Archivio tag: festa del cinema di roma 2015
Truth, la recensione
La decima Festa del Cinema di Roma apre in bellezza con l’esordio al lungometraggio di James Vanderbilt, famoso per essere lo sceneggiatore dietro film come Zodiac e The Amazing Spider-Man. Eppure, nonostante la natura di debutto, Truth è a prova di bomba, un meccanismo perfetto che funziona come un orologio. E proprio come in un orologio, anche nel film tutte le parti, essenziali ma interdipendenti, si incastrano perfettamente: di fatto la storia in sé risulta estremamente coinvolgente e la sceneggiatura la esalta, senza contare l’ottimo uso del montaggio (che risulta analitico, ma allo stesso tempo perfettamente funzionale nel suscitare la giusta emozione nel pubblico) e i due magnifici protagonisti del film: Cate Blanchett e Robert Redford.
Legend, la recensione
In Legend, diretto da Brian Helgeland, il protagonista Tom Hardy si fa in due, letteralmente: di fatto interpreta il doppio ruolo dei gemelli Kray, gangster senza scrupoli che spadroneggiarono a Londra negli anni ’50 e ’60.
Nell’East End londinese tutti conoscono Reginald e Ronald Kray: i due controllano l’attività criminale della zona, ma sono ben intenzionati a espandersi. Per coronare il loro sogno non si fermano davanti a nessuno, che sia la polizia o una banda nemica; ma il successo è una chimera sfuggevole, e tutti hanno i loro punti deboli.
Room, la recensione
Room non è semplicemente il titolo del film, ma rappresenta tutto il mondo che Jack, il piccolo protagonista, conosce a cinque anni: lui e la madre, Joy, sono rinchiusi da anni in una stanza da un uomo che chiamano Old Nick. Joy (Brie Larson) sembra essersi rassegnata a questo destino lugubre, finché un giorno, grazie al figlio, capisce che è arrivato il momento di lottare e fuggire. Peccato che anche la realtà esterna presenti a sua volta degli ostacoli da abbattere…
Carol, la recensione
Bis per Cate Blanchett che, con la sua bellezza e la sua bravura, è la regina di questa decima edizione della Festa del cinema di Roma; anche se percepiamo con malumore la sua assenza che avrebbe dato quel tocco in più alla festa, possiamo consolarci con i suoi ottimi film: dopo l’apertura di Truth diretto da James Vanderbilt, la Blanchett è protagonista di Carol, pellicola firmata da Todd Haynes e già apprezzata ed applaudita al Festival di Cannes.
Pan – Viaggio sull’isola che non c’è, la recensione
Non è un segreto per nessuno che ci troviamo nel decennio dei live action di fiabe e/o classici Disney di ogni genere. Abbiamo due scuole di pensiero fondamentali a riguardo: i puristi, per i quali i romanzi o i classici d’animazione sono intoccabili (possono a malapena sopportare il classicismo della Cenerentola firmata Kenneth Branagh) e i curiosi speranzosi. Noi rientriamo in questa seconda categoria: disneyiani fino al midollo, conosciamo citazioni e canzoni a memoria, convinti che anche dal revisionismo fiabesco possa uscire qualcosa di buono. E per questo accettiamo una Biancaneve con il mono ciglio, una cappuccetto rosso sanguinaria ed una Malefica zuccherosa e materna. Da notare che moltissimi prodotti di queste trasposizioni cinematografiche non provengono dalla casa di Topolino, dato che i diritti dei testi letterari sono sparsi un po’ ovunque, e perciò non sempre dietro una fiaba c’è la Disney.
Freeheld: amore, giustizia, uguaglianza – la recensione
Se dovessimo utilizzare una sola parola per definire il merito principale di Freeheld, sceglieremmo “ricordare”. Viviamo in un momento di ipervisibilità del cosiddetto genere omosessuale al cinema e in Tv e la storia vera raccontata da Freeheld ci invita a riconsiderare l’attuale situazione sociale e culturale (almeno negli USA) come il frutto di anni ed anni di lotte sociali e politiche in nome di una parità di diritti conquistata da pochissimo tempo.
Alaska, la recensione
Claudio Cupellini ha dato prova, negli ultimi tempi, di essere un regista da tenere d’occhio: dopo il gradevole – seppur non particolarmente originale – esordio con Lezioni di cioccolato nel 2007, è passato al dramma dalle venature thriller di Una vita tranquilla. Invece il 2014 lo ha visto coinvolto nel successo della serie tv Gomorra, realizzata insieme ai colleghi Stefano Sollima e Francesca Comencini. Gomorra deve aver rappresentato una sorta di battesimo del fuoco per Cupellini: di fatto il respiro internazionale della serie si riscontra anche nel suo ultimo film, Alaska, presentato alla decima edizione del Festival del cinema di Roma.
The Walk, la recensione
The Walk, l’ultimo film di Robert Zemeckis presentato al Festival del cinema di Roma, racconta la straordinaria impresa del funambolo Philippe Petit (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), che nell’agosto del 1974 compì la traversata delle Torri Gemelle.
La narrazione ripercorre cronologicamente la crescente passione di Philippe Petit per l’arte circense ed in particolare per il funambolismo. Col passare degli anni egli diventa sempre più esperto e spericolato: va via di casa e diventa un’artista di strada, ideando esibizioni iconiche nel cuore della Parigi turistica. Sarà proprio durante questo periodo, tra un inseguimento e l’altro da parte della polizia, che Philippe incontrerà Annie, una giovane cantante che diventerà la sua fidanzata nonché la prima “complice” del suo grande progetto: infatti il protagonista coltiva da tempo il sogno di percorrere, sospeso su un filo, la distanza che divide le due Torri Gemelle.
Roma 2015. Dobbiamo Parlare
Sergio Rubini è interprete e regista di Dobbiamo parlare, presentato alla decima edizione del Festival del cinema di Roma. Il film si svolge interamente lungo l’arco di una serata e in un’unica location, l’appartamento di Vanni e Linda (Sergio Rubini e Isabella Ragonese). I due sono una coppia di intellettuali, bohémien e di sinistra; hanno rifiutato il matrimonio per la convivenza e, grazie a questo, sono felici di credersi “anticonformisti”. La sera in questione i due si stanno preparando ad uscire, quando i loro migliori amici Costanza e Alfredo, coppia borghese e benestante, (Maria Pia Calzone e Fabrizio Bentivoglio) gli piombano in casa:
Roma 2015. The Whispering Star
In un futuro non meglio precisato, l’umanità si è ridotta drasticamente: la maggior parte della popolazione è costituita da robot, come Machine ID 722 Yoko Suzuki, la protagonista di The Whispering Star. Yoko viaggia a bordo di una navicella spaziale dai dettagli retrò, con l’unica compagnia della propria voce registrata su un vecchio mangianastri e quella del computer di bordo 6-7 MAH Em. Il suo lavoro consiste nel consegnare pacchi ai pochi umani rimasti, sparpagliati qua e là in tutti i sistemi solari della galassia: sebbene questo compito le appaia talvolta misterioso, continua a svolgerlo con ineccepibile cura e diligenza, destreggiandosi tra incidenti di percorso e incontri inaspettati.