Archivio tag: recensione
La Notte: torna in DVD il dramma esistenziale di Michelangelo Antonioni con Marcello Mastroianni e Monica Vitti
Nelle scorse settimane Mustang Entertainment si è fatta carico di un’importante responsabilità nei confronti del nostro cinema: ovvero riportare sul mercato home video La Notte di Michelangelo Antonioni, film riconosciuto all’unanimità come capolavoro ma fuori catalogo dai listini da troppo tempo. Fino ad ora, infatti, chiunque desiderava mettere le mani sul supporto fisico del film aveva davanti a sé due strade: o sperare in un colpo di fortuna e reperire in qualche mercatino dell’usato le passate edizioni DVD fuori catalogo edite da Warner Bros e RHV oppure rivolgersi al mercato inglese e acquistare la bella edizione blu-ray disc messa sul mercato da Eureka Entertainment. Da pochi giorni, invece, tutto è diventato più semplice e il capolavoro di Antonioni, interpretato da un magistrale Marcello Mastroianni e da una sempre formidabile Monica Vitti, torna disponibile sul mercato italiano grazie ad una nuova edizione DVD messa sul mercato proprio da Mustang Entertainment. Capiamo insieme se questa nuova edizione rende giustizia ad un capolavoro del Nostro cinema rimasto fuori catalogo per tanto, troppo tempo.
Mad Heidi: il celebre romanzo della scrittrice svizzera Johanna Spyri riletto in chiave exploitation con Midnight Factory
Chi non conosce Heidi? Pubblicato tra il 1880 e il 1881 e scritto dalla svizzera Johanna Spyri, Heidi è ancora oggi un apprezzatissimo romanzo di formazione. Un racconto capace di catturare quella spensieratezza e voglia di vivere tipica dei bambini e coniugarla a un’ode alla Natura che ancora oggi resta insuperata.
A rendere il romanzo della Spyri squisitamente pop ci ha pensato senza alcun dubbio l’omonima serie animata giapponese, prodotta nel 1974 dallo studio Zuiyo Eizo (da cui prenderà vita in seguito la Nippon Animation), diretta da IsaoTakahata e disegnata da Hayao Miyazaki. Una serie animata che ha goduto di grandissimo successo, trasmessa sulle emittenti nazionali per interi decenni e persino remakizzata nel 2015 attraverso un adattamento in computer graphic 3D.
Un romanzo di formazione così importante, che per decenni ha accompagnato l’infanzia di milioni di bambini, non poteva certo sfuggire a questa nuova tendenza di macchiare con il sangue ciò che da sempre è sinonimo di candore e purezza. E su questo Midnight Factory non conosce rivali!
Dopo aver distribuito lo strambo Winnie the Pooh: Sangue e miele, in cui gli adorabili animaletti che vivono nel Bosco dei 100 Acri vengono re-immaginati come bestie feroci assetate di sangue, adesso è la volta dello squinternato Mad Heidi, un frizzate mix tra comedy e splatter nella perfetta tradizione del cinema d’exploitation. Il film arriva direttamente in home video nella consueta edizione Limited Edition Blu-ray + Booklet.
Quando il crime incontra il beast-movie: Denti da squalo, l’opera prima di Davide Gentile prodotta da Gabriele Mainetti, arriva in blu-ray
Lo scorso giugno è tornato alla ribalta sul grande schermo il nome di Gabriele Mainetti, ovvero l’enfant-prodige del nuovo cinema di genere italiano. Dopo il successo straordinario di Lo chiamavano Jeeg Robot e dopo aver diviso il pubblico con Freaks Out, Mainetti compie saggiamente un passo in avanti e decide di impegnare la sua Goon Films come casa di produzione messa al servizio di terzi. Decide perciò di farsi da parte come regista per vestire solamente i panni del produttore e così produce l’opera prima di Davide Gentile, Denti da squalo, un anomalo mix di generi che cerca di far dialogare il gangster-movie con il beast-movie. Un’operazione non pienamente riuscita ma che comunque risulta affine a quel discorso che Mainetti ha avviato sin da tempi dei suoi cortometraggi d’esordio. Da qualche giorno Denti da squalo è disponibile in alta definizione blu-ray grazie a Lucky Red e ai canali distributivi di Plaion Pictures.
Rodeo e Piano Piano: due intimi sguardi di cinema d’autore europeo con Mustang Entertainment
Il cinema d’autore continua a vivere un periodo di profondo cambiamento. Se fino a un decennio fa, infatti, quello d’autore era considerato un cinema difficile e ad appannaggio solo di certe nicchie (lì dove non erano coinvolti autori già ampiamente noti), oggi invece la situazione è completamente cambiata. Quasi ribaltata.
Complice l’avvento delle piattaforme così come l’omologazione di tutti i blockbuster hollywoodiani dettata dai grossi brand, il cinema d’autore è diventato oggi una realtà molto solida. In molti casi persino più cool del cinema a carattere più commerciale. Perché il cinema d’autore, oggi, è diventato quasi un genere a sé stante, un genere che ha dei codici molto precisi e che promette narrazioni a cui il cinema mainstream volta le spalle.
Una trasformazione talmente profonda (basta analizzare ciò che è riuscita a fare in pochissimi anni la rinomata casa di produzione A24) che probabilmente non sbaglieremmo nel definire il cinema d’autore odierno il cinema veramente mainstream, mentre quello mainstream, al contrario, è come diventato di nicchia (in quanto capace di parlare ad un pubblico che, per quanto vasto, è estremamente mirato e selezionato, ovvero quello dei fan). Di conseguenza sono sempre di più gli sguardi autoriali che arrivano sul mercato, racconti di giovani autori che provano a coniugare con sempre maggior insistenza il cinema introspettivo con storie dall’ampio respiro.
