I migliori e i peggiori horror del 2019 secondo DarksideCinema.it

2019, anno di orrori cinematografici.

Orrori intesi ovviamente come film di genere horror, ma va detto che nel nostro genere preferito si sono contraddistinti un po’ troppi “orrori” anche a livello artistico. Insomma, diciamo che forse l’hanno che sta per concludersi non è stato tra i migliori per gli horror-maniaci.

Senza dubbio il 2019 è stato l’anno degli horror d’autore e infatti i più interessanti esempi di “genere” arrivano da lì, dalla visione alternativa dell’orrore, da dinamiche che non risultino scontate, banali, già viste, pur inserendosi in filoni collaudati. Infatti è stato l’anno della conferma del talento di Ari Aster, che dopo il magnifico Heredirty – Le radici del Male ha bissato con un film dal valore ancora più elevato, Midsommar – Il villaggio dei dannati. Anche Luca Guadagnino ha dimostrato di sapersi destreggiare bene nei meandri dell’incubo con Suspiria, rischiosissimo remake del capolavoro di Dario Argento che però è risultato una scommessa vinta proprio per l’incredibile distanza presa dal modello. Se parliamo di cinema d’autore, come non citare Lars von Trier che si è abbandonato al cinema più truce e provocatorio già da tempo? E la sua prova con l’horror è stata un successo di cattiveria e cinismo tanto che La casa di Jack ha fatto parlare di se ma non solo per le scene ad alto tasso di sadismo. Un’altra conferma è stato Jordan Peele che dopo l’Oscar portato a casa – a sorpresa – per l’ottimo Get Out – Scappa, ha realizzato un horror ancora più stratificato e intelligente, Noi.

Anche dal panorama italiano sono emersi segnali di fermento creativo orrorifico e se da una parte abbiamo avuto il ritorno al genere di un grande come Pupi Avati con l’inquietantissimo Il signor diavolo, dall’altra abbiamo avuto la scoperta di alcuni talenti nascenti: Roberto De Feo con il riuscito e misterioso The Nest – Il nido e Luna Gulano con l’interessante Go Home – A casa loro.

Altri esempi di indiscutibile qualità arrivano da autori già affermati come Alexandra Aja, che è tornato in grande stile con Crawl – Intrappolati confezionando il miglior beast movie da molti anni a questa parte, oppure il norvegese André Øvredal che dopo gli ottimi Troll Hunter e Autopsy ha trovato la collaborazione di Guillermo Del Toro per il suggestivo Scary Stories to Tell in the Dark.

scary stories to tell in the dark

Anche le piattaforme streaming quest’anno hanno pullulato di horror, soprattutto Netflix, però con fortuna (e qualità) alterna perché a ottimi film come The Perfection di Richard Shepard e Bird Box di Susanne Bier, hanno seguito altri francamente trascurabili come The Silence di John R. Leonetti e Velvet Buzzsaw di Dan Gilroy, se non proprio inguadabili come il francese Girls with Balls di Olivier Afonso.

Poi il 2019 è stato anche l’anno di Stephen King che, dopo il successo mondiale di It- Capitolo 1, era prevedibile diventasse nuovamente la gallina dalle uova d’oro a cui attingere, come successo in passato. Ma il problema maggiore è stata la poca cura, se non proprio l’approssimazione, con cui i suoi romanzi/racconti sono stati trasposti. It – Capitolo 2 è stato un sorprendente disastro, ma anche la nuova versione di Pet Sematary ha deluso le aspettative, per non parlare di Doctor Sleep che ha collezionato prevedibili stroncature e anche il disinteresse del pubblico. Forse giusto Nell’erba alta, prodotto da Netflix e diretto da Vincenzo Natali, ha saputo giocarsi le carte dell’originalità lasciando un minimo il segno.

Per il resto, abbiamo notato poca ispirazione generale e una mancanza di idee che purtroppo affligge il nostro genere preferito sotto più fronti. Il filone esorcismi e possessioni demoniache hanno visto tempi migliori, visto che quest’anno ci sono toccati il ridicolo L’esorcismo di Hannah Grace, il noioso Crucifixion e il poveristico Isabelle – L’ultima evocazione. Ma anche demoni e fantasmi non se la sono passata meglio con lo stantio Polaroid e il dimenticabile La Llorona – Le lacrime del Male… qualche eco di intrattenimento è arrivato da Annabelle 3, ma anche quella saga sta palesemente mostrando la corda. Zombi? Jim Jarmusch li ha trattati nel disastroso I morti non muoiono. Vampiri? L’attore Jason Fleming li ha utilizzati per esordire alla regia nell’indefinibile Eat Local – A cena coi vampiri. Psicopatici? Octavia Spencer ne ha impersonato uno in Ma, prodotto da Blumhouse, ma è meglio stendere un velo pietoso.

Dunque, cosa resterà di questo 2019 in salsa horror? Nel segno della nostra rubrica Horrorside, abbiamo provato a stilare due classifiche, due Top 5, una con i migliori horror e una con i peggiori del 2019. Ci siamo cimentati in cinque fornendo ciascuno una top 5 con i titoli in ordine di gradimento a cui sono stati attribuiti dei punteggi (50 punti al primo in classifica, 10 punti al quinto… nel mezzo 40, 30, 20 punti)… quello che leggerete qui sotto è il risultato.

I redattori che hanno preso parte alla classifica horror di fine anno sono: Vincenzo de Divitiis, Giuliano Giacomelli, Davide Comotti, Rita Guitto e Roberto Giacomelli.

I 5 MIGLIORI FILM HORROR DEL 2019

  1. MIDSOMMAR – IL VILLAGGIO DEI DANNATI di Ari Aster
  2. LA CASA DI JACK di Lars Von Trier
  3. FINCHÉ MORTE NON CI SEPARI di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett
  4. SUSPIRIA di Luca Guadagnino
  5. THE NEST – IL NIDO di Roberto De Feo

I 5 PEGGIORI HORROR DEL 2019

  1. IT – CAPITOLO 2 di Andy Muschietti
  2. I MORTI NON MUOIONO di Jim Jarmusch
  3. L’ESORCISMO DI HANNAH GRACE di Diederik Van Rooijen
  4. PET SEMATARY di Kevin Kölsch e Dennis Widmyer
  5. DOCTOR SLEEP di Mike Flanagan

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