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RomaFF11 – The Last Laugh
L’umorismo è l’arma dei deboli.
Le battute dei dipendenti sul loro capo, la satira politica e le risposte dell’adolescente ribelle ai genitori sono solo alcuni esempi che confermano l’affermazione precedente. Ma dove inizia e dove finisce la liceità di una risata? C’è un limite che separa l’umorismo dal cattivo gusto? O, ancora, esistono dei confini per la comicità?
Mai Così Vicini, la recensione
Oren Little (Michael Douglas) è un agente immobiliare solitario e misantropo che, dopo la tragica scomparsa della moglie Sara Beth, non desidera altro che vendere l’ultima casa, quella nella quale ha abitato con l’adorata moglie, e godersi la pensione. Nell’attesa, vive nella sua villetta sulla costa, Little Shangri-La, circondato da vicini con i quali non ha nulla a che spartire se non polemiche e battibecchi. Tra questi, c’è Leah (Diane Keaton), vedova amabile e dalla lacrima facile, che tenta di affermarsi come cantante nei locali bene. I due, che non potrebbero essere più diversi, si ritroveranno uniti, loro malgrado, quando Luke, il figlio di Oren (Scott Shepherd), ex tossicodipendente, apparirà dopo anni di silenzio per affidare al padre sua figlia Sarah (Sterling Jerins), malinconica bimba di nove anni.
Mai così vicini: Michael Douglas e Diane Keaton nel trailer italiano
The Wolf of Wall Street, recensione
Sfrenato, scatenato e sfrontato sono solo alcuni degli aggettivi adatti a descrivere l’ultima fatica di Martin Scorsese che, dopo l’inedita parentesi di Hugo Cabret, torna sui nostri schermi con l’eccentrica dark comedy The Wolf of Wall Street. Scorsese, attraverso la vicenda esemplare e autentica di Jordan Belfort (il film è tratto proprio dall’autobiografia di quest’ultimo) mostra senza censure né inibizioni i (molti) vizi e le (inesistenti) virtù del mondo dell’alta finanza, popolato da demagoghi avidi e dalla favella suadente, abili venditori di fumo interessati non solo a far soldi, ma a farne tanti il più in fretta possibile.
The Wolf of Wall Street : una colorita clip con Leonardo DiCaprio e Margot Robbie
The Wolf of Wall Street ha debuttato il 25 dicembre negli Stati Uniti – incassando, fino a oggi, quasi 50 milioni di dollari – ed è già al centro di accese polemiche anche a causa del singolare record battuto dal film di Martin Scorsese : quello del maggior numero di F-bombs (banalmente, la parolaccia fuck) nei dialoghi. Complessivamente, in tre ore di film, l’imprecazione incriminata viene ripetuta ben 506 volte, spodestando Summer of Sam di Spike Lee, in cui veniva pronunciata “solo” 435 volte.
La nuova clip di The Wolf of Wall Street, diffusa dalla Paramount e incentrata su un colorito diverbio tra Leonardo DiCaprio (Inception; Il Grande Gatsby) e Margot Robbie (Questione di Tempo), fornisce un efficace saggio del linguaggio tutt’altro che forbito che caratterizza la pellicola.
Annie Wilkes (Misery non deve morire)
ANNIE WILKES
Infermiera di professione sui monti del Colorado e appassionata lettrice, Annie Wilkes è la salvezza dello scrittore Paul Sheldon, che di rientro dall’albergo nel quale ha terminato il suo ultimo romanzo, finisce fuori strada con la macchina e viene salvato indovinate da chi? E indovinate chi è lo scrittore preferito di Annie? Proprio Paul Sheldon. Che fortuna per la donna, potersi prendere cura dell’uomo che stima, che ama! Peccato che lui abbia deciso di far morire la sua eroina, Misery Chastain. Eh no, caro Paul, Misery non può fare quella fine, Misery non deve morire! Annie userà ogni metodo possibile per far cambiare idea allo scrittore e far riportare in vita Misery, passando dagli antidolorifici fino ad arrivare ad una bella mazza da muratore. La cattiveria di Annie ha fatto sì che Kathy Bates potesse appoggiare sul caminetto un meritatissimo Oscar.