Nelle scorse settimane Mustang Entertainment ha portato in home video, purtroppo solamente in edizione DVD, due piccoli film europei che si inseriscono perfettamente nel discorso: un’opera francese e una italiana. Vi parliamo di Rodeo di Lola Quivoron e di Piano Piano diretto da Nicola Prosatore.
La quattordicesima domenica del tempo ordinario: disponibile in DVD l’ultimo film di Pupi Avati con Lodo Guenzi ed Edwige Fenech
Con oltre quaranta film alle spalle, Pupi Avati continua inarrestabile il suo percorso cinematografico alternando esoterici film di genere ad agrodolci racconti di vita dal forte carattere autobiografico. E così, dopo il successo ottenuto con l’anomalo Dante (opera tanto affascinante quanto difficile da mettere a fuoco, visto l’originale modo in cui il biopic storico dialoga con il genere horror), Avati torna alla regia di un film più piccolo e dichiaratamente autobiografico: La quattordicesima domenica del tempo ordinario. Utilizzando un cast che sa alternare con molta intelligenza giovani talenti dell’attuale panorama cinematografico a vecchie glorie del nostro cinema, Pupi Avati imbastisce un racconto nostalgico che omaggia la sua Bologna degli anni ’70 così come certe dinamiche squisitamente personali che non tardano a strizzare l’occhio alla sua vita matrimoniale. Un’opera così tanto personale che, molto probabilmente, avrebbe necessitato di una lavorazione più attenta e concentrata (il film, d’altronde, è uscito nelle nostre sale solo otto mesi dopo Dante e questo lascia intendere una lavorazione quasi in simultanea).
La quattordicesima domenica del tempo ordinario è da poche settimane disponibile in DVD grazie a Vision Distribution, Minerva Pictures e ai canali distributivi di CG Entertainment.
La guerra del Tiburtino III, la recensione
Nel cinema italiano di genere, Roma è periferia. Pensiamo alla Tor Bella Monaca di Lo chiamavano Jeeg Robot, al Quarticciolo di Ghiaccio, alla borgata Trigoria di Piove, alla Tragliatella di Bastardi a mano armata, al Ponte di Nona de La terra dell’abbastanza e al Tiburtino – Casal Bruciato di Go Home – A casa loro. Una Roma verace, vicinissima alle problematiche sociali che i cittadini sentono sulla loro pelle quotidianamente, spesso a contatto diretto con il disagio, la criminalità, il degrado e in fortissima contraddizione con la Roma “bene” dei loft, dei terrazzi, degli open space con cucine enormi e degli attici che spesso fanno da location alla commedia borghese e al dramma sentimental-familiare.
E la periferia romana, nello specifico il micro-quartiere a Roma Est noto come Tiburtino III, fa da sfondo a La guerra del Tiburtino III, quarto lungometraggio di Luna Gualano, che nel 2018 aveva raggiunto la celebrità con l’horror sociale su citato Go Home – A casa loro. Ma se all’epoca erano i morti viventi a invadere le strade romane, in questa occasione sono gli extraterrestri, in una commedia fantascientifica che è stata presentata in anteprima ad Alice nella Città e poi ha raggiunto il Trieste Science+Fiction Festival e il FIPILI Horror Festival, prima di approdare in sala il 2 novembre con Fandango.
The Well, la recensione del nuovo horror di Federico Zampaglione
Il cinema horror italiano comincia a fare sul serio e, nonostante ci siano frequenti incidenti di percorso (si vedano Pantafa di Emanuele Scaringi o Hai mai avuto paura? di Ambra Principato) che ci descrivono un panorama mainstream ancora in ripresa troppo lenta, ci sono anche segnali di genuino amore per il genere, indiscutibile conoscenza e professionalità attorno a una reale rinascita del cinema horror made in Italy. Fa piacere, infatti, constatare che a un anno di distanza dall’ottimo Piove di Paolo Strippoli, arrivano quasi contemporaneamente il survival-horror Resvrgis di Francesco Carnesecchi e The Well di Federico Zampaglione. E qui vogliamo parlarvi proprio di The Well, presentato in anteprima mondiale al Festival di Sitges e in attesa di una distribuzione per il 2024.
Anatomia di una caduta, recensione del film vincitore a Cannes 2023
Sandra è una scrittrice di successo e si trova nella sua casa di montagna a Grenoble, nel sud-est della Francia, insieme al marito Samuel e al figlio Daniel, 11 anni e ipo-vedente a causa di un brutto incidente. I tentativi di Sandra di registrare un’intervista con una giornalista che è venuta a trovarla sono interrotti dalla musica assordante che Vincent ascolta mentre effettua lavori di ristrutturazione in soffitta, così la donna decide di salutare la giornalista e concedersi un po’ di risposo in camera da letto. Quando Daniel torna, insieme al suo cane-guida, da una passeggiata nel bosco, ritrova il padre riverso nella neve, morto, presumibilmente per una caduta dal lucernario della soffitta. Da quel momento, inizia un lungo processo che vedrà Sandra come unica sospettata anche se la donna si professa innocente e, insieme al suo avvocato, impugna l’ipotesi del suicidio.