Archivio tag: christian bale
The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, la recensione
Paesaggi nevosi e ammantati dalla nebbia, magioni gotiche, atmosfere ottocentesche e una serie inquietante di delitti efferati e di matrice misteriosa, spesso soprannaturale: sono questi alcuni degli elementi che concorrono a disegnare il quadro del classico racconto del terrore, così come lo immagina la maggior parte delle persone, anche chi non ha alcuna dimestichezza con il genere horror. Una ricetta che se ai nostri occhi è percepita come consolidata e ormai scontata, in realtà è il frutto di una stagione, quella della letteratura gotica, che, proprio grazie a questi ingredienti, ha saputo regalare a generazioni di lettori racconti e romanzi spaventosi, forieri di brividi immortali che ancora oggi si provano nel leggere le pagine dei grandi maestri del genere.
L’impero del sole di Steven Spielberg in una nuova edizione steelbook blu-ray
Nell’impresa di ridistribuire alcuni cult e classici del cinema in edizione da collezione steelbook, Warner Bros. Home Entertainment ha recentemente portato in una veste nuova di zecca L’impero del sole di Steven Spielberg, imprescindibile classico che ci mette nei panni di un ragazzino inglese a Shanghai che, alla soglia della Seconda Guerra Mondiale, smarrisce i genitori e si trova a vivere la più incredibile avventura della sua vita.
Amsterdam, la recensione
Cinque candidature agli Oscar (tre come regista, due come sceneggiatore), David O. Russell si è ritagliato negli ultimi dieci anni un posto di tutto rispetto nella Hollywood che conta, da quando con The Fighter si è imposto come autore di “serie A”. Questo nonostante la sua carriera sia cominciata comunque a metà anni ’90 (tra gli altri, ha scritto e diretto il cult con George Clooney Three Kings) e abbia anche la fama di essere un vero “stronzo” sul set, con i suoi attori. Però è dal 2015 che David O. Russell era lontano dal set, ovvero dal bellissimo Joy con Jennifer Lawrence, sette lunghi anni durante i quali il regista e sceneggiatore ha dato vita alla sua opera più complessa e ambiziosa, Amsterdam.
Thor: Love and Thunder, la recensione
Dove avevamo lasciato il nostro amato Zio… ehm, Dio del Tuono? Niente paura, ci pensa la voice over del simpatico Korg, il roccioso guerriero Kronan già visto in Thor: Ragnarok e Avengers: Endgame, a rimettere ordine tra le molte avventure di Thor in un utile recap che fa testa a Thor: Love and Thunder. Ma ad aprire il 29° film del Marvel Cinematic Universe è un prologo dedicato a Gorr, il futuro “macellatore di dèi” le cui origini ci vengono raccontate partendo da quando non era ancora uno spietato villain.
E si trova proprio nella tragica storia di Gorr la chiave di volta del film co-scritto e diretto da Taika Waititi che, pur non rinunciando alla sua tipica vena umoristica ultra-demenziale, riesce a dare al suo film una particolare dignità drammatica che lo eleva al di sopra del precedente Ragnarok.
Thor: Love and Thunder, ecco il nuovo trailer che mostra Gorr e il poster finale
Disney Italia e Marvel Studios hanno diffuso stamattina il nuovo trailer e il poster finale del film Marvel Studios Thor: Love and Thunder che rivelano nuovi dettagli sull’ultima avventura del Dio del Tuono, incluso un viaggio verso l’Olimpo in cui Zeus (interpretato da Russell Crowe) regna sovrano e il look di Gorr il Macellatore di Dei, il villain che ha le fattezze di Christian Bale.
Le Mans ’66 – La grande sfida, la recensione
Se ci fate caso, quando il cinema ha a che fare con le storie vere racconta con grande efficacia soprattutto le grandi vite di personaggi secondari, chi è stato nell’ombra, non è conosciuto ai più eppure ha compiuto imprese straordinarie, meritevoli di essere al centro di un film, appunto. A confermare questa paradossale regola non scritta arriva anche Le Mans ’66 – La grande sfida, l’ultimo film del talentuoso James Mangold che racconta la vita di Ken Miles e Carroll Shelby.
E chi sono? Direte voi se non siete appassionati di vecchia data di automobilismo…
Vice – L’uomo nell’ombra, la recensione
Ci sono persone, anzi personaggi (Adam McKay insiste su questo), che agiscono all’oscuro dei più, nell’ombra, assumendo posizioni di grande influenza, di potere quasi totale, nel più assoluto anonimato. Burattinai, scaltre iene, astuti calcolatori, emuli dell’Imperatore Palpatine fondamentali all’iter storico/politico/sociale di un Paese (se non del mondo intero) di cui nessuno ci racconta o ci ha raccontato. L’idea – di per se molto arguta – che sta alla base di Vice – L’uomo nell’ombra è proprio questa: mostrarci il vero volto del Potere degli Stati Uniti in uno dei momenti più bui della sua storia, ovvero l’ex vicepresidente dell’amministrazione Bush Jr. Dick Cheney… il problema è che il regista Adam McKay lo fa con lo stile che lo ha fatto conoscere al grande pubblico degli Academy, quello de La grande scommessa!
Hostiles – Ostili, la recensione
Presentato come film d’apertura alla 12^ edizione della Festa del Cinema di Roma, Hostiles si pone come un ritorno al cinema classico e per agganciarsi alle suggestioni della grande Hollywood di un tempo, il regista Scott Cooper utilizza il linguaggio dell’epica western. Il risultato lascia un po’ interdetti: Hostiles è senz’altro un bel film nel mentre lo si guarda, ma è cinema di maniera, un compitino ben svolto che lascia pochissimo addosso allo spettatore.
Knight of Cups, la recensione
Qual è il miglior modo che una pellicola ha per essere ricordata? Una trama interessante e raccontata in maniera non banale, certo. Effetti speciali rivoluzionari non avulsi dal resto del racconto, anche. Ma la cosa che, per sua stessa natura, riesce ad aver maggiore presa su noi ignari spettatori è l’immedesimazione. Nel momento esatto in cui sentiamo fisicamente di provare ciò che il protagonista sta passando nella sua più o meno lunga serie di peripezie cinematografiche, ecco che scatta verso di noi un’invisibile e infido uncino che agguanta la nostra ragione senza più mollare la presa. Peccato che il protagonista di questo film sia il male di vivere.
La grande scommessa, la recensione
Nulla, assolutamente nulla, di quello che ci viene mostrato ne La Grande Scommessa, dovrebbe farci ridere. Nemmeno un pochino. Proprio no. Voglio dire, stiamo parlando di una delle crisi finanziarie più catastrofiche della storia. La deflagrazione, nell’ormai lontano 2007, di una bolla speculativa nel settore immobiliare americano, la cosiddetta crisi dei mutui subprime, che conduce ad una recessione globale e persistente, accompagnata da aumenti del prezzo delle materie prime, crisi alimentari e disfunzioni nel sistema bancario e creditizio. E allora perché, nonostante tutto, malgrado tutto, La Grande Scommessa risulta tuttavia così maledettamente divertente? E allo stesso tempo così terribilmente inquietante?