Archivio tag: Festival di Cannes
Adolescenza d’autore: Girl e Thelma disponibili in home video
Tra le recenti uscite home video a marchio CG Entertainment e Teodora Film troviamo due film molto simili fra loro pur essendo profondamente diversi, entrambi spinti dal forte impulso di raccontare l’adolescenza filtrata dagli occhi del “diverso”. Due pellicole europee, entrambe marcate da una forte impronta autoriale, interessate a raccontare quel difficile passaggio dall’età infantile a quella adulta così come la scoperta della propria sessualità e del proprio “io”. Parliamo dell’interessantissimo film belga Girl e del più oscuro film norvegese Thelma.
In Guerra, La recensione
5 ottobre 2015. Il capo delle risorse umane della KLM viene spogliato dai dipendenti della stessa compagnia aerea, in rivolta dopo la conferma di quasi tremila esuberi. La scena viene riprese e trasmessa nei telegiornali francesi, calamitando l’attenzione di tutto il mondo e, tra gli altri, di Stephane Brizé. La potenza e la violenza di quelle immagini, prima televisive e poi crossmediali, rappresentano la fonte d’ispirazione reale del regista francese per il suo nuovo film In Guerra, già in concorso alla scorsa edizione del Festival di Cannes.
Girl, la recensione
Victor. Lara.
Due identità in perpetuo e inevitabile contrasto racchiuse in un unico gracile corpo che sogna la felicità. Girl, opera prima di Lukas Dhont, giustamente applaudita al Festival di Cannes 2018, racconta il percorso di cambiamento di una quindicenne nata nel corpo di un ragazzo.
Se Victor è prigioniero di un passato da dimenticare, Lara è una scelta senza indugi; è la promessa di un futuro agognato quanto arduo da conquistare.
Infatti la giovane protagonista (Victor Polster), malgrado sia circondata da un microcosmo di figure incoraggianti (dal papà alle amiche), percepisce la propria vita come una farsa irreale e dolorosa. Non le basta essere trattata da ragazza: desidera trasformare il suo corpo in autentico e inequivocabile vettore di libere e travolgenti emozioni.
Io, Daniel Blake, la recensione
Io, Daniel Blake, film con il quale il maestro Ken Loach ha conquistato la sua seconda Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, è la storia di un maturo carpentiere vedovo di Newcastle (Dave Johns) che, ancora lontano dalla pensione, si ritrova per la prima volta ad aver bisogno dell’aiuto dello Stato in seguito a un infarto. I medici gli sconsigliamo di continuare a lavorare eppure, per potere ottenere questo diritto, deve essere dichiarato ufficialmente “inabile al lavoro” dal Dipartimento del lavoro e delle pensioni. Nell’attesa del riconoscimento, incontra Katie (Hayley Squires), giovane madre single appena arrivata a Newcastle. Daniel troverà nella famigliola una ragione in più per intraprendere una battaglia contro lo Stato per affermare i propri diritti di uomo e cittadino.
The Tribe: quando le parole non servono, la recensione
The Tribe, opera prima del regista ucraino dal nome impronunciabile Myroslav Slaboshpytskiy, è un dichiarato omaggio al cinema muto, un’operazione che rappresenta un’arma a doppio taglio, poiché può risultare tanto affascinante quanto facilmente riducibile a semplice convenzione.
Come affermava Chaplin, “il cinema è l’arte del silenzio” e questo ce lo ricorda ogni pellicola che tenti di ricreare la spettacolarità visiva delle origini del cinema. Perché, diciamocelo, oggi la settima arte si sente molto e si osserva molto poco; non si presta attenzione ai dettagli, ai gesti e ai colori finché non arriva la canonica esplosione di turno, che deve svegliare lo spettatore dal suo torpore. The Tribe vuole far osservare il pubblico, vuole ricreare uno spettatore pienamente attivo, che deve prestare attenzione senza mai distrarsi.
Ritorno a L’Avana, la recensione
Ritorno a L’Avana è il nuovo film del francese Laurent Cantet, regista vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes del 2008 per La Classe. Retour à Ithaque, titolo non casuale, è nato dalla scrittura a quattro mani con il romanziere cubano Leonardo Padura. Il protagonista, ispirato al personaggio del suo romanzo Le Palmiere et L’étoile, ritorna a L’Avana dopo sedici anni di esilio a Madrid. I suoi vecchi amici festeggiano il suo rientro su una terrazza che domina i tetti di uno dei quartieri più poveri della città. I cinque, ballando e bevendo, ricordano con nostalgia la gioventù trascorsa insieme, gli anni in cui era proibito ascoltare musica rock e in cui “credevamo di poter cambiare il mondo”. Ma la festa diviene, in poco tempo, un pretesto per riversare l’uno sull’altro colpe e rabbia represse, rimorsi per sogni mai realizzati, frustrazione per un presente fatto di speranze fallite e di disillusioni.
Incompresa, la recensione
Asia Argento è un “personaggio” singolare, tanto eccessivo quanto vicino alla forma più pura di cinema, sintesi dell’artista che non sa (o non può) trovare una sua dimensione personale e autore con una cifra stilistica ormai rodata. Asia Argento vive di contraddizioni, lo ha dimostrato come attrice, come persona e come regista e Incompresa è forse la sublimazione di questa schizofrenia professionale, un’opera che ti fa costantemente chiedere: ma ci è o ci fa?
The Railway Man : trailer, clip, character poster e immagini del film con Nicole Kidman e Colin Firth
Ambientato negli anni Ottanta in Inghilterra, The Railway Man vede il Premio Oscar Colin Firth nei panni di Eric Lomax, ex ufficiale britannico e prigioniero di guerra deportato dai giapponesi a Singapore. A seguito di questa terribile esperienza, Lomax riporta un grave trauma psicologico che si ripercuote anche nel presente, in particolare nel rapporto con sua moglie Patti, interpretata dal Premio Oscar Nicole Kidman, che tenta di trovare un modo per alleviare la sua sofferenza.
Weinstein Company ha diffuso un nuovo trailer, una clip e locandine inedite con i personaggi di The Railway Man, dramma biografico basato su una storia vera e diretto dal regista Jonathan Teplitzsky.
Speciale Walt Disney. Le 10 mascotte che chiunque vorrebbe al proprio fianco
Che siate amanti dei drammoni impegnati alla Lars Von Trier o che non riusciate a godervi un film nel quale non compaiano almeno tre o quattro omaccioni in canotta lurida pronti a suonarsele di santa ragione, c’è una cosa che non potrete negare: i personaggi dei cartoni animati Disney hanno accompagnato, o per lo meno costellato, la vostra infanzia.
E, con buone probabilità, l’hanno resa migliore.
Sfido chiunque, infatti, a negare di aver desiderato di fare un giro sul tappeto volante di Aladdin, di vedere i Rosa Elefanti dopo una sbronza con Dumbo o che, durante una cena galante, il partner facesse rotolare romanticamente attraverso il piatto l’ultima polpetta, destinandola a voi.