Oscar 2020: resoconto della cerimonia e tutti i premi

Los Angeles, notte tra il 9 e 10 febbraio 2020, ore 5:25 italiane, circa. Si è fatta la Storia del cinema internazionale grazie alle 92^ edizione degli Academy Awards con l’assegnazione al film sudcoreano Parasite della statuetta come Miglior Film, dopo la vittoria dell’Oscar come Miglior Film Internazionale. È la prima volta che un film non in lingua inglese vince l’ambita statuetta di miglior film, nonché prima volta che un film di nazionalità sudcoreana non solo vince un Oscar, ma viene addirittura nominato!

Sono ben quattro, alla fine, i primi riscossi dal bel film di Bong Joon-ho, oltre ai due per il film, c’è anche quello per la regia e per la sceneggiatura originale, questo ritirato insieme alla co-sceneggiatrice Han Jin-won, primo film non americano a vincere il premio per la sceneggiatura dal 2003, quando fu premiato Parla con lei di Pedro Almodovar.

Insomma, gli Oscar 2020 sono stati all’insegna di Parasite, già Palma d’Oro a Cannes, che è il trionfatore effettivo e morale della serata, grazie al quale sono state spazzate via in un attimo tutte le sterilissime polemiche sulla mancanza di “diversità” nell’edizione di quest’anno.

Parasite

Ma tutto il resto come è andato?

Di una piattezza allucinante, una prevedibilità disarmante e una noia quasi mortale.

Al di là di questo “colpo di scena” che ha di fatto svantaggiato il super-favorito 1917 di Sam Mendes, che era candidato in 10 categorie e ha portato a casa “solo” tre premi tecnici (sonoro, effetti visivi, fotografia per il mitico Roger Deakins), tutto è andato perfettamente come previsto e già anticipato dai Golden Globes e buona parte degli altri premi assegnati in queste ultime settimane. Quindi Brad Pitt porta a casa la statuetta come miglior attore non protagonista per C’era una volta a… Hollywood e Laura Dern quella come migliore attrice non protagonista per Storia di un matrimonio. Joaquin Phoenix vince il suo primo Oscar con Joker e si abbandona all’ennesimo discorso socialmente impegnato che vola di pali in frasche (Ricky Gervais, perdonalo…), mentre la sopravvalutatissima Renée Zellweger porta a casa anche l’Oscar (il suo secondo dopo Ritorno a Cold Mountain, pazzesco!) per la sua interpretazione di Judy Garland nel biopic Judy.

Quindi il film più candidato, Joker, con 11 nomination, vince 2 statuette (oltre al miglior attore anche la migliore colonna sonora assegnata all’islandese Hildur Guðnadóttir, prima donna ad essere premiata in questa categoria da 20 anni a questa parte), C’era una volta a… Hollywood con 10 nomination totalizza 2 vittorie (oltre al miglior attore non protagonista anche le scenografie), Storia di un matrimonio si ferma a 1 con 6 candidature e The Irishman di Martin Scorsese con 10 nomination rimane addirittura a bocca asciutta! E non è la prima volta per il buon Scorsese, visto che la stessa cosa accadde nel 2003 con Gangs of New York.

Jojo Rabbit

Gli altri film? Piccole donne con 6 nomination vince 1 premio per i migliori costumi, così come Jojo Rabbit sempre con 6 nomination e 1 vittoria, per la sceneggiatura non originale di Taika Waititi. Ben 2 sono gli Oscar per Le Mans ’66 – La grande sfida su 4 nomination, per il miglior montaggio e il miglior montaggio sonoro e 1 a Bombshell (miglior trucco e acconciature) su 3 nomination. Invece è Toy Story 4 a vincere – giustamente – il premio come miglior film d’animazione, anche se in molti davano come favorito il comunque apprezzabilissimo Klaus di Netflix, e Elton John con (I’m Gonna) Love Me Again vince l’Oscar alla migliore canzone per Rocketman.

Rocketman

Dicevamo della noia però, perché a livello di spettacolo la seconda edizione degli Oscar senza conduttore è stata molto deludente. 3 ore e 30 minuti in cui a spezzare la monotonia delle presentazioni delle categorie, tutti privi di ironia e spesso abbandonati a sketch scemi (si vedano Rebel Wilson e James Corden vestiti da Cats) o confusi (Maya Rudolph e Kristen Wiig), c’erano le esibizioni musicali. Quella che ha aperto la serata, affidata a Janelle Monae e Billy Porter molto classica, forse anche troppo nel suo voler essere un numero di Broadway, ma con notevoli picchi come Elton John, Billie Eilish – a cui è stato affidato l’accompagnamento musicale dell’In Memorian – e la graditissima sorpresa di Eminem.

Se a livello di show questa 92^ edizione degli Oscar ha lasciato dunque a desiderare, l’apertura al cinema non americano lascerà il segno, forse anche con un chiaro messaggio politico da parte della giuria in un’edizione che invece ha lasciato fuori dai giochi qualsiasi discorso politico, come non accadeva da diversi anni a questa parte.

Roberto Giacomelli

Di seguito la lista completa dei vincitori agli Oscar 2020 in ordine di assegnazione.

Migliore attore non protagonista

  • Brad Pitt – C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time… in Hollywood)

Miglior film d’animazione

  • Toy Story 4, regia di Josh Cooley

Miglior cortometraggio d’animazione

  • Hair Love, regia di Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr.

Migliore sceneggiatura originale

  • Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite (Gisaengchung)

Migliore sceneggiatura adattata

  • Taika Waititi – Jojo Rabbit

Miglior cortometraggio

  • The Neighbors’ Window, regia di Marshall Curry

Migliore scenografia

  • Barbara Ling e Nancy Haigh – C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time… in Hollywood)

Migliori costumi

  • Jacqueline Durran – Piccole donne (Little Women)

Miglior documentario

  • Made in USA – Una fabbrica in Ohio (American Factory), regia di Steven Bognar e Julia Reichert

Miglior cortometraggio documentario

  • Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl), regia di Carol Dysinger

Migliore attrice non protagonista

  • Laura Dern – Storia di un matrimonio (Marriage Story)

Miglior montaggio sonoro

  • Donald Sylvester – Le Mans ’66 – La grande sfida (Ford v Ferrari)

Miglior sonoro

  • Mark Taylor e Stuart Wilson – 1917

Migliore fotografia

  • Roger Deakins – 1917

Miglior montaggio

  • Andrew Buckland e Michael McCusker – Le Mans ’66 – La grande sfida (Ford v Ferrari)

Migliori effetti visivi

  • Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron – 1917

Miglior trucco e acconciatura

  • Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji – Bombshell – La voce dello scandalo (Bombshell)

Miglior film internazionale

  • Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud)

Migliore colonna sonora

  • Hildur Guðnadóttir – Joker

Migliore canzone

  •  (I’m Gonna) Love Me Again (Elton John, Bernie Taupin) – Rocketman

Migliore regia

  • Bong Joon-ho – Parasite (Gisaengchung)

Migliore attore protagonista

  • Joaquin Phoenix – Joker

Migliore attrice protagonista

  • Renée Zellweger – Judy

Miglior film

  • Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho

Parasite

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