3 Generations – Una famiglia quasi perfetta, la recensione

Possiamo cambiare chi ci circonda mentre cerchiamo di cambiare noi stessi?
Ramona, spegnendo le candeline nel giorno del suo compleanno, esprime ogni anno lo stesso desiderio: diventare uomo, diventare Ray. Nel percorso di terapia ormonale sostitutiva, Ray sarà accompagnato da sua madre, Maggie, donna single di mezza età strettamente legata a sua madre, Dolly, e alla sua compagna (non solo metaforicamente, dato che vive ancora insieme a loro).
3 Generations-Una famiglia quasi perfetta, film in concorso nella sezione Alice nella città all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, rappresenta uno di quei rari e paradossali casi in cui l’adattamento del titolo non tradisce il film ma anzi, lo favorisce.

About Ray, titolo originale della pellicola, concentra l’attenzione sulla giovane Ramona/Ray eppure il racconto non predilige un protagonista vero e proprio. La regista Gaby Dellal decide di allargare lo sguardo e osservare il cambiamento di sesso da un punto di vista collettivo e generazionale. Il film non vuole essere una brouchure sulla disforia di genere e non cerca la profondità psicologica che qualcuno potrebbe aspettarsi da una tematica simile: costruisce una narrazione familiare perché, in fin dei conti, di una famiglia si vuol parlare.

3 generations

Un gruppo umano tutto al femminile (o quasi), che non pochi avrebbero difficoltà a definire “famiglia”. I personaggi si confrontano, si scontrano e si tengono per mano in un percorso che, al cinema, è stato spesso accompagnato da tanta solitudine e poco altro.
In film come Boys don’t cry o Transamerica il cambiamento di sesso ha come unico referente un IO onnipresente che si mette in discussione; al contrario, con 3 Generations, è il NOI ad essere la forza del film (c’è tutto il meglio della serie tv Transparent). Una sceneggiatura semplice – dai dialoghi frizzanti sebbene troppo ingenui in alcuni frammenti – che ha la capacità di far ridere anche in situazioni drammatiche (fra tutte, la rilettura della canonica scena del post aggressione).

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Gaby Dellal dirige con audacia un cast di grandi nomi. Elle Fanning, surclassata da tempo la sorella maggiore, aggiunge al suo ottimo curriculum un’interpretazione all’insegna della totale trasformazione fisica, di gran voga in questi anni a Hollywood. Naomi Watts incarna perfettamente i dubbi di una madre che vorrebbe il meglio per sua figlia ma è ancora ingabbiata nel proprio passato. A legarla non ci sono solo uomini (tratteggiati maldestramente) ma, soprattutto, le sue due mamme, interpretate da Susan Sarandon e Linda Edmond, coppia comica del film dalle battute graffianti e dall’animo femminista.
Oltre quel velo di comicità e apparente superficialità, c’è la costante volontà di esprimere diversi punti di vista riguardo la scelta di Ray: tra questi, i dubbi di una madre lesbica e progressista (“ho lottato una vita per la libertà sul corpo delle donne”) portati avanti nel corso del film sono molto interessanti.

Ray conta le settimane che lo dividono dall’inizio della terapia di testosterone, ma non immagina che la sua trasformazione cambierà più di un singolo corpo.

Matteo Illiano

PRO CONTRO
  • Affronta il cambiamento di sesso da un punto di vista familiare.
  • Cast promosso a pieni voti. Susan Sarandon in gran forma!
  • Personaggi maschili confusi.
  • Avrebbe potuto concedersi qualche minuto in più.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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3 Generations – Una famiglia quasi perfetta, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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