Wine Country, la recensione

La piattaforma Netflix il 10 maggio ha rilasciato la commedia “verbosa” Wine Country, che vede protagoniste alcune delle più acclamate star del  Saturday Night Live: Rachel Dratch (Le sorelle perfette, Abbasso l’amore, Indovina perché ti odio), Ana Gasteyer (Mean Girls, What Women Want), Amy Poehler (Alvin Superstar 2, Free Birds, Le sorelle perfette), Maya Rudolph (Pupazzi senza gloria, Le sorelle perfette, Le amiche della sposa) Paula Pell (Le sorelle perfette, Inside Out, Anchorman 2- Fotti la notizia), Emily Spivey (Masterminds – I geni della truffa), e Tina Fey (Mean Girls, Le sorelle perfette, Whiskey Tango Foxtrot).

Le sei autrici-attrici danno vita alle sei (più una) strambe protagoniste di questa frizzante nonché mordace pellicola sulla “tarda” età: Rebecca (Rachel Dratch), Catherine (Ana Gasteyer), Abby (Amy Poehler), Naomi (Maya Rudolph), Val (Paula Pell) e Jenny (Emily Spivey) sono un gruppo di amiche sulla soglia dei cinquant’anni che decenni prima si erano conosciute mentre facevano le cameriere in un ristorante italiano; dato che vivono tutte lontane le une dalle altre, decidono di riunirsi per celebrare insieme i cinquant’anni di Rebecca e organizzano un week end in una città della California specializzata nella produzione di vino.

Dopo aver affittato una meravigliosa villetta dalla bizzarra e al tempo stesso inquietante Tammy (Tina Fey), stendono un programma incentrato sulle degustazioni di vini e sulle visite ai più bei vigneti del posto. Ciascuna delle protagoniste cerca di mettere in stand by la propria vita e godersi i preziosi momenti insieme alle altre amiche ma dopo la lettura dei tarocchi, in cui viene consigliato loro di affrontare le incomprensioni che sorgeranno, forse per suggestione o forse per destino, cominciano a emergere tutti i segreti e i pensieri che si sono tenute dentro per anni.

Lo squinternato gruppo dunque alterna pensieri profondi di stampo pseudo-esistenzialista con gag ispirate dall’ebbrezza alcolica.

La regia della stessa Amy Poehler trasforma gli splendidi vigneti di Napa nella scenografia di quello che dovrebbe essere un locus amoenus,  la cui solennità viene dissacrata dalle battute della sceneggiatura scritta da Emily Spivey e Liz Cackowski (Cattivi vicini, Cattivi vicini 2, Vicini del terzo tipo), che nel film fa un piccolo cameo: i personaggi sono costantemente immersi nella luce della costa californiana e anche passeggiando all’aria aperta non riescono ad abbandonare le proprie nevrosi, cosa che invece accade nelle scene girate di notte o negli spazi chiusi, con un bicchiere di vino in mano ovviamente.

Il ritmo della pellicola, tuttavia, risente della gavetta “teatrale” delle autrici: i dialoghi sono troppo “verbosi” e piuttosto che a uno scambio di battute sembra di assistere a una sequenza di monologhi  che ostacolano l’attenzione dello spettatore, almeno sino agli ultimi venti minuti dalla fine; paradossalmente questa sovrabbondanza di battute sagaci era presente in Umbreakble Kimmy Schmidt, scritto dalla stessa Tina Fey, ma era spezzettata in episodi da venti minuti ciascuno ed edulcorata dalle stramberie dei personaggi.

Wine Country fa eco a tutti i film di successo che parlano di “reunion” femminili come Le amiche della sposa (la somiglianza fisica e stilistica tra Melissa McCarty e Paula Pell non è casuale), The Wedding Party e Sex and the City: The movie, cercando di mostrare ironicamente allo spettatore cosa accade dopo lo splendore degli ‘anta.

Come per ogni prodotto Netflix, vanno evidenziati i messaggi positivi presenti, quali la rappresentazione delle diversità, lo sdoganamento dei tabù sulla sessualità femminile e la gioia di vivere la terza età.

L’età media delle protagoniste non deve indurre in inganno, il target non è solo quello di pungenti donne in carriera ma anche quello delle giovani che sognano di poter godere appieno della vita sino all’ultimo.

Ilaria Condemi de Felice

PRO CONTRO
  • Sceneggiatura mordace.
  • Interpreti convincenti.
  • Dialoghi troppo densi.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Wine Country, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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