Dark Skies – Oscure presenze, la recensione

Certo non è il massimo dell’originalità, e la trama si svela a tratti prevedibile, ma Dark Skies: Oscure Presenze risulta essere un film che tratta di rapimenti alieni meglio riuscito degli ultimi anni.

Più proiettato verso il sottogenere Home Invasion che verso il filone fantascientifico, la pellicola ci regala un mix indubbiamente interessante tra diversi generi cinematografici adoperando, spesso, anche uno sfrenato citazionismo dedicato alle situazioni più classiche del cinema horror. Lo schema standard dei film dell’orrore, infatti, non cambia di una virgola; abbiamo la tipica famigliola medioborghese, formata da padre, madre (Josh Hamilton e Keri Russell) e due figli, che sta attraversando un periodo difficile, soprattutto sul versante economico, e che cerca di salvare le apparenze affidandosi al modesto lavoro da agente immobiliare di lei. Man mano, però, i loro problemi diventano di ben altra portata. Ecco che cominciano ad accadere in casa le cose più strane, Poltergeist insegna, frigoriferi svuotati, cucine sottosopra, fotografie che spariscono dalle cornici e inspiegabili costruzioni geometriche impossibili fabbricate con mobili e oggetti di uso comune. Il tutto senza effrazioni di alcun tipo. I fatti inspiegabili che affliggono la famiglia si fanno via via più complicati finché non si giunge all’unica conclusione “ragionevole”: gli alieni!

Un film a basso budget, carico di ansia e molto povero di effetti speciali per volontà del regista che ha cercato di costruire un’atmosfera il più possibile realistica, girato quasi interamente dentro le quattro mura di casa Barret e che punta tutto sulla costruzione di una tensione palpabile, e ci riesce. Per la prima volta un alien abduction movie, ossia un film a tema “rapimento alieno”, è affrontato in modo intimo e familiare, “i grigi” non arrivano con enormi e ingombranti navicelle spaziali, ma si insinuano nelle nostre case in maniera più subdola, tanto che quando ci si accorge della loro presenza, è già troppo tardi. Dark Skies è stato girato come un classico film horror, non mancano vere e proprie possessioni, inseguimenti nel corridoio di casa e nascondigli in cui le vittime cercano riparo, ma tutto quello che succede alla povera famiglia di turno non è causato da spettri, mostri o serial killer.

Keri Russell alle prese con le oscure presenze di Dark Skies

Keri Russell alle prese con le oscure presenze di Dark Skies

La pellicola, che sarà finalmente nelle nostre sale a partire dal 24 ottobre, è scritta e diretta da Scott Stewart, già regista dei non troppo brillanti Priest e Legion, ed esperto tecnico di effetti speciali nonché ex-dipendente della rinomatissima Industrial Light & Magic di George Lucas, ed è figlia degli stessi produttori di Insidious, Sinister e Paranormal Activity.

Dark Skies è, quindi, un ibrido tra case infestate e rapimenti alieni; paradossalmente un soggetto originale, nonostante il “già visto” che permea l’intera pellicola, che genera una sensazione conflittuale nello spettatore amante del genere al quale si consiglia la visione, anche se, vista la familiarità anche con il genere horror classico e sovrannaturale, Dark Skies è perfettamente godibile anche per chi mal sopporta la fantascienza!

Rita Guitto

PRO CONTRO
  • Tensione palpabile per l’intera durata della pellicola.
  • Buona interpretazione degli attori… anche i più giovani!
  • Trama prevedibile.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Dark Skies - Oscure presenze, la recensione , 7.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to Dark Skies – Oscure presenze, la recensione

  1. Alessio Valsecchi ha detto:

    Da Scott Stewart un film povero di effetti speciali non me lo sarei mai aspettato.

    Priest e Legion ne erano farciti… ma non erano film di valore.

    Speriamo che “sottraendo CGI” le cose qui migliorino!

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