Dream Scenario, la recensione

Il professore universitario Paul Matthews comincia ad apparire nei sogni delle persone. Non solo dei conoscenti, ma anche di emeriti sconosciuti sparsi in giro per il mondo. Proprio lui, un uomo ordinario, anonimo, che si fatica a riconoscere per strada. E, infatti, nei sogni non è altro che una comparsa, un uomo che cammina sullo sfondo, che spunta da una siepe. Però questo fa di Paul una star, l’uomo che tutti conoscono senza che nessuno effettivamente sa chi sia, finendo inevitabilmente all’attenzione dei media. Più se ne parla, più Paul diventa virale all’interno dell’attività onirica di chiunque. Quando, però, i sogni in cui Paul compare si trasformano in incubi e lui stesso lascia da parte il ruolo di comparsa per diventare un protagonista, spesso malvagio e spietato, le cose cambiano e la celebrità dell’uomo gli si ritorce contro fino a trasformarlo nella persona più odiata del mondo.

Il regista e sceneggiatore norvegese Kristoffer Borgli sta conducendo un progetto autoriale molto interessante votato alla chirurgica disamina dei meccanismi che portano alla celebrità nel mondo contemporaneo.

Borgli ha iniziato nel 2017 con il suo primo lungometraggio, DRIB, un docu-film sul fenomeno virale Amir Asgharnejad, comico iraniano-norvegese diventato famoso per i (finti) video in cui provocava risse per strada, poi assoldato per una furbissima campagna di marketing di un energy drink. In quel caso il confine tra realtà e finzione era fondamentale per lo storytelling della celere viralità dei video: erano finti, tutti pensavano fossero veri e la pubblicità ha cavalcato l’onda favorendo l’ingenuità degli utenti. Per l’opera successiva, Sick of Myself (2022), Borgli alza la posta in gioco e utilizza il linguaggio del lungometraggio di fiction per spingersi oltre e raccontare le derive più grottesche e drammatiche, quasi orrorifiche, della sete di celebrità e dello spietato mondo della viralità mediale. Dream Scenario, che rappresenta il primo progetto statunitense di Borgli, è il naturalissimo passo successivo di questo percorso perché rimane sulle stesse tematiche care all’autore sconfinando nel fantastico e nel surreale.

L’espediente fantastico che porta Paul a diventare virale, quindi famoso, è la chiara metafora del successo scaturito dal nulla che colpisce molti “fenomeni” del web e della tv, non parliamo di influencer o aspiranti tali, come accadeva in Sick of Myself, ma a quei perfetti signor nessuno che dall’oggi al domani sono sulla bocca di tutti per non aver fatto nulla. Insomma, avete presente mr. Triccheballacche Orlando Portento, la signora Angela da Mondello del “non ce n’è coviddi” o la signora della pelliccetta scambiata di Napoli? Ecco, faticate a ricordare questi “mostri” perché sono esattamente come il nostro Paul Matthews, il simbolo del nulla che inspiegabilmente raggiungono la notorietà e poi vengono semplicemente dimenticati.

Dream Scenario racconta la contemporaneità e l’illusione del successo con tutte le conseguenze (negative) del caso, a partire dalla notorietà che si ritorce contro chi la raggiunge scatenando un vero e proprio fenomeno di hating. È la realtà, l’oggi, ma virato in chiave fantastica.

Borgli è bravissimo a giocare sul doppio filo della narrazione e della metafora senza che mai quest’ultima prevalga sulla prima e Dream Scenario non è solo un film che inquadra in maniera cinica un tassello della nostra contemporaneità ma è anche una bellissima favola surreale tutta incentrata su un “ometto” e le sue enormi insicurezze.

A dar corpo al protagonista è un gigantesco Nicolas Cage, un attore fenomenale che finalmente sta uscendo da quel circolo vizioso dei film “alimentari” tornando a recitare veramente, una scelta quanto mai oculata visto lo status di cult che aleggia attorno all’immagine dello stesso Cage con i meme sul web, creando un corto circuito tra lui e il suo Paul. L’attore riesce a rendere in maniera quanto mai credibile le idiosincrasie di un uomo complessato che, apparentemente, ha raggiunto il suo equilibro; un equilibrio che viene scardinato però dagli eventi fantastici di cui diventa protagonista e che lo portano a diventare una sorta di ignaro Freddy Krueger.

Funziona quasi tutto a meraviglia in Dream Scenario, ennesimo centro per la A24 che vanta tra i produttori anche Ari Aster. E infatti si nota qua e là l’influenza del regista di Beau ha paura soprattutto nella fusione tra realtà e momenti onirici, a tratti anche inquietanti. Dicevo che funziona “quasi” tutto perché il film inciampa nelle svolte narrative della seconda metà; c’è un’evoluzione della storia attorno a Paul che ci porta in uno scenario quasi fantascientifico/distopico alla Black Mirror che un pochino stona con il contesto. Un’evoluzione sicuramente utile al bellissimo e toccante epilogo, ma che toglie un po’ di quella frizzantezza e originalità della prima metà del film.

In Italia, dopo essere stato presentato in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma, Dream Scenario esce in sala distribuito da I Wonder Pictures dal 16 novembre con il non necessario sottotitolo “Hai mai sognato quest’uomo?”.

Il mio consiglio è di non lasciarvi sfuggire questa folle e intelligente commedia fantastica che fa satira in maniera lucida ma sa anche raccontare una bellissima storia nel migliore dei modi.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Nicolas Cage nella sua migliore interpretazione degli ultimi 15 anni.
  • Un tassello importante nella costruzione narrativa di un autore come Borgli.
  • Riesce a gestire benissimo sia la storia fantastica che la componete di critica sociale.
  • La prima metà del film funziona oggettivamente meglio della seconda, palesemente in difficoltà sul come proseguire e concludere una storia così bizzarra.
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Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Dream Scenario, la recensione, 7.5 out of 10 based on 2 ratings

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