecco, inventava neologismi e aveva misteriose incursioni di persone nell’inquadratura che le chiedevano selfie.
Al di là della cerimonia in sé, divisa tra genuinità e impaccio generale dato dalla situazione straordinaria, il conteggio dei premi ha dato come vincitore numerico e qualitativo della serata Il traditore di Marco Bellocchio, che si è portato a casa 6 statuette (su 18 nomination) tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista. Perfettamente come era stato previsto da chiunque. Vittorie che hanno premiato un film senz’altro di qualità ma anche tanto convenzionale, perfettamente allineato a quello che in Italia è stato mostrato in almeno 40 anni di televisione e che si adagia su un importante valore civico e sociale.
Segue a ruota Pinocchio di Matteo Garrone, 5 vittorie su 15 nomination, che ha sbaragliato la concorrenza su tutte le categorie tecniche, come era giusto che fosse, come scenografia, costumi, acconciature, effetti speciali e trucco.
3 sono stati i premi assegnati a Il Primo Re di Matteo Rovere (le nomination erano 15): produttore, suono e fotografia. Un film sicuramente meritevole e soprattutto meritevole di ben altri premi e che, paradossalmente, ha vinto per la fotografia di Daniele Ciprì, forse uno dei punti deboli del film, il che ci fa pensare che non sia stata premiata davvero la fotografia del film ma Daniele Ciprì in quanto stimato professionista in generale. Lasciano pensare anche i due premi “guadagnati” da La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek: Jasmine Trinca come migliore attrice protagonista, anche se ha poche pose e, quindi, non sta in scena tanto quanto la categoria richiederebbe (ma è anche vero che quest’anno non c’erano proprio ruoli femminili di rilievo, basti guardare le altre candidate); la canzone originale Che vita meravigliosa, scritta e cantata da Diodato. E bisogna sottolineare che nella stessa categoria era candidato Thom Yorke per Suspiria, un artista enorme per un film che pone la musica al centro della storia, obiettivamente di un livello ben superiore alla parentesi Diodato nel film di Ozpetek, ma evidentemente l’orgoglio italiano post Festival di Sanremo ha prevalso nel cuore dei votanti. Ma a Yorke e al suo lavoro eccezionale su Suspiria è stato preferito altro anche nella categoria migliori musiche, vinta da L’orchestra di Piazza Vittorio per Il flauto magico di Piazza Vittorio.
Un altro premio alquanto discutibile è quello andato a Phaim Bhuiyan, 23enne di origini bengladesi, fattosi conoscere su YouTube e premiato come miglior regista esordiente per Bangla. Contro di lui c’erano Igort per 5 è il numero perfetto, Marco D’Amore per L’immortale, Leonardo D’Agostini per Il Campione e Carlo Sironi per Sole. Bastano nomi e titoli per rendere l’idea di quanto non sia stato premiato il merito, la qualità, ma neanche l’appeal del pubblico – se proprio vogliamo – visto che Bangla è stato uno dei più sonori flop al botteghino di quella stagione italiana. Quindi perché un premio a Phaim Bhuiyan? La sensazione è che il premio sia stato assegnato a Domenico Procacci, produttore molto influente, che quest’anno aveva in lizza solo questo film. È solo una sensazione, sia ben chiaro. Però non trovo altra giustificazione logica alla vittoria.
Valeria Golino attrice non protagonista fa guadagnare l’unico David al cinecomic 5 è il numero perfetto (9 candidature) e Martin Eden di Pietro Marcello, tra i più nominati con 11 candidature, è il titolo meno celebrato con un solo premio alla sceneggiatura non originale.
David speciale a Franca Valeri, consegnato giorni fa e di cui è stata mostrata solamente una foto, e omaggio filmato ai 100 anni di Alberto Sordi e Federico Fellini.
Di seguito l’elenco completo dei premiati ai 65° David di Donatello.
Roberto Giacomelli
MIGLIOR FILM
Il traditore – prodotto da IBC MOVIE, KAVAC FILM, con RAI CINEMA per la regia di Marco BELLOCCHIO
MIGLIOR REGIA
Marco BELLOCCHIO per il film Il traditore
MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE
Phaim BHUIYAN per il film Bangla
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Marco BELLOCCHIO, Ludovica RAMPOLDI, Valia SANTELLA, Francesco PICCOLO per il film Il traditore
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Maurizio BRAUCCI, Pietro MARCELLO per il film Martin Eden
MIGLIOR PRODUTTORE
Andrea PARIS e Matteo ROVERE per GROENLANDIA, RAI CINEMA, GAPBUSTERS, ROMAN CITIZEN per il film Il primo re
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Jasmine TRINCA per il film La dea fortuna
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Pierfrancesco FAVINO per il film Il traditore
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Valeria GOLINO per il film 5 è il numero perfetto
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Luigi LO CASCIO per il film Il traditore
MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Daniele CIPRI’ per il film Il primo re
MIGLIORE MUSICISTA
L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO per il film Il Flauto Magico di Piazza Vittorio
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
“CHE VITA MERAVIGLIOSA” musica e testi di Antonio DIODATO, interpretata da DIODATO per il film La dea fortuna
MIGLIORE SCENOGRAFO
Dimitri CAPUANI per il film Pinocchio
MIGLIOR COSTUMISTA
Massimo CANTINI PARRINI per il film Pinocchio
MIGLIOR TRUCCATORE
Dalia COLLI e Mark COULIER (trucco prostetico) per il film Pinocchio
MIGLIOR ACCONCIATORE
Francesco PEGORETTI per il film Pinocchio
MIGLIORE MONTATORE
Francesca CALVELLI per il film Il traditore
MIGLIOR SUONO
Presa diretta: Angelo BONANNI – Microfonista: Davide D’ONOFRIO – Montaggio: Mirko PERRI – Creazione suoni: Mauro EUSEPI – Mix: Michele MAZZUCCO per il film Il primo re
MIGLIORI EFFETTI VISIVI
Theo DEMIRIS e Rodolfo MIGLIARI per il film Pinocchio
MIGLIOR DOCUMENTARIO
Selfie di Agostino FERRENTE
DAVID GIOVANI
Mio fratello rincorre i dinosauri diretto da Stefano CIPANI
DAVID DELLO SPETTATORE
Il primo Natale di Salvo FICARRA e Valentino PICONE
DAVID SPECIALE
Franca Valeri
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Inverno di Giulio MASTROMAURO
MIGLIOR FILM STRANIERO
Parasite di BONG Joon Ho (Academy Two)
